Le galle sono frequenti soprattutto su querce, aceri e rose: nel primo caso di tratta di palline, più o meno grandi e dure, di vario colore; nel secondo di piccole escrescenze spesso purpuree; nel terzo di ciuffi scarmigliati simili a piccole meduse giallo-rosse. Stiamo parlando delle galle, che possiamo incontrare anche sulle conifere, dove colpiscono le gemme inducendo un’abnorme proliferazione di rametti, o sulla forsizia, dove creano una sorta di manicotto sui rami ecc.
Elencarle tutte è impossibile: esistono oltre 15mila tipi diversi di galle, insediate sulle foglie, sui rami o sulle gemme dei vegetali, quasi sempre causate da insetti o acari (rarissimamente da funghi o batteri), e alcune di esse vengono sfruttate dall’uomo come coloranti, collanti, medicinali ecc.
Ogni insetto o acaro colpisce una sola specie vegetale e produce un tipo preciso di galla: tutto incomincia con la deposizione di una o più uova all’interno di una foglia, un rametto o una gemma. Il tessuto vegetale reagisce isolando le uova mediante un ispessimento, che diviene sempre più cospicuo quando nascono le larve: queste si nutrono della parete interna della galla, inducendo a loro volta la proliferazione del tessuto vegetale isolante. Terminata l’ultima metamorfosi, da un forellino conservato sin dall’inizio o da una spaccatura autoprodotta l’insetto adulto esce, fra giugno e settembre: la galla finalmente rimane vuota.
Fra gli insetti, solo per citarne qualcuno, l’afide Pemphygus colpisce il pioppo, deformandone i piccioli fogliari sino a creare una sorta di loggia d’allevamento. Sulle foglie degli olmi si notano voluminose vesciche verde chiaro-giallognolo (ma anche rossastre) che scuriscono e si seccano verso fine stagione, forate alla base: sono causate dall’afide Eriosoma lanuginosum. Sacchiphantes viridis (chermes in italiano, da cui il famoso liquore per dolci, l’alchermes) è un parente degli afidi che colpisce i germogli dell’abete rosso, creando vistose loggette alla base degli aghi.
Le vespe sono famose come produttrici di galle: Cecidomidi e Cinipedi creano piccole galle rigide, ovoidali appuntite, sulle pagine fogliari superiori di aceri, faggi, viburni, oppure galle sferiche, voluminose e colorate sul lembo inferiore delle foglie di quercia, o galle tonde giallo-nerastre, o strutture piramidali a mo’ di pigna deforme, o anche una sorta di “ricci di castagna” scompigliati sui rami della rosa canina. Ed è un cinipede anche la vespa cinese che attacca gravemente il castagno.
Fra gli acari, ce n’è uno che colpisce specificamente il tiglio (Eriophyes tiliae), sulle cui foglie si insedia in primavera, inducendo la formazione di piccole galle rosse a forma di dito, che vengono abbandonate già all’inizio dell’estate. Il nocciolo e il noce vengono colpiti da acari (Eriophies tristriatus ernea) che pungono le gemme in primavera: le foglie non si spiegano ma si gonfiano deformandosi, e rimangono in loco sino alla caduta in autunno. Anche i fruttiferi e la vite vengono attaccati da acari che rigonfiano la pagina superiore ispessendo invece quella inferiore che si riempie di peli (il fenomeno si chiama erinosi, nel caso della vite causato da Colomerus vitis).
In generale, si tratta di formazioni del diametro variabile da 3 mm a 10 cm che non causano grande disturbo alla pianta, poiché le larve prelevano piccole quantità di tessuto “inutile”: il vegetale quindi preferisce accoglierle isolandole piuttosto che subire danni maggiori da insetti “esterni” a sé.
Niente paura anche nel caso delle galle delle vespe: si tratta di specie poco aggressive, la cui fuoriuscita avviene poco per volta anche in caso di grandi infestazioni; quindi, è praticamente impossibile venire punti dalle vespine.
Infine, una nota: la bolla del pesco produce sulle foglie modifiche simili a quelle indotte dalle galle, perché le foglie sviluppano una serie di bolle e corrugamenti, deformandosi. Ma non si tratta di galle perché le deformazioni non sono generate da animali, bensì da un fungo patogeno (Taphrina deformans).