I bambù sono tanti, anche se il più comune è il Phyllostachys. Sono leggeri, eterei e risolvono tanti problemi se piantati in giardino in gruppi a macchia o in siepi dense, e in grandi vasi. Hanno una crescita veloce e un fogliame interessante.
Com’è fatto il bambù
Graminacea di grandi dimensioni, originaria del Giappone e dell’Asia orientale, il bambù è una pianta di grande eleganza amata per i caratteristici fusti solcati da internodi e per il fogliame sempreverde, denso, verde chiaro. Esistono specie giganti alte decine di metri e altre nane che non superano i 40 cm; i fusti possono essere gialli, verdi o nerastri (Phyllostachys aurea ha fusti giallo dorato, P. nigra li ha nerastri). Cresce velocemente e può diventare invadente.
Come si coltiva il bambù
Ama gli ambienti caldi, soleggiati o parzialmente ombreggiati ma luminosi. Vigoroso e rustico, tollera bene il freddo intenso. Va posizionato al sole o mezz’ombra luminosa; resiste anche al caldo.
Innaffiare generosamente, quotidianamente nei mesi estivi, per mantenere umido il terriccio. Il bambù ama l’umidità e cresce bene vicino agli stagni o ai corsi d’acqua.
Poco esigente, il bambù apprezza una concimazione a fine inverno con sostanza organica o con un fertilizzante ad alto tenore di azoto. Si rinvasa ogni anno quando la pianta è giovane, poi ogni 2 anni.
Il terreno dev’essere fresco, permeabile e ricco di humus. Gli esemplari adulti sono rustici, mentre quelli giovani vanno protetti d’inverno con una pacciamatura, utile anche in estate per conservare umidità nel terreno. Per sfoltire le piante troppo sviluppate, si recidono alla base gli steli più vecchi.
Se le foglie ingialliscono, è stata data troppa acqua: il terriccio va mantenuto umido, ma non fradicio.
Per contenere lo sviluppo del bambù si può delimitare l’area infilando nel terreno un robusto foglio di plastica rigida o di metallo a una profondità di 70-100 cm.