Faggio contro l’influenza e la bronchite

Il faggio è un albero maestoso, ma anche un generoso produttore di sostanze benefiche per il nostro organismo. Ecco qualche rimedio naturale

Il primo uso terapeutico del faggio, a partire dal Medioevo, consisteva nel masticarne le foglie verdi contro i malanni delle gengive e delle labbra, e fino a tutto il XVIII secolo, le foglie continuarono a essere utilizzate per gargarismi che combattevano le affezioni della bocca e della gola. La corteccia dei giovani rami veniva invece impiegata come potente febbrifugo.

Nel 1832 dalla distillazione a secco tra 200-225 °C del legno di faggio si ottenne il creosoto, un potente antisettico che entrò nella farmacopea come disinfettante che agiva sulle vie aeree come balsamico e antisettico capace di calmare la tosse e agevolare l'espettorazione. Fu largamente prescritto in caso di bronchiti croniche e di tubercolosi polmonare e il suo utilizzo terminò solo con l'avvento della farmacologia di sintesi moderna, nel Dopoguerra. E per fortuna, visto che studi scientifici della seconda metà del secolo scorso hanno dimostrato i suoi effetti cancerogeni proprio a carico dei polmoni...

Come riconoscere il faggio

In genere è un albero maestoso, alto fino a 40 m, con un fusto alto anche 20 m e una circonferenza di 3-4 m di diametro. Se però nasce su un crinale battuto dal vento gelido, assume un portamento arbustivo anche molto contorto. La corteccia è liscia, di un bel colore grigio cenere chiaro.

Le foglie appaiono piccole in confronto alla mole dell'albero, ma sono numerosissime, alterne, lucide su entrambe le pagine, con margini ondulati ed evidenti nervature parallele. Da un colore verde giallastro alla nascita, in primavera, il fogliame passa poi a un bel verde brillante d'estate, mentre in autunno si colora di accesi toni gialli, rossicci e ocracei. Una volta cadute a terra, ad autunno avanzato, si decompongono rapidamente nel giro di un paio d'anni, formando una lettiera soffice e profumata.

Come si coltiva

Da buona specie abituata a un clima oceanico, ama i climi umidi (con almeno 1.000 mm di pioggia annui), relativamente miti e con ridotte escursioni termiche. Teme infatti l'aria disseccata dal vento, che in primavera fa cadere le gemme (nonostante la protezione pelosa che riduce l'evaporazione) e in estate fa accartocciare le foglie. In altitudine invece, il limite è dato dal vento freddo e dalle gelate tardive, che "bruciano" le tenere foglioline schiuse precocemente.

Cresce comunque su ogni terreno, preferibilmente calcareo e ben drenato. Naturalmente deve avere tutto lo spazio necessario intorno: almeno 15 m di distanza da edifici o altri alberi, meglio 20 m. Non crescerà in fretta, ma è meglio evitare di lasciare una grana ai propri nipoti…

Come si raccoglie

Imponenti faggete orlano le Alpi fra i 600 e i 1.200 m slm, mentre sugli Appennini risalgono fra 800 e 1.700 m. Ciò non toglie che si possano incontrare anche più in alto (a 2.200 m d'altitudine sull'Etna), o viceversa più in basso (a 600 m in Puglia, nella Foresta umbra, o a 350 m nel Lazio centrale). Sta di fatto che le faggete sono presenti ovunque in Italia, con le sole eccezioni della Pianura Padana, della Sardegna e delle isole minori, tanto che il faggio, assieme al castagno, è la specie arborea più diffusa nel nostro Paese.

La corteccia si raccoglie in primavera-estate da rami di 2-3 cm di diametro: si raschia la parte esterna per togliere eventuali licheni, quindi si stacca delicatamente la corteccia e si pone a seccare. Essendo una pratica che può danneggiare seriamente l’albero se condotta da mani inesperte, si consiglia di rivolgersi alla propria erboristeria di fiducia per reperire la corteccia secca già pronta.

Rimedi naturali con il faggio

  • Per calmare disturbi respiratori derivanti da bronchite, enfisema, asma: bollite 20 g di corteccia in 1 l d’acqua per 20 minuti, fate raffreddare, filtrate, dolcificate con miele di timo o di rosmarino e bevete due tazze al giorno.
  • Per abbassare la febbre da influenza: preparate un decotto con 30 g di corteccia bollita per 10 minuti in 1 l d’acqua, fate intiepidire, filtrate, dolcificate con miele di castagno e assumete tre tazze al giorno.
  • Per risolvere le escoriazioni della bocca: bollite 30 g di corteccia in 1 l d’acqua per 15 minuti, fate intiepidire, filtrate e usate per sciacqui o gargarismi da effettuare 4-5 volte al giorno.
  • Si può utilizzare anche il gemmoderivato, ottenuto dalle gemme fresche e reperibile in erboristeria, efficace in caso di sovrappeso e obesità, cellulite e ritenzione idrica, enfisema polmonare. Se ne assumono 50 gocce, 1 volta al giorno, 15 minuti prima del pasto principale.
  • Il preparato Beech (Fagus sylvatica) è uno dei rimedi conosciuti come Fiori di Bach. È indicato in caso di eccessivo senso critico, arroganza, intolleranza, pregiudizio (quando si giudica il prossimo senza alcuna capacità di immedesimazione). Beech aiuta a riportare l'individuo all'interno di se stesso, a metterlo in contatto con le proprie insicurezze, accompagnandolo nel processo di accettazione dei propri limiti e delle proprie imperfezioni e facendo emergere la capacità di distinguere positivamente le cose e in particolar modo la propria bellezza interiore e quella degli altri.

Fra realtà, storia e leggenda sul faggio

  • Il termine "faggio" deriva dal greco faghein, mangiare: i suoi frutti infatti anticamente costituivano un cibo gradito sia all’uomo sia agli animali, soprattutto ai maiali che tuttora, se allevati in forma semi-brada, vengono alimentati anche con le faggiole. Nel bosco se ne cibano cervi, caprioli, ghiandaie e colombacci.
  • I frutti sono molto ricchi d’olio che, secondo il parere degli alimentaristi, è qualitativamente inferiore solo all’olio d’oliva. Non è però possibile estrarlo, data l’irregolarità della pianta nella fruttificazione e il disagio della raccolta, che avverrebbe in zone montane in genere disagevoli.
  • Il legno, dalla grana fine, senza nodi, si può piegare al vapore ed è facilmente lavorabile: viene impiegato in vari lavori al tornio e di falegnameria, quali la costruzione di giocattoli, mobili, zoccoli, botti, pavimenti, compensati e, impregnato di catrame, per le traversine ferroviarie. È inoltre indicato per la preparazione del carbone e, bruciato nel camino, può servire come si utilizzava in passato per la disinfezione di stanze in cui soggiorna un malato.
  • Le faggete più belle si trovano sulle Madonie (frammiste all'abete dei Nebrodi), sulla Sila ("inquinate" da pino laricio), sul Vulture e sul Pollino, sul Gargano e nel Matese. E poi, risalendo lungo la penisola, in Abruzzo, nel Reatino e sui Sibillini. Da non dimenticare le poche ma significative faggete toscane, sul Monte Amiata, nel Casentino, sull'Abetone, sulle Apuane e, in condominio fra Toscana e Romagna, a Campigna nel cuore del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. E ancora, nella zona alpina, qualche lembo di foresta ricopre il monte Baldo e il Cansiglio.
  • Sin dall'antichità, Greci e Latini gli attribuirono poteri e significati magici, per esempio, i popoli dell'Egeo ritenevano che bastasse toccare le vipere con un bastoncino di faggio per renderle inoffensive. A Roma un quartiere, il Fagutal, presso il colle Esquilino, doveva il suo nome alla presenza, sino al I secolo a.C., di un bosco sacro di faggi, in mezzo al quale un centinaio di anni dopo, sorse il tempio di Jupiter fagutalis, protetto da un secolare faggio sacro. Nel legno di faggio erano poi intagliate le coppe utilizzate durante i riti sacrificali. Un po' più a Nord per latitudine, in Lorena e nelle Ardenne vigeva la credenza che l'albero non venisse mai colpito dal fulmine e quindi potesse fornire protezione se piantato a fianco alle abitazioni.

 

Faggio contro l’influenza e la bronchite - Ultima modifica: 2020-04-07T07:19:31+02:00 da Redazione GI