L'echinopsis (Echinopsis multiplex, Echinopsis oxygona, famiglia Cactacee) è uno dei più comuni cactus a palla, dove cioè il fusto si è ingrossato a dismisura per accumulare la massima riserva d’acqua. La forma tondeggiante è particolarmente evidente negli esemplari giovani, mentre quelli adulti tendono ad allungarsi.
Il valore risiede negli splendidi, grandi fiori, bianchi o rosa nelle specie, ma anche gialli, arancione o fucsia negli ibridi ricavati dai floricoltori: grazie ai numerosi getti laterali, spesso formano gruppi molto numerosi e di aspetto scultoreo, a volte sono anche discretamente profumati, e vanno goduti subito perché durano un solo giorno.
Il centinaio di specie conosciute proviene dai deserti del Sud America. Il nome del genere deriva dal greco echinos (riccio di mare) e opsis (aspetto), dall'aspetto di queste piante che assomigliano effettivamente ai ricci di mare.
È una delle piante succulente utilizzate per gli innesti, vale a dire per fungere da portainnesto per un’altra specie di succulenta, che sia compatibile con la pianta di base.
Com’è fatto l'echinopsis
L'echinopsis è una succulenta dai fusti globosi, costoluti, color verde chiaro o scuro, con areole coperte di spine. Le dimensioni variano da 3 a 50 cm, secondo la specie. I fiori, che compaiono in piante adulte tra giugno e agosto, sono grandi (diametro fino a 12 cm), imbutiformi, bianchi o rosati nelle specie, colorati o sfumati negli ibridi; ogni fiore si apre di notte e si chiude la sera successiva. E. multiplex ha fiori rosati; E. oxygona candidi.
Dove e come si coltiva
Può resistere in piena terra, in posizione riparata dai venti e soleggiata, solo nel Sud Italia e lungo le coste tirreniche sino alla Riviera ligure. Altrove va coltivato in vaso, da proteggere d’inverno.
L'echinopsis desidera un’esposizione molto luminosa, anche sotto i raggi del sole, ma non durante la piena estate, quando la pianta va schermata nelle ore più calde. La temperatura massima non crea problemi, la minima non deve scendere sotto gli 8 °C; ne deriva che da ottobre a marzo va ricoverato in un luogo fresco (temperatura compresa fra 10 e 15 °C) e luminoso, mentre nei restanti mesi va spostato all’aperto, a mezz’ombra.
Preferisce un vaso di terracotta, di diametro pari al diametro della pianta o poco più ampio, anche in ciotola. Il rinvaso si effettua ogni 3-4 anni in marzo-aprile, con un substrato poroso e molto drenante composto da terra concimata unita a sabbia grossolana e lapillo vulcanico. Le annaffiature devono essere regolari, distanziate in modo che il terriccio sia ben asciutto, ma abbondanti durante la bella stagione; vanno sospese in inverno. Si concima una volta al mese da marzo ad agosto con un prodotto per piante grasse nell’acqua d’annaffiatura. I fiori appassiti si staccano da soli. Si riproduce per pollone dalla base del fusto o sul fusto stesso.
Attenzione alle cocciniglie cotonose, frequenti alla base del fusto; se sono poche si scalza il terriccio e si “pizzicano” con una pinzetta, altrimenti si tratta con un anticocciniglia.