blanco rose
Blanco distrugge le rose di Sanremo per rabbia.
Al Festival di Sanremo Blanco ha distrutto l’addobbo di rose per la rabbia del mancato ritorno audio, e con esse la dignità del lavoro dei floricoltori

“Non ho voce”, e Blanco va giù di calci e manate a distruggere l’addobbo floreale di rose, in omaggio al suo pezzo L’isola delle rose, del palco di Sanremo. Come se, nella nostra vita di comuni mortali, cade la linea internet e ci sfogassimo rovesciando tutte le sedie dell’ufficio per sfogare la rabbia.

Non saper gestire la rabbia è indice di immaturità. Si dirà che Blanco ha 20 anni, e non saperla gestire è normale a quell’età. Si può però dire anche che saper individuare e gestire le proprie emozioni, a partire dalla rabbia, è una delle tappe fondamentali della vita, da insegnare fin da bambini.

Blanco, ma perché arrabbiarsi?

Ma poi: rabbia perché? Proseguendo con la metafora precedente, se cade la linea internet, la reazione normale è avvisare chi di dovere – il tecnico informatico dell’azienda o il provider – affinché provveda al ripristino. Blanco avrebbe dovuto– come fanno sempre i cantanti – stoppare il canto e avvisare i tecnici del problema. Arrabbiarsi perché? Un disguido, un problema può capitare sempre e a tutti. Reagire con rabbia non risolve il problema, parlarne invece sì. Ecco perché è tanto importante imparare fin da piccoli a riconoscere e gestire la rabbia: perché quasi mai porta a una soluzione del problema.

La rabbia è un sentimento istintivo semplice, che scaturisce dal mancato riconoscimento delle proprie emozioni: è più semplice arrabbiarsi (e sfogarsi) rispetto a riconoscere: “C’è un problema, ora mi applico per risolverlo”.

Chi ne ha fatto le spese sono state le meravigliose rose addobbo floreale del palco di Sanremo, confezionate appositamente per sottolineare il pezzo di Blanco. Il cantante ha spiegato ad Amadeus che le ha distrutte “per divertirsi”(!) e che “le avrebbe distrutte comunque, anche se fosse riuscito a cantare tutto il pezzo”.

Blanco non immagina la dignità delle rose

Ora, Blanco non sa che dietro quelle rose – e tutti i meravigliosi bouquet della 5 giorni dell’Ariston – ci sono centinaia di aziende floricole che le coltivano 365 giorni l’anno. C’è fatica, sudore e problemi, proprio come il problema di audio di Blanco. Solo che i problemi delle aziende florovivaistiche sono di altro spessore: i rincari dell’energia e delle materie prime, il mercato altalenante, la burocrazia farraginosa, il personale inadeguato o introvabile, la siccità, il gelo, le malattie e i parassiti… Ce lo vedete un vivaista che, alle prese con una bolletta elettrica di 10mila euro (“problema”), per rabbia rovescia un intero bancale di ranuncoli? O invece si attiva per risparmiare elettricità?

Ecco, quello che è sfuggito a Blanco – e a chi si sfoga con rabbia a ogni problema – è che quelle rose che lui ha massacrato sono il frutto del lavoro quotidiano di migliaia di persone che svolgono con amore i propri compiti, e che non si sfogano con rabbia alla prima difficoltà distruggendo quanto gli capita a tiro. Quante mani hanno piantato i rosai, annaffiato-concimato-difeso, e poi reciso, sfogliato, confezionato, e ancora trasportato e disposto in bell’ordine sul palco sanremese? Mani di persone che lavorano esattamente come Blanco (ma non con la stessa resa economica!), e che con grande dignità operano per portare sul palco dell’Ariston – e nelle case di tutti gli italiani e gli Europei – splendide creature vegetali che, se le si ama, rasserenano la vita, anche quella di Blanco.

PS La rabbia difficilmente è costruttiva, così come la demolizione sistematica. Un esempio di costruzione? Gianni Morandi con la scopa in mano a ripulire il palco…

Blanco, la rabbia dell’immaturità e la dignità delle rose - Ultima modifica: 2023-02-08T11:35:40+01:00 da Elena Tibiletti