balcone terrazzo surfinie
La tenda tirata su balcone e terrazzo crea ulteriori problemi alle piante.
In piena estate il sole e il caldo trasformano balcone e terrazzo in un forno che può cuocere letteralmente le piante in vaso

Nei mesi clou dell’estate, luglio e agosto, su balcone e terrazzo l’abbinamento della mancanza di pioggia con massime termiche che partono da 30-35 °C per toccare quota 42 e anche 45 °C non è proprio dei più vivibili per le nostre piante in contenitore. Senza contare che, di notte, solo nelle zone almeno collinari se non solo montane la temperatura scende fino ai 25 °C, mentre in pianura sovente rimane attorno ai 30 °C, come ci hanno abituato le minime termiche delle ultime estati. Dunque, fa decisamente caldo, e per le piante su balconi e terrazzi la situazione può diventare proibitiva.

Balcone e terrazzo baciato dal sole

Un balcone esposto a sud, senza strutture o piante che lo schermino, in piena estate riceve il sole dalle ore 9 alle 19 e nel cuore dell’inverno dalle ore 10 alle 15 (in questo caso però è una condizione favorevole per le piante: la serra fredda nelle giornate soleggiate si scalda a sufficienza per assicurare la sopravvivenza delle piante). Con il cambiamento climatico, è vero che si può trasformare in un inferno, perché in luglio la temperatura può toccare i 60 °C sul pavimento e sui muri: possono resistere solo specie da pieno sole, perché nemmeno le reti ombreggianti riescono a schermare efficacemente i raggi abbinati al calore eccessivo.

Questione di acqua…

Sicuramente uno dei modi per aiutare le piante in vaso a sopravvivere al grande caldo consiste nelle annaffiature regolari, anche 2 volte al giorno (mattina presto e sera) se necessario. Le alte temperature, infatti, fanno evaporare velocemente il liquido dal terriccio e, insieme con l’assorbimento radicale, è facile che questo risulti già prosciugato dopo 12 ore. Ricordiamo che gli stress idrici non solo rallentano le fioriture ma, in questa stagione, fanno anche seccare le foglie, quindi indeboliscono la pianta e, se arrivano all’appassimento, il processo può rivelarsi anche irreversibile. Per assicurare costantemente la giusta umidità, la soluzione migliore sta nell’impianto automatico d’irrigazione con centralina di comando (anche mediante App dallo smartphone).

… ma non troppa

Quando annaffiamo, prima di erogare il liquido verifichiamo che il terriccio sia effettivamente quasi asciutto: il consiglio vale anche – e soprattutto – se abbiamo l’impianto automatico. A volte, infatti, la pianta erbacea appare appassita, ma il substrato è ancora fradicio: è intervenuto un fenomeno di asfissia radicale oppure di lessatura delle radici, molto frequente su balconi esposti a sud, dove il sole batte per parecchie ore al giorno direttamente sui contenitori. In entrambi i casi le radici compromesse non riprenderanno più funzionalità, e la pianta non acquisirà nuovo turgore: va eliminata.

Evitare la cottura delle radici

I contenitori in plastica in estate si trasformano in piccoli forni se vi batte il sole per più di 3 ore a cavallo del mezzogiorno, quando la potenza solare è massima. Le radici possono scegliere se morire arrostite, con terriccio asciutto, o bollite, con substrato inzuppato. Per scongiurare questa evenienza, ricordiamoci di annaffiare la mattina presto (fra le 6 e le 8 è l’orario ideale) e/o la sera al tramonto (fra le 19 e le 21), in modo che nelle ore centrali il terriccio non sia né secco né fradicio. Se abbiamo portafiori in tondino metallico, o comunque aperti, nelle ore centrali sarebbe bene vaporizzare l’esterno delle cassette con acqua fredda; se invece abbiamo fioriere chiuse, magari in metallo, poniamo nell’intercapedine tra il portafiori e le cassette e i vasi del muschio oppure del terriccio universale da tenere sempre umido.

Ricordiamo infine che i vasi in terracotta e le fioriere in legno, a differenza di plastica e metallo, sono in grado di scambiare calore, mantenendo più bassa la temperatura del terriccio e dei vasi ed evitando anche da soli che le radici possano subire danni da caldo.

Vaporizzazione ok, ma…

Quando fa molto caldo, le piante chiudono gli stomi, ossia le aperture che consentono la traspirazione, per evitare di espirare acqua. Ma così facendo, si surriscaldano oltre misura, perché il vapore acqueo ne abbasserebbe la temperatura interna…

Per abbassare la temperatura del fogliame, la vaporizzazione con acqua riposata a temperatura ambiente (non fredda) è indubbiamente utile, ma per far sì che porti solo risvolti positivi, bisogna seguire altre piccole regole. La vaporizzazione in piena estate si può effettuare solo negli stessi orari dell’annaffiatura, dalle 6 alle 8 e dalle 18 alle 19: la mattina dobbiamo evitare che, quando il sole incomincia a ustionare, vi siano ancora gocce sulle foglie, che si comporterebbero come uno specchio ustorio; la sera dobbiamo scongiurare un ristagno idrico sul fogliame che favorirebbe le malattie fungine. Ricordiamoci infatti che, di norma, non si dovrebbero mai bagnare le parti aeree.

Piante arrostite

Capita che, nonostante tutte le precauzioni, quando la temperatura sale molto di giorno e non scende di notte, il sole splende feroce per tutto il giorno uno dopo l’altro, alcune specie o singoli individui erbacei vengano letteralmente arrostiti. È il caso per esempio di petunie, surfinie e calibracoe, ma anche di verbene, Dianthus, sutere, tageti e altre piante da pieno sole. Succede quando spira un vento rovente, che non solo soffoca e incendia noi umani, ma abbrustolisce letteralmente le piante, perché ne eleva la temperatura interna in maniera rapida e irreversibile, come se fossero state messe in forno.

Attenzione alle tende su balcone e terrazzo

Si potrebbe pensare che una tenda esterna possa ovviare a tutti i problemi di surriscaldamento e insolazione delle nostre amiche verdi: purtroppo non è così. Quando è tirata giù, trattiene sotto di sé l’aria afosa, bloccando la traspirazione vegetale e portando le piante anche a un appassimento rapido, seppur bagnate in abbondanza. Ancora peggio sono le tende “a capottina”, tipiche dei balconi a incasso, tirate giù fin quasi alla balaustra, perché oltre a fermare l’aria, tolgono anche la luce: in questo contesto possono resistere solo le piante grasse, che traspirano di notte, quando la tenda viene chiusa. Se proprio serve un po’ d’ombra, utilizziamo un ombrellone: ne esistono anche di piccoli e rettangolari, da balcone. L’importante è che non fermino l’aria rendendola stagnante e afosa.

Balaustra o ringhiera

Anche il tipo di recinzione del balcone o terrazzo gioca un ruolo importante. La ringhiera in tondino metallico permette il passaggio dell’aria che, se non è arroventata, contribuisce ad abbassare la temperatura dei vasi e delle piante. Quella in legno, tipica dei balconi di montagna, è un eccezionale coibentante, che impedisce alle temperature di salire eccessivamente, e blocca l’aria rovente. La balaustra in muratura o cemento, invece, si scalda a dismisura durante il giorno, accumulando calore e schermando i refoli d’aria, e di notte cede il calore accumulato a quanto gli è vicino. Quindi, d’estate è bene posizionare le piante il più lontano possibile da murature e balaustre esposte al sole. Non è una buona idea neppure bagnare muri e pavimento perché, quando la temperatura è intorno ai 30 °C, l’acqua si trasformerà rapidamente in un vapore caldo che lessa i substrati e le parti aeree dei vegetali.

Balcone e terrazzo all'ombra

L’esposizione a nord non riduce la necessità di acqua in piena estate, che non sarà acuta come sui balconi soleggiati, ma nemmeno così scarsa da permetterci di trascurare le nostre amiche da ombra.

Balcone e terrazzo al sole in piena estate - Ultima modifica: 2024-07-21T06:10:52+02:00 da Elena Tibiletti