Fare un frutteto pur essendo principianti non è impossibile, ma è indispensabile rispettare le regole che sovrintendono a questa operazione. E prima ancora è bene chiarirsi le idee su quali specie si desidera coltivare, compatibilmente con la propria zona geografica e l’esposizione del terreno. Infatti, a differenza dell’orto, un frutteto è un “investimento” di tempo e denaro: occorrono alcuni anni prima che l’alberello entri in produzione e, se nel frattempo si sbaglia qualcosa, la pianta può ritardare ulteriormente la produzione o addirittura morire. Ai primi 3-4 anni di attesa se ne dovranno aggiungere altrettanti per il secondo impianto: il rischio è di mangiare finalmente un po’ di frutta dopo una decina d’anni…
Le indicazioni che vi forniamo sono rivolte a un piccolo frutteto familiare, ma naturalmente sono valide anche per estensioni maggiori, dove però le lavorazioni dovranno necessariamente venire meccanizzate.
Il terreno per fare il frutteto
Il primo passo consiste nell’individuare nel vostro terreno o giardino la zona più adatta ai fruttiferi. Questo tipo di piante richiede un suolo abbastanza ricco e fertile, non troppo sabbioso (sciolto), né eccessivamente pesante o umido.
Se sostanzialmente la vostra terra risponde a queste caratteristiche, è sufficiente arricchirla con qualche palata di letame ben maturo o di concime a lenta cessione per tappeti erbosi.
Se viceversa sospettate che le caratteristiche siano diverse, vale la pena di prelevare qualche manciata di terra in vari punti del giardino per farla analizzare in laboratorio: potrete così correggerla nel migliore dei modi con le diverse sostanze naturali a disposizione.
Il sesto d’impianto per fare il frutteto
Nella zona prescelta, dovrete poi determinare il sesto d’impianto, premesso che la superficie minima necessaria è di 10 x 10 m, sufficienti per impiantare 4 alberi da frutto di media altezza. Se però disponete di 15 x 15 m, potrete addirittura più che raddoppiare la quantità di fruttiferi, arrivando a nove piante.
Per ciascun albero dovete calcolare un ingombro pari a una circonferenza di 4 m di diametro, che divengono 5-7 nel caso di fruttiferi ad alto fusto (il ciliegio di cui sopra). Naturalmente, molto dipende dalla varietà scelta (a crescita vigorosa o lenta), dal portinnesto (anch’esso vigoroso, come il franco, o debole) e dalla fertilità del suolo (che accentua o rallenta l’accrescimento). In più, tenete presente che su suoli argillosi e pesanti è necessario almeno un mezzo metro in più, e viceversa su terreni sabbiosi e sciolti.
Lasciate infine circa un metro di distanza rispetto alla siepe di confine, che potrebbe essere costituita da un filare di “frutti di bosco”: le piante di ribes hanno generalmente dimensioni contenute, così come quelle di uva spina e di josta, mentre rovi da more e lamponi tendono a espandersi e andranno tenuti sotto stretto controllo. Se volete rispettare le tradizioni, chiudete la siepe con una cancellata bassa (bastano due assi parallele al terreno) in legno.
Specie e varietà per fare il frutteto
Il momento più delicato è rappresentato dall’individuare i fruttiferi più adatti, compatibilmente con i vostri gusti. Se siete golosi solo di mele piuttosto che di albicocche, otterrete un mini-frutteto particolarmente ordinato e uniforme, gradevole dal punto di vista estetico, ma perderete il piacere di assaporare aromi diversi: scegliete varietà differenti con maturazione scalare, in maniera da incominciare a raccogliere per esempio le pere all’inizio di agosto terminando a metà ottobre.
Facendovi consigliare dal vivaista di fiducia, potrete acquistare per meli, peri, peschi e susini le varietà precoci, mediane e tardive (la cui produzione si spalma su un arco di almeno due mesi), mentre per ciliegi e albicocchi comunque la differenza di maturazione fra le varietà non supera i 30-40 giorni.
Un ultimo consiglio: scegliete varietà autofertili (che cioè si autofecondano, con l’aiuto degli insetti pronubi), oppure accertatevi che esistano alberi della medesima specie prescelta nel raggio di 300 m di distanza, oppure ancora prevedete varietà diverse della stessa specie (2 albicocchi, 2 peri, ecc.) con fioritura nel medesimo periodo. Altrimenti, niente frutti!
Fare il frutteto con specie e varietà resistenti alle malattie
È consigliabile preferire varietà che possiedano la resistenza o la tolleranza a determinate malattie tipiche della specie e della zona in cui abitate. Eviterete così di dover trattare con fitofarmaci alla vista di ogni minima macchiolina o insettino, o di perdere il raccolto per colpa di un puntino nero trascurato che ha poi invaso tutti i frutti.
Il discorso è particolarmente valido per il melo, il fruttifero maggiormente interessato da svariati patogeni e che richiede pertanto numerosi interventi fitosanitari: con varietà resistenti, eviterete di dover trattare nel momento in cui le albicocche a fianco sono pronte per la raccolta.
Un piccolo ragionamento lo meritano anche le piante da siepe: josta e uva spina sono sensibili all’oidio, e dunque sono sconsigliate nelle zone collinari notoriamente interessate dalla malattia fungina, perché possono trasmetterla a loro volta ai fruttiferi vicini. Ribes e lampone sono adatti solo ad aree montuose, dove viene rispettato il loro fabbisogno di freddo invernale. In pianura è perfetto il rovo da more, da scegliere anche nelle varietà senza spine (Thornless) se non avete l’esigenza di creare una barriera antintrusione (per esempio se non possedete cani “scavatori”).
In ogni caso, per l’acquisto affidatevi sempre a un vivaista esperto o al garden center di fiducia, lasciandovi consigliare piante robuste e ben formate, che non manifestino segni di sofferenza o malattia. Non fatevi incantare da esemplari a buon prezzo chiusi nelle confezioni pack sui banchetti del mercato: sono piante di un anno, strapazzate dal carico e scarico nel furgone e dalla mancanza di cure, per cui potrebbero non dare buoni risultati. Inoltre, nulla potrete sapere del portainnesto, fondamentale per la compatibilità con il vostro terreno, per la precocità o meno di entrata in produzione e per le dimensioni finali dell’albero: solo il vivaista è in grado di consigliarvi quello più adatto.
Fare il frutteto: l’impianto
Si arriva così all’importante fase dell’impianto. In Val Padana, sulle colline appenniniche e lungo le coste meridionali il momento migliore è costituito dal mese di novembre, quando il terreno è ben inumidito ma non gelato. Sulle Alpi e sui monti appenninici l’operazione va anticipata a ottobre, mentre i fruttiferi in vaso possono essere posti in piena terra anche nel tardo inverno-inizio primavera.
Preventivamente dovrete aver scavato le buche d’impianto, della profondità adeguata (50 cm per gli alberi, 30 cm per gli arbusti), sul fondo delle quali avrete mescolato terra fertile e letame o compost: tali buche devono rimanere aperte per circa un mese prima dell’arrivo del fruttifero. Subito prima dell’impianto, potate il/i ramo/i (se già non lo ha fatto il vivaista al momento dell’acquisto) ed eliminate le radici spezzate o secche. Ponete l’astone con delicatezza a dimora, affiancando il tutore di sostegno (al quale va legato con morbidi lacci di plastica: non stringete l’esile tronco, che potrebbe venire danneggiato anche gravemente); indi ricoprite le radici e la base del palo di legno con la terra di scavo lasciata da parte, senza mai coprire il punto d’innesto che talora è posto molto in basso.
Una volta completate le operazioni d’impianto, se il terreno fra le piante è ancora nudo seminatevi un miscuglio per prato fiorito (le corolle attireranno le api, preziose impollinatici), evitando il suolo attorno ai fusticini per il raggio di un metro: per i primi 3-4 anni è preferibile evitare la competizione con le piantine erbacee che potrebbero sottrarre minerali preziosi per l’accrescimento dei giovani fruttiferi. Tenetelo pacciamato con compost, che cederà utili sostanze al suolo, ed eliminate prontamente le erbacce che dovessero crescervi.
Fare il frutteto: quando inizia la produzione
Di solito, i giovani fruttiferi incominciano a dare i primi frutti (2-4 per pianta) già dal secondo-terzo anno di vita, ma talvolta possono passare anche 5-7 anni prima di assaggiare il primo prodotto: molto dipende dal portainnesto, che induce o meno la precocità produttiva.
Sicuramente, fin dalla prossima primavera beneficerete dei primi fiori, che diverranno sempre più copiosi negli anni successivi, preludendo, se tutto va come deve, a un ricco raccolto.
Quanto agli arbusti da siepe, dopo un paio d’anni otterrete i primi frutti di bosco dal vostro giardino.