La Food Forest è un ottimo esempio di climax, cioè di stato più stabile di un processo evolutivo naturale che, in determinate condizioni pedo-climatiche (suolo e clima), seleziona quell'insieme o associazione di specie vegetali più adatto a perdurare nel tempo. In questo modo riusciamo ad avvicinare il nostro giardino o frutteto a quei boschi che richiamano alla nostra mente pace e piacere.
Una Food Forest è un frutteto basato sulla valorizzazione dei rapporti tra gli elementi naturali che lo compongono e il contesto esterno (permacoltura). Si dovrebbe immaginare il giardino come una piccola porzione di bosco nella quale sono presenti, oltre ai consueti frutti, anche frutti minori, ortaggi, fiori, tuberi, funghi e radici commestibili! Tale gestione si basa su due concetti ben precisi:
1) valorizzare i rapporti tra i vari elementi vegetali,
2) favorire lo sviluppo di una maggiore biodiversità creando relazioni tra le diverse specie.
Food Forest: il frutteto
Il frutteto dovrà essere composto da tre tipologie di alberi.
1) Alberi da frutto principali: devono essere scelti tra le specie acclimatate alla zona, possibilmente resistenti alle principali malattie, intervallando alberi sempreverdi come gli olivi, i nespoli e gli alberi di agrumi a specie caducifoglie come peri, meli, susini e peschi.
2) Alberi frangivento: il loro ruolo è quello di proteggere le specie da frutto dai venti e dalle correnti fredde che potrebbero rallentare la crescita del frutteto.
3) Altri alberi: è importante inserire anche alberi con ruoli diversi, ornamentali e da fiore, che svolgeranno il duplice ruolo decorativo e attrattivo per insetti e animali utili. Gli alberi da fiore aumentano l'entomofauna e la biodiversità del frutteto diminuendo così la necessità di effettuare trattamenti antiparassitari.
La scelta delle specie da consociare nel frutteto dovrebbe considerare alcuni requisiti, tra questi:
1) Forma dell'albero a maturità: se la specie ha una chioma a ombrello, l'ombra che proietta sarà densa rendendo difficile la crescita di altre piante nelle vicinanze, mentre se la chioma è più aperta, passerà più luce potendo così coltivare altre piante.
2) Capacità di tollerare l'ombreggiamento: dovranno essere consociate specie eliofile (amanti del sole) con specie sciafile (amanti dell'ombra) utilizzando in modo più efficiente lo spazio e la luce.
3) La taglia a maturità: la consociazione di alberi di taglia diversa è possibile a patto di considerare sufficienti distanze di impianto, ad esempio nel Sud Italia gli olivi (Olea europaea), i fichi (Ficus carica), i nespoli (Mespilus germanica) e i pini (Pinus) vengono potati per lasciar crescere al di sotto la vite o gli ortaggi.
4) Fabbisogno idrico: nella messa a dimora degli alberi è sempre meglio raggruppare le specie più esigenti dal punto di vista idrico e collocare separatamente le specie meno esigenti, razionalizzando l'irrigazione e impedendo una eccessiva competizione che sfavorirebbe entrambe.
5) Allelopatia: alcune specie danneggiano le altre producendo sostanze tossiche, evitare di consociarle.
6) Nel caso di specie dioiche allogame, che necessitano di impollinazione incrociata, è necessario collocare piante maschio in prossimità di piante femmine per avere l'impollinazione dei fiori e la produzione di frutti.
Il tappeto erboso nella Food Forest
Uno dei principali nemici di un frutteto produttivo sono le erbe infestanti, è fondamentale quindi gestire il sottostante tappeto erboso seguenti alcuni consigli.
1) Bulbi primaverili: arrestano la loro crescita durante il periodo estivo, in questo modo non competono con gli alberi per l'acqua e i nutrienti nella stagione più difficile.
2) Seminare piante con radice a fittone: richiamano umidità dagli strati inferiori del suolo e, nel caso di specie a foglia larga come la consolida, il tarassaco o il carciofo, migliorano molto la morbidezza del suolo favorendo anche l'azione dei lombrichi e svolgendo un ruolo di pacciamatura vivente.
3) Moltiplicare le piante insettarie (che attirano insetti): attraggono gli insetti predatori dei parassiti degli alberi, riducendo così i trattamenti. Ideali sono le piante appartenenti alla famiglia delle Ombrellifere.
4) Favorire lo sviluppo delle specie azotofissatrici.
5) Valorizzare l'azione negativa naturale di specie come il tagete (Tagetes) o la canapa di Calcutta (Crotalaria juncea) mei confronti dei nematodi, vettori di fitopatogeni.
(Di Pietro De Marinis - foto @Depositphotos.com/kjekol)