Originaria delle fresche zone montuose dell’Estremo Oriente, dove più di 1000 anni fa i monaci buddisti cominciarono a coltivarla a scopi ornamentali rubandola alla foresta, la camelia è stata oggetto nei secoli di una lunghissima e attenta opera di selezione e ibridazione da parte dell’uomo.
La storia della camelia giapponese
Tantissime sono le varietà in cui si presenta oggi, fra cui le più diffuse sono quelle della Camellia japonica: arrivata in Inghilterra nel 1823, fu subita apprezzata per le sue modeste dimensioni e il portamento compatto ed elegante, adatto ai piccoli spazi.
Pochi sanno che la più antica camelia italiana è quella ospitata nella Reggia di Caserta, ma il primato europeo va a un esemplare ospitato nel castello di Plinitz, vicino a Dresda: piantato nel 1770, allora già non più giovanissimo, all’età di venti anni.
Un fascino enorme suscitano altresì le pochissime varietà sopravvissute al tempo: in qualche giardino antico è ancora possibile ammirare le discendenti dirette delle piante che i marinai portoghesi nel Cinquecento portavano a casa insieme alla camelia da tè.
Rinvasare la camelia in 7 mosse
Il momento adatto per il rinvaso di questa nobile pianta è appena finisce la fioritura, indicativamente in aprile-maggio.
Tutte le camelie, C. japonica, C. sasanqua, C. sinensis, appartenenti alla famiglia delle Teacee, vogliono suoli acidi. Il terreno deve avere un pH compreso tra i valori 5,5-6,5. Sarebbe consigliabile coltivarle in vaso quando la terra del giardino ha prevalenza calcarea (pH superiore a 7) e quando è alta la componente argillosa: in questo caso verrebbe a mancare il requisito di un elevato drenaggio, senza il quale le radici entrano in sofferenza.
L’operazione di rinvaso va svolta in una giornata mite e senza vento, che potrebbe rapidamente asciugare o stressare le microradici superficiali.
Ecco come fare.
- Togliete la pianta dal contenitore e analizzate le radici. Se sono quasi invisibili, scegliete un contenitore di poco più grande (aumentate il diametro di circa 5-7 cm); se sono affastellate e arrotolate, occorre prevedere un vaso di dimensioni maggiori. In questo modo, la pianta troverà spazio per lo sviluppo e non richiederà rinvasi per almeno 2-4 anni. Dal pane di terra, con la forchetta da giardino o le dita rimuovete parte del terriccio superficiale che incrosta le radici.
- Spesso nel vaso originario sono presenti più piante di camelia: generalmente sono tre. In questo caso dovete dividerle per piantarle ciascuna in un singolo contenitore, altrimenti ne sopravviverà una sola. Aiutatevi inizialmente con un coltello per spaccare la zolla e poi con le mani separate i pani di terra, tagliando eventualmente le radici che hanno sconfinato.
- Preparate il nuovo contenitore, in terracotta o plastica (questo materiale è indicato soprattutto nelle zone esposte al vento caldo estivo, in quanto riduce l’evaporazione del terriccio). Coprite i fori di drenaggio con pezzi di coccio.
- Stendete uno strato di argilla espansa, almeno 2 dita, anche di più per contenitori grandi. In questi ultimi è consigliabile porre un pezzo di tessuto non tessuto sull’argilla, per evitare che il terriccio vada a mescolarsi con le palline d'argilla.
- Il terriccio per acidofile che va aggiunto deve essere grossolanamente sbriciolato per evitare di lasciare zollette compatte. Stendetene uno staterello di 2-3 cm sopra l'argilla espansa. Spargete qualche granulo di concime organico a lenta cessione, che fornirà nutrimento graduale alle radici in attecchimento.
- Ponete la pianta nel nuovo contenitore, facendo in modo che la linea di interramento sia a circa 2 cm dal bordo. Il colletto (punto di innesto tra fusto e radici) non deve essere interamente coperto. Riempite lo spazio fra pane di terra e vaso con il terriccio per acidofile. Compattate con le mani il terriccio aggiunto.
- Innaffiate in abbondanza ma con delicatezza, preferibilmente con acqua piovana. Se usate quella della rete idrica, lasciatela decantare nell’innaffiatoio almeno una notte. Non irrigate mai con acqua molto fredda. Prima di annaffiare, ponete il sottovaso, ma ricordatevi di svuotarlo completamente 30 minuti dopo questa prima annaffiatura.