Dalle piantagioni di tè ai nostri giardini, le camelie hanno sempre avuto un ruolo d’eccellenza. Sono piante robuste che tendono a crescere senza problemi se poste in terreni idonei. Inoltre le loro fioriture invernali sono davvero un regalo inaspettato.
È comune pensare alle camelie (Camellia japonica) come arbusti che con la loro fioritura tardo invernale segnano il passaggio dalla brutta stagione verso i primi giorni della primavera. In realtà ci sono anche alcune specie (Camellia sasanqua) e varietà dalla fioritura precoce che colorano i giardini a partire dai primi giorni di novembre fino ai mesi di gennaio e febbraio.
La camelia da tè (Camellia sinensis)
Camellia è un genere che comprende all’incirca 200 specie di piante da fiore, distribuite nelle regioni meridionali dell’Asia: dalle vette dell’Himalaya orientale fino ad arrivare al Giappone e all’Indonesia. In questi luoghi le piante di camelia sono da sempre tenute in grande considerazione, oltre che per il loro indubbio valore estetico, anche per il ruolo alimentare. Appartiene infatti a questo gruppo la Camellia sinensis da cui vengono raccolte le pregiate foglie di tè, che in base ai differenti processi di essicazione e ossidazione a cui vanno incontro portano alla produzione di tè nero, tè verde e tè bianco.
La storia della camelia da tè
Le coltivazioni di camelie per la produzione del tè hanno dato e continuano a dare forma alle colline di questi Paesi, dando vita a uno dei paesaggi più belli e armonici che l’uomo abbia mai creato. Le prime piante di camelia vennero importate in Europa attorno alla metà del XVIII secolo da una delle navi della Compagnia delle Indie Orientali. Queste piante appartenevano alla Camellia japonica e vennero acquistate da un nobile inglese, Lord Petre di Thorndon nell'Essex, che provò a coltivarle all’interno delle sue proprietà. Purtroppo la scarsa conoscenza sulle tecniche colturali, unita al fatto che queste piante provenivano da paesi tropicali, fece commettere l’errore di metterle a dimora all’interno di serre riscaldate e con alti livelli di umidità; tutto ciò portò questi primi esemplari alla morte.
Successivamente, sempre in Inghilterra, si diffuse l’abitudine di coltivare queste piante all’interno delle “camellia houses”: vere e proprie casette in muratura, non riscaldate, delimitate da un lato di sole vetrate, molto simili ai ricoveri dove venivano protetti i preziosi agrumi. Le camelie all’interno di queste strutture venivano cresciute in vaso e potate a forma conica sia per motivi estetici che per ottimizzare il poco spazio a disposizione; si ottennero così le prime fioriture di camelie europee. Successivamente ci si rese conto che le basse temperature invernali non soltanto non danneggiavano le piante ma ne erano anche lo stimolo per abbondanti fioriture. Le camelie passarono così dalle “camellia houses” alle siepi dei grandi viali e alle masse vegetali dei boschetti informali che adornavano i giardini all’inglese del XIX secolo. È infatti in questo periodo che le camelie raggiunsero il massimo della loro fama: venendo scelte come piante predilette, grazie alle loro ben note fioriture, per decorare quelle parti del giardino che maggiormente venivano vissute durante i mesi invernali. Vennero così piantate numerosi esemplari di camelia all’esterno delle vetrate dei giardini d’inverno o in prossimità delle vie di accesso alle case, così che il percorso obbligato ne favorisse l’apprezzamento.
Nel corso del Novecento l’interesse nei confronti di queste piante andò pian piano scemando e le camelie vennero spesso sostituite da specie con accrescimenti più rapidi. La loro sontuosa eleganza non venne però del tutto dimenticata, continuando ad essere apprezzata da una nicchia di appassionati intenditori.
Si possono quindi coltivare anche in Italia, esattamente negli stessi luoghi e con le stesse cure delle camelie ornamentali (japonica e sasanqua). Le piante sono reperibili presso Compagnia del Lago Maggiore.
Come ricavare il tè in casa
In commercio si trovano centinaia di bustine di tè differenti per il gusto, in base al procedimento di lavorazione attraverso il quale sono state ottenute. Tuttavia, la provenienza è sempre la stessa: la Camellia sinensis o pianta del tè. Questa premessa per chiarire che, a livello domestico e senza particolari strumentazioni o competenze, si può ottenere un tè chiaro e leggero, molto gradevole, seguendo le istruzioni della Compagnia del Lago Maggiore.
Raccogliete gli apici (gemme) più teneri fra aprile e settembre. Metteteli a seccare all'ombra e all'aria su un graticcio per almeno una settimana o 10 giorni. Terminate l'essiccazione riscaldando il forno a 150 °C, spegnendolo e inserendovi le gemme per 10 minuti a sportello chiuso. Conservare gli apici essiccati in un sacchetto di carta (traspirante) per 2 mesi prima di consumarlo come un normale tè.
Per una teiera servono circa 20 gemme, da infondere a temperatura non superiore a 80 °C. Portate a ebollizione 1 l d'acqua, spegnete e aggiungete 330 ml d'acqua a temperatura ambiente. Riempite la teiera con questa miscela d'acque, aggiungete i 20 apici e lasciate in infusione a coperchio chiuso per 3 minuti. Una volta consumato tutto il tè, potete ripetere l'infusione con la miscela di acqua altre 2 volte, per estrarre il massimo dalle 20 gemme utilizzate.