In montagna entro la fine di ottobre è bene estrarre i tuberi di dalie, canne e calle, i bulbi di fresie e gloriosa e i cormi dei gladioli, tutte quelle bulbose le cui radici difficilmente sopravvivono se lasciate nel terreno in montagna.
Aiutatevi con un forcone o una vanga, da inserire lateralmente facendo forza per estrarre le radici tirando contemporaneamente il fusto della pianta prendendolo alla base.
Una volta estratta la radice e scrollata della terra, tagliate il fusto a 20 cm dalla base, riutilizzando eventuali fiori rimasti come reciso.
Ponete le radici suddivise secondo le specie in cassette di legno in unico strato, tenendo il moncone di fusto appoggiato al bordo perché circoli l’aria. Conservate le cassette in una cantina aerata.
Dopo 7-10 giorni controllate che non si siano sviluppate muffe. Trascorso un mese si sarà seccato il residuo di parte aerea, che va eliminato. Le radici, ben ripulite da terra e radichette, si possono conservare nelle cassette o in sacchetti di carta, al fresco.
Nessun problema invece per giacinti, narcisi, tulipani, muscari, scille, bucaneve, iris, hemerocallis, crochi, colchici, fritillarie e tutti gli altri bulbi minori: svernano tranquillamente nel suolo, ben protetti dalla terra senza subire danni nemmeno a –20 °C.