Dire semplicemente cavolo significa tutto e niente. Le varietà di questo ortaggio sono numerosissime, dal broccolo al cavolfiore (giuntoci nel XVII sec.), dai cavolini di Bruxelles al cavolo cinese, dal cavolo cappuccio (le cui prime tracce risalgono al XII sec.) alla verza e al cavolo rosso, fino al cavolo rapa e altre ancora. Tutte queste varietà derivano da un unico capostipite selvatico, Brassica oleracea, selezionato già al tempo dei Romani.
Tra i principi attivi contenuti in tutti i cavoli, si segnala l'olio essenziale, a base di solfobromuro di metilmetionina (la cosiddetta vitamina U), responsabile di tante virtù e di un solo demerito: il terribile odore già percettibile a crudo, e assolutamente invadente in fase di cottura. Oltre all'essenza, valgono come ottima garanzia di benefìci le abbondanti vitamine: la A amica della vista, il gruppo B al gran completo per proteggere la pelle, e la C rinforzante delle difese organiche. Ci aiutano i suoi preziosi oligoelementi: il disinfettante zolfo, il ferro indispensabile per ossigenarci, lo zinco che rinforza i capelli, il bromo amico del sonno, e il selenio antinvecchiamento. Chiudono la parata le fibre stimolanti dell'intestino che, unitamente alle pochissime calorie, ne fanno ortaggi che saziano senza ingrassare.
La scheda botanica dei cavoli
Piante erbacee annuali, sono caratterizzate da foglie consistenti, lobate e a volte bollate o corrugate, con nervature sporgenti. Nel cavolo cappuccio sono serrate strettamente a formare una palla, color verde chiarissimo o viola; nel cavolo verza sono verde intenso e aperte nella parte esterna, verde chiaro-giallino e serrate in quella interna; nel cavolo cinese sono serrate lassamente e allungate, color verde chiaro; nel cavolo nero sono aperte, allungate e strette, color verde scuro; nei broccoli sono basali, lobate, aperte e verde scuro, così come nei cavoletti di Bruxelles, mentre nel cavolfiore hanno colore verde brillante. Se non utilizzati per il consumo, tutti i cavoli producono infiorescenze di piccole corolle di colore giallo o giallo-biancastro.
La coltivazione
I cavoli sono facili da coltivare lungo tutto l’arco dell’anno in qualsiasi areale italiano. Ne esistono infatti qualità primaverili, estive e autunnali, e invernali. Prediligono terreni di medio impasto, permeabili e fertili. Bisogna vangare il terreno fino a 20 cm di profondità apportando abbondante letame ben maturo. I concimi minerali vanno forniti appena prima del trapianto (fosforo e potassio) e a coltura in corso, frazionati in due interventi (azoto). In generale, si seminano in serra in marzo o a dimora in aprile. Bisogna mantenere pulito il terreno dalle infestanti. La base va rincalzata più volte con la terra. L’irrigazione è fondamentale: la massima richiesta si ha nel post-trapianto e il terreno va mantenuto costantemente umido evitando però dannosi ristagni; in seguito, le irrigazioni vanno diradate e modulate in funzione dell’andamento climatico e delle precipitazioni.
Come si raccolgono i cavoli
La raccolta è scalare e va fatta quando le infiorescenze del cavolfiore e le teste di cappucci e verze presentano un giusto compromesso tra volume e compattezza. I cavoli invernali sono quelli più difficili e più lenti a maturare: seminati in aprile, vengono trapiantati tra giugno e luglio per poi essere raccolti da ottobre a febbraio. Se vengono estratti dal terreno con le radici intatte e appesi a testa in giù in una cantina o in un ripostiglio fresco e arieggiato, resteranno in buone condizioni per settimane.
Rimedi naturali con i cavoli
- Contro la raucedine: bevete un bicchiere di succo centrifugato tre volte al giorno; oppure cuocete a fuoco lento 2 bicchieri di succo con altrettanto miele di eucalipto, di timo, di rosmarino o melata d’abete fino a ottenere uno sciroppo, assumendone 6-8 cucchiai al giorno.
- Per alleviare il raffreddore: mangiate 4-5 foglie lessate nel latte (senza sale) e intiepidite.
- Ai primi sintomi di bronchite: lessate una foglia in un litro d'acqua non salata, filtrate e bevete il liquido in giornata.
- Per supplire a carenze di vitamina C: bevete un bicchiere di succo 3 volte a settimana.
- Come disintossicante: bevete un bicchiere di succo la mattina a digiuno per 3 settimane.
- Contro l’ulcera duodenale: frullate 500 g di foglie, mangiate una tazzina di questa pappina 4 volte al giorno lontano dai pasti.
Benefici impacchi di foglie di cavoli
Gli impacchi di foglie fresche di cavolo sono uno storico cardine della medicina popolare: con un coltello affilato si toglie la nervatura centrale, e si rullano con una bottiglia per renderle meno consistenti e per provocare la liberazione dell'olio essenziale benefico; se si utilizzano tiepide si passano rapidamente con il ferro da stiro o si appoggiano per 5 minuti sul coperchio di una pentola al fuoco; oppure si scottano per 1 minuto in acqua bollente. L'impacco (da mantenere in posizione con una benda di lana) deve coprire un'estensione di poco maggiore della zona da curare; va sostituito con uno nuovo appena la temperatura della parte malata si alza (salvo diversa indicazione); il trattamento si sospende alla scomparsa del sintomo.
- Per placare i dolori reumatici: crude e rullate.
- In caso di contusioni, scottature, ferite, piaghe, geloni: crude e rullate.
- Su un ascesso dentario: sulla guancia, rullate e intiepidite.
- In caso di bronchite: sul petto, rullate e intiepidite, per tutta la notte.
- Contro lombaggine o sciatica: rullate e scottate.
- Per alleviare una colica renale: sui reni, scottate.
- Dopo una puntura di insetto: massaggiate la parte con una foglia cruda e rullata.
Cavoli cosmetici
- Contro la pelle grassa: applicate per 15 minuti due-tre foglie crude, tritate e mescolate con un filo d'olio d'oliva.
- Come tonico astringente: applicate per 15 minuti del succo crudo oppure l'acqua di lessatura non salata.
- In caso di foruncoli o acne: applicate il succo crudo e lasciatelo asciugare, sciacquate poi con acqua tiepida.
- Per calmare irritazioni e arrossamenti cutanei: applicate impacchi con l'acqua di lessatura non salata di una piccola pianta intera.