Un orto senza pomodori non è un orto! Coltivare le rosse bacche è facile: basta seguire bene i nostri consigli.
Dove coltivare i pomodori
Il pomodoro può essere coltivato in tutta Italia, dalle zone costiere del Meridione fino ai 1.000 m d’altitudine sulle Alpi. La temperatura ideale per ottenere buoni frutti è compresa fra 18 e 24 °C, mentre oltre i 35 °C si ha l'arresto vegetativo, con cascola dei fiori e problemi per l'allegagione.
Il terreno giusto per i pomodori
La pianta ha bisogno di un terreno ricco di sostanza organica e ben drenato, ma dà frutti anche se messa a dimora su terra sabbiosa o argillosa o molto calcarea. Importante, però, che sia un terreno lavorato in profondità (per fornire umidità quando il clima è secco), ben concimato e situato in una posizione soleggiata e al riparo dalle correnti fredde.
La lavorazione del terreno deve essere effettuata con un certo anticipo rispetto alla data di trapianto, a una profondità di 25-30 cm. Successivamente si rendono necessarie operazioni di zappatura o fresatura, indispensabili per la preparazione del letto di trapianto. Al momento della lavorazione principale, in terreni poveri di sostanza organica o mal strutturati, è consigliabile procedere alla somministrazione di letame ben maturo, in ragione di 30-40 kg ogni 10 mq.
Sui terreni mediamente dotati si possono distribuire 150 g di fosforo e 250 g di potassio ogni 10 mq, suddivisi in parte alla preparazione del terreno e in parte, se necessario, durante il ciclo colturale della pianta. Le forniture azotate, in dose di 200 g/10 mq, vanno frazionate a partire dal trapianto. In copertura (cioè durante la coltivazione), per fertirrigazione (cioè nell'acqua d'irrigazione), sono largamente impiegati il nitrato di calcio, efficace prevenzione contro il marciume apicale, e il nitrato di potassio.
Una raccomandazione fondamentale: non coltivate mai il pomodoro su parcelle dell’orto che hanno ospitato altre Solanacee (peperone, melanzana, patata) o Cucurbitacee (zucchino, cetriolo, cocomero ecc.). Nel primo caso la terra conserva parassiti e malattie; nel secondo, il suolo è troppo impoverito per una pianta esigente in fatto di nutrimento.
Semina e trapianto dei pomodori
Le piantine si possono ottenere mediante la semina oppure acquistando i giovani esemplari.
La semina si effettua in gennaio-febbraio in semenzaio al caldo, per trapiantare le piantine nell’orto in marzo-aprile (40-60 giorni dopo la semina); oppure direttamente a dimora nell’orto fra marzo e maggio, diradando poi le piantine in sovrannumero.
Seminate in cassetta su un letto di terriccio umido per vasi. Tenete al caldo e al buio, dopo aver coperto con una lastra di vetro. Quando le piantine saranno sufficientemente grandi, trapiantatele in piccoli vasi di torba. Infine mettete a dimora le piante in posizione soleggiata e riparata.
Si possono anche utilizzare piantine, allevate in contenitori di polistirolo o di plastica, da trapiantare, reperibili presso qualunque negozio o garden center.
In coltura protetta, negli ambienti temperati delle zone costiere, i trapianti possono iniziare già prima dell'inverno, finalizzati a produzioni precoci già in marzo, e proseguire poi a gennaio-febbraio, con raccolte a partire da aprile-maggio. Nell'Italia settentrionale, dove maggiore è il pericolo di gelate, gli impianti – sempre sotto serra – vengono realizzati in marzo, con produzione estiva.
All'aperto, nel Nord Italia la messa a dimora delle piantine avviene in aprile-maggio, quando le condizioni climatiche consentono un rapido attecchimento e i rischi di eventuali gelate sono ormai superati: la temperatura notturna non deve scendere sotto gli 8 °C.
Il pomodoro si presta anche alla coltivazione in "secondo raccolto", in successione a ortaggi a foglia o a fragole, con trapianti entro luglio. Attenzione però: le varietà indicate per il consumo fresco, definite "da mensa" o "insalatare", comportano cicli colturali di durata spesso superiore ai 200 giorni, e necessitano di un corretto ed equilibrato sviluppo vegetativo.
Le distanze d'impianto prevedono file a 90-120 cm e piante a 35-40 cm l'una dall'altra sulla fila.
I tutori per i pomodori
L'utilizzo di varietà a sviluppo indeterminato (cioè a crescita continua) rende necessario l'impiego di sostegni in grado di mantenere eretta la pianta durante il suo sviluppo. Le operazioni di palatura o infrascatura iniziano presto, quando la pianta ha raggiunto le dimensioni di 25-30 cm.
Nell'orto si consiglia di utilizzare tutori di recupero in materiali a basso costo e di facile reperibilità, come canne o pali in legno.
I sostegni possono essere disposti in vario modo: fissati a ogni singola pianta per favorire un miglior arieggiamento della coltura, sistemati a cavalletto o disposti a filare, assicurati a fili di ferro zincato ancorati al terreno.
Nei piccoli tunnel il tutoraggio viene realizzato con cordine di nylon o di materiale plastico, fissate a fili di ferro disposti nel senso del filare, a un'altezza di 1,5-2 m da terra.
La sfemminellatura e la cimatura dei pomodori
La prima cosa da fare è capire se avete acquistato una varietà a crescita determinata o indeterminata. Nel primo caso non andranno effettuate le operazioni qui descritte, da applicare solo nel secondo caso.
La sfemminellatura o scacchiatura viene effettuata sulle varietà a crescita indeterminata per consentire un equilibrato sviluppo vegeto-produttivo della pianta. Consiste nell'eliminazione dei getti ascellari che si sviluppano all'inserzione dei palchi fogliari. Si tratta di staccare quei nuovi rami che tendono a generarsi dall’attaccatura di quelli già presenti, a cui andrebbero a togliere energia e nutrimento. Effettuando questa operazione infatti si riesce ad avere meno infiorescenze e frutti di pezzatura maggiore. Per evitare lesioni che possono divenire veicolo di infezioni, l'operazione va eseguita con tempismo e continuità.
Con la cimatura si procede all'eliminazione dell'apice vegetativo, intervenendo così sul periodo di fruttificazione della pianta inducendo precocità. Anche questa operazione va effettuata sulle piante a crescita indeterminata. Per farlo bisogna attendere che la pianta sia già cresciuta fino ad avere almeno 5-6 palchi (ovvero i rami). Eliminando la parte superiore, bisogna stare attenti a non eliminare eventuali germogli e infiorescenze da cui si generano i frutti.
La cimatura ha lo stesso scopo della sfemminellatura, ovvero contenere la crescita della pianta per ottenere frutti più grossi e buoni. Utile nella coltivazione in tunnel, è poco praticata nell'orto familiare, il cui obiettivo è quello di prolungare, per quanto possibile, la durata del raccolto.
Come bagnare i pomodori
In serra e su piccole superfici di pieno campo si consiglia l'irrigazione per infiltrazione, che consente di ridurre i consumi d'acqua evitando la bagnatura dell'apparato fogliare e l'insorgenza di problemi fitosanitari. Si tratta di un tubo poroso o di microirrigatori laterali: l’importante è che la base delle piante non riceva troppa acqua e che il fogliame non venga bagnato, altrimenti si ammala e si deteriora.
È preferibile innaffiare in grande quantità ma distanziando gli apporti di 2-3 giorni, anche in piena estate.
Evitate assolutamente gli stress idrici, causa di disseccamento, spaccature e difformità di colore nelle bacche.
La rincalzatura delle piante di pomodori
La rincalzatura non è un'operazione obbligatoria, ma è comunque utile per spronare la pianta a dare il meglio e renderla più resistente alle eventuali avversità, soprattutto meteorologiche.
Basta accostare al colletto della pianta del nuovo terriccio (se presente si può anche sfruttare quello attorno) in una sorta di “collinetta”; serve poi premere leggermente per compattarlo.
I pomodori sono particolarmente inclini a generare radici avventizie dai rametti e dalla parte della pianta interrata: così facendo, il fusto sarà più stabile e potrà sorreggere anche i frutti più grossi e resistere ai classici temporali estivi.
Malattie e parassiti del pomodoro
In serra il controllo delle malattie fungine viene agevolato dal contenimento dell'umidità ambientale, con l'arieggiamento dei tunnel, le irrigazioni per infiltrazione e la pacciamatura del terreno.
- Ruggine: si manifesta con il marciume dei frutti. Le piante colpite vanno subito estirpate e bruciate. La prossima piantagione deve avvenire in un’altra parte dell’orto. Se le piante hanno avuto problemi di ruggine, a seguire non coltivate patate.
- Foglie scolorite: l’infezione, provocata da virus, si manifesta con foglie arricciate e a chiazze marroni. Le piante colpite vanno estirpate e bruciate. Usare varietà resistenti ai virus.
- Peronospora: si manifesta con macchie giallastre e poi sempre più scure sulle foglie e sui frutti. In presenza di andamenti stagionali piovosi con successivo ritorno del sole e con temperature comprese fra 10 e 25 °C, si può intervenire con prodotti rameici, es. poltiglia bordolese, da irrorare bene anche sotto le foglie.
- Afidi: sono i parassiti animali più dannosi e frequenti. Le loro punture sono il principale veicolo d'infezioni virali che possono provocare alterazioni irreversibili a carico di piante e frutti. La lotta può essere effettuata con prodotti a base di piretro, l’unico insetticida ammesso anche in agricoltura biologica. Abbiate cura di effettuare il trattamento nelle ore più fresche e meno soleggiate della giornata, in modo che il prodotto possa essere più efficace.
Pomodori: le varietà migliori degli insalatari
● The Amateur: varietà nota e affidabile, a cespuglio, dai frutti di media grandezza, molto gustosi. Ottima, se vi cimentate per la prima volta nella coltivazione dei pomodori.
- Moneymaker: una delle varietà più famose e affidabili, regala un raccolto copioso, produce numerosi frutti, medio-piccoli.
- Gartenperle: varietà precoce, a cespuglio è ideale per la crescita in cestelli appesi o vasi. Produce numerosi piccoli frutti, simili a ciliegie.
- Marmande: cultivar tardiva, molto nota. Produce frutti diseguali, grandi e di ottimo sapore.
- Noti e apprezzati sono alcuni ibridi come Montecarlo e Fandango. Le varietà da pelati sono di forma cilindrico-piriforme e tra esse la più famosa è la San Marzano, che mal si adatta alla coltura in pieno campo in quando necessita di sostegni.
- A sviluppo determinato sono le cultivar Napoli, Chicco III, Roma VF. Le varietà da concentrato sono per lo più di forma quadrato shy, allungata e a sviluppo determinato; le più apprezzate sono quelle che possono adattarsi alla raccolta meccanica presentando una maturazione contemporanea e una bacca resistente agli urti. Tra le numerosissime varietà, ricordiamo: Petomech, Indo, Missouri, Roma, Rio Grande.
Pomodori: le varietà migliori da sugo
Per sughi, passate e conserve si utilizzano varietà diverse da quelle indicate per il consumo fresco. Le piante del "pomodoro da industria" hanno sviluppo più contenuto, aspetto cespuglioso e vengono allevate a terra senza sostegni, tralasciando le operazioni di sfemminellatura e cimatura.
Richiedono anche una minore concimazione, visto che per 10 mq di terreno mediamente dotato bastano in presemina 100 g di fosforo e 200 g di potassio, frazionando poi, all'impianto e in copertura, 100-130 g di azoto. Gli impianti possono essere effettuati tramite semina, in marzo-aprile, o mediante trapianto, in aprile-maggio, senza necessità di diradamento.
I sesti d'impianto possono essere impostati su fila singola o doppia, con densità comprese fra 2,5-5 piante a mq. Nell'orto la raccolta si esegue manualmente in uno o due interventi.
Tra le cultivar a frutto tondo o quadrato si suggeriscono Perfect Peel, pianta molto rustica, Totem e Snob, a ciclo medio-precoce. Tra gli ibridi a frutto allungato è buona l'adattabilità ambientale di Hypeel 244, ma resiste ancora egregiamente il "vecchio" San Marzano (e derivati), seppure da coltivare con sostegni.
Raccolta dei pomodori in generale
La raccolta nel Sud parte da marzo, sotto serra nel Nord Italia da maggio, nell'orto nel Nord da luglio. Nel Sud Italia le piante potranno produrre fino all’inizio di novembre, mentre in Val Padana alzeranno bandiera bianca a metà ottobre e sulle Alpi addirittura all’inizio del mese.
Quando il primo grappolo di frutti inizia a maturare, eliminate tutte le foglie sino alla prima sopra il grappolo e togliete i frutti rovinati.
I pomodori vanno raccolti quando sono sodi e ben colorati.
Raccolta dei pomodori a ottobre
Chi è stato previdente e dalla metà di settembre ha coperto le piante con una specie di tettuccio di telo di plastica pesante sostenuto da quattro paletti, avrà ancora pomodori probabilmente sani, senza marciumi da eccesso idrico, spaccature da piogge intense o macchie di peronospora.
Che le bacche siano perfette o meno, è il momento di staccarle tutte dalle piante. Utilizzate un cestino di vimini con manico e una cesoia per tagliare il picciolo.
Seguite le previsioni del tempo: se il meteo dovesse indicare più di due giorni di pioggia, anticipate la raccolta, soprattutto nel Nord, perché l’abbinamento “acqua-freddo conseguente” potrebbe poi impedire l’operazione per una settimana o più, compromettendo gravemente la durabilità delle bacche.
Operate a metà giornata, in modo da spiccare pomodori ben asciutti, gli unici conservabili senza sviluppo di muffe.
Prelevate tutti i frutti, tralasciando solo quelli evidentemente troppo piccoli, soprattutto se la buccia è opaca: non matureranno mai, bensì raggrinziranno e si mummificheranno.
Quindi cerniteli, riponendoli in diverse cassette basse in legno, in unico strato: quelli rossi pronti per il consumo da portare in cucina, quelli ancora non maturi ma con danni (buchi, lacerazioni, macchie di peronospora ecc.) che vanno controllati due volte a settimana, quelli che incominciano a cambiare colore, e quelli completamente verdi, ambedue da verificare una volta a settimana, buttando ciò che marcisce e avviando all’altra cassetta ciò che man mano arrossa.
Il pomodoro è un frutto climaterico, cioè continua a maturare anche dopo il distacco dalla pianta. Certo, il sapore non sarà lo stesso della piena estate… In genere entro Natale sono pronte anche le ultime bacche, non perfettamente rosse, ma perlomeno giallo-arancione.
Poiché la maturazione indoor va a scapito della dolcezza, utilizzate i pomodori pronti da novembre in poi per preparazioni cotte (es. salsa, gratin, ratatouille ecc.) correggendo l’acidità con uno o due cucchiaini di zucchero.
Non fatevi tentare dalla “marmellata di pomodori verdi”: avrà un grande contenuto di solanina, un alcaloide tossico anche se non esageratamente nocivo, ma capace di provocare disturbi gastrointestinali e nervosi negli organismi più fragili, come bambini o anziani.
Ecco i nostri video tutorial su coltivazione e cura dei pomodori:
E il video su come coltivare i pomodori in vaso: