Del cipresso si utilizza l’olio essenziale, ricavato dai rametti giovani, dalle foglie e dai frutti con il metodo della distillazione in corrente di vapore: si caratterizza per l’intenso e gradevole profumo balsamico, che fa subito sospettare la sua eccezionale azione contro le malattie da raffreddamento, soprattutto contro la tosse e la bronchite. Ma risulta un toccasana anche per la circolazione, in particolare per quella venosa: è un vasocostrittore, quindi mitiga l'insufficienza circolatoria periferica, le vene varicose e le flebiti, nonché le emorroidi, e protegge i capillari rinforzandone le pareti. Così come rinforza anche la muscolatura della vescica, riducendo lo stimolo involontario a fare la pipì. Non vi basta? Allora sappiate che l’essenza è anche particolarmente amica delle donne, che aiuta a combattere la cellulite (ha effetto drenante) e a vincere i disturbi della menopausa (grazie al miglioramento del circolo).
Infine, in ordine sparso: lenisce i reumatismi, cicatrizza ferite e piaghe, favorisce la maturazione degli ascessi, riduce i pori dilatati e l’untuosità della pelle, deodora e rinfresca la pelle, allevia la sudorazione dei piedi.
Il merito sta nel contenuto dell’essenza, a base di cimolo, furfurolo, canfene, sabinolo, silvestrene, pinene, terpineolo, tannini catechici, acido valerianico, bioflavonoidi. Tutti, dai 3 anni in su, possono usufruire di tali benefici, anche chi assume abitualmente farmaci (al momento non sono note interazioni).
La coltivazione del cipresso
Pianta tipicamente mediterranea, predilige zone con inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte. Non teme il freddo, bensì il vento e la neve che possono danneggiarne la chioma aprendola in modo irreparabile, così come un eccessivo inquinamento urbano. Non è esigente in fatto di terreno, basta che sia ben drenato. Una posizione soleggiata ne favorisce la crescita. Le annaffiature sono gradite nei primi anni dall’impianto e una concimazione autunnale con letame maturo o altro fertilizzante organico è apprezzata ma non necessaria. Negli anni scorsi è stato decimato dal fungo parassita Coryneum cardinale, causa del cancro del cipresso, contro il quale sono però stati creati cloni resistenti (che non si ammalano).
Come si raccoglie
Dato che se ne utilizza l’olio essenziale, che viene ricavato attraverso procedimenti e strumentazioni che richiedono precise conoscenze tecniche, il consiglio è quello di acquistare l’essenza in erboristeria, dov’è facilmente reperibile.
In erboristeria con il cipresso
- Contro la tosse secca: prima di coricarvi, 4-5 gocce sul cuscino.
- Contro la tosse grassa o la bronchite: un cucchiaio di sciroppo d’acero con due gocce di essenza, 3 volte al giorno.
- Per riattivare la circolazione: nell'acqua tiepida della vasca aggiungete 12 gocce di olio essenziale, rimanete immersi almeno 15 minuti.
- Per attenuare le varici: un cucchiaino di miele con 2 gocce di essenza (uso interno); oppure aggiungete 60 gocce di essenza a 1 l di olio di mandorle dolci, massaggiate delicatamente dal basso verso l’alto tutte le sere.
- Contro le emorroidi: nell'acqua del semicupio mettete 15 gocce di olio essenziale, mescolate e rimanete immersi per 15 minuti, asciugate delicatamente e rimanete a riposo per 30 minuti; oppure aggiungete 50 gocce di essenza a 1 l di olio di mandorle dolci, massaggiate delicatamente tutte le sere.
- Contro le gambe pesanti e/o gonfie: miscelate 1 l di olio di germe di grano con 70 gocce di olio essenziale, massaggiate delicatamente dal basso verso l’alto all’occorrenza.
- Per cicatrizzare le ferite: miscelate 100 ml di olio di lino con 30 gocce di essenza, massaggiate delicatamente 2-3 volte al giorno
- Contro gengive sanguinanti, afte e infiammazioni della bocca: in un bicchiere d’acqua tiepida mettete 4 gocce di olio essenziale, mescolate, fate sciacqui 2-3 volte al giorno. Utile anche dopo estrazioni dentarie o altri dolorosi lavori del dentista.
Il cipresso nel giardino e nel paesaggio
- Originario del Mediterraneo orientale e della Turchia meridionale, il cipresso è arrivato in Italia in tempi remoti, probabilmente a opera dei Fenici. La bellezza e il portamento hanno contribuito a renderlo una delle piante simbolo del paesaggio di determinate regioni, come la Liguria, la Toscana, le Marche e l’Umbria, dove orna parchi, ville e giardini storici, singolarmente o in maestosi filari, a volte anche in forma di siepe, il cui verde scuro e uniforme costituisce un perfetto sfondo per arbusti da fiore o a foglia variegata.
- Allo stato naturalizzato è presente dal litorale tirrenico fino alle colline interne, dove costituisce boschi puri (cipressete) o misti con latifoglie e altre conifere. Dal punto di vista forestale la sua importanza è ancora maggiore: è una specie pioniera insostituibile per il rimboschimento di terreni rocciosi, argillosi, calcarei, aridi e superficiali, purché ben soleggiati. Previene l’erosione idrogeologica, funge da frangivento, anche per la difesa dai venti marini, e fornisce legno di ottima qualità.
Fra realtà, storia e leggenda
- Presso gli Etruschi era simbolo di nascita, di fertilità – forse per la forma fallica – e veniva regalato alle giovani coppie come augurio. La condizione di sempreverde lo aveva assurto anche a emblema di incorruttibilità e resistenza alle avversità.
- In Grecia e a Roma spopolava il mito di Ciparisso, giovane caro ad Apollo, che viveva in compagnia di un bellissimo cervo dalle corna d’oro, suo grande amico: un giorno d’estate, per gioco scagliando un giavellotto, Ciparisso trafisse mortalmente il cervo. Disperato, il giovane si tolse la vita senza che Apollo potesse salvarlo; potè solo esaudire il suo ultimo desiderio, quello di rimanere in lutto perenne ed evidente: il dio lo trasformò nell’albero che ne porta il nome. L’albero fu consacrato ad Ade/Plutone, dio degli inferi: si riteneva che le anime dei defunti arrivassero là con le sembianze di cipresso.
- Nella tradizione cristiana rientrava fra i legni che componevano la croce del martirio di Gesù. Venne usato come allegoria della Disperazione: come la pianta che, se tagliata, non ricresce, anche l’uomo, se cade preda di disperazione, non può far crescere le proprie virtù.
- Nel Novecento rivive nel ricordo scolastico della poesia del Carducci Davanti San Guido, dedicata ai cipressi di Bolgheri, sua terra natia.
La scheda botanica
Alto fino a 30 m, il cipresso (Cupressus sempervirens) ha tronco diritto e slanciato, con corteccia grigio cenere o grigio-bruna, sfibrata negli esemplari vecchi. La chioma compatta è di colore verde brillante, data da foglie piccole, opposte, squamiformi, dal caratteristico colore e odore. Riguardo al portamento si coltivano abitualmente due varietà principali: la horizontalis, dal fusto visibile quasi fino alla cima, con rami inseriti nel tronco circa ad angolo retto e spesso disposti in palchi ben distinti; e la pyramidalis, dal fusto con rami inseriti ad angolo acuto e suddiviso a breve altezza in molti fusti secondari, con chioma affusolata e ristretta; le due varietà vengono (sbagliando) denominate “cipresso femmina” e “cipresso maschio”: in realtà si tratta di una pianta monoica, che porta separatamente sullo stesso esemplare i fiori maschili e quelli femminili. I frutti (chiamati galbuli) sono tondeggianti, formati dalle brattee e dall’infiorescenza femminile che si trasformano in squame legnose, prima verdi e poi rosso-brune dopo 2 anni, quando si aprono per permettere la fuoriuscita dei semi alati.
La cosmesi
- Anticellulite: aggiungete a 1 l di olio di mandorle dolci 30 gocce di essenza, massaggiate dopo il bagno o la doccia con vigore, dal basso verso l’alto, una volta al giorno.
- Contro la pelle grassa o impura: mescolate un albume con 5 gocce di olio essenziale, applicate sulla pelle pulita e tenete in posa per 20 minuti, sciacquate con acqua tiepida; da ripetere 3 volte a settimana.
Vestiti ben protetti
- Contro le tarme degli armadi: 3 gocce di essenza su una sfera di legno grezzo per armadi; inserite almeno 5 sfere per ogni anta; rinnovate le gocce ogni 2 mesi.