L'arredo outdoor, cioè per esterni, oggi esiste in una molteplicità di modelli, che soddisfano ogni richiesta estetica, funzionale ed economica. Proprio per questo, però, è facile perdersi nel mare magnum dell'offerta se non si ha la conoscenza dei diversi materiali e della manutenzione che ciascuno comporta, inclusa la pulizia.
In questo articolo, in ordine alfabetico e in 25 voci, troverete le risposte a tutti i vostri dubbi in merito all'arredo outdoor.
- Acacia: legno ricavato dall’australiana Acacia melanoxylon, caratterizzato da una tessitura media e regolare, da un colore rosso-dorato e da ottima lucentezza naturale. È un legno forte, con una buona resistenza agli urti, di durezza media, e al tempo stesso ben lavorabile, dotato di grande flessibilità e compattezza. Offre eccellenti prestazioni in termini di bellezza, durata e resistenza, ed è anche capace di tollerare ottimamente l’umidità. Le sue eccellenti qualità sono note fin dall'antichità (è il legno con cui si tramanda venne costruita la biblica Arca dell'Alleanza). Oggi viene utilizzato per mobili e parquet di prestigio. Per la cura e la pulizia vedi Legno.
- Acciaio inox: metallo lavorato e trattato con processi che ne garantiscono l'elevato livello qualitativo, la resistenza e la durabilità all'esterno, l'inattaccabilità dalla ruggine. Tra i migliori c’è l’inox Aisi 304. Viene sottoposto a zincatura elettrolitica e verniciatura a polveri epossodiche termoindurenti specifiche per l'uso esterno. Le migliori aziende produttrici lo garantiscono anche con rigorosi test. La ferramenta, nei prodotti di marca, è anch’essa in acciaio inox. Non richiede particolare manutenzione: si pulisce con una spugnetta morbida, acqua calda e sapone neutro, si asciuga bene e si lucida con un panno morbido. Le macchie di calcare si eliminano con una soluzione di aceto bianco e acqua fredda. Non usate mai detergenti in polvere e pagliette abrasive che possono graffiare, né detersivi liquidi che contengono cloro, candeggina e acido muriatico che intaccano il metallo.
- Alluminio: metallo duttile color argento, estratto principalmente da minerali di bauxite, caratterizzato da notevole resistenza all’ossidazione, morbidezza e leggerezza. Per la vita in outdoor può essere anodizzato, cioè trattato in modo che formi in superficie uno strato di ossido sottile e compatto che ha proprietà isolanti, oppure può subire un procedimento di fosfatazione (copertura sottile di fosfato) e di successiva verniciatura a polveri di poliestere. Si ottiene un materiale facilmente trasportabile e installabile, che offre la massima sicurezza nel tempo, e in grado di sopportare condizioni meteorologiche avverse di ogni genere. I trattamenti protettivi consentono di colorare il prodotto finale. Per la pulizia, vedi Acciaio. Se si opacizza, passatelo con vaselina o aceto bianco, oppure fatelo lucidare.
- Bambù: materiale naturale ricavato da diverse specie di bambù (ne esistono diverse centinaia) nel Sud-Est asiatico. È assolutamente ecosostenibile: i bambù crescono fino a 120 cm in 24 ore, e le operazioni di taglio e lavorazione esercitano un minimo impatto ambientale; più impattante è invece il trasporto in Europa. È più leggero dell’acciaio ma estremamente forte in rapporto al peso (resistenza alla trazione di circa 12.000 kg/cmq, quasi il doppio dell’acciaio), flessibile, adattabile, esteticamente variegato. Viene tagliato e lavorato con facilità, nonostante la resistenza e la durezza; con opportuni accorgimenti risulta anche molto resistente agli attacchi di funghi e insetti. Subisce un trattamento di protezione per immersione in acqua o sabbia, oppure viene essiccato attraverso il fumo. Poi può essere lucidato con vernici che lo rendono più impermeabile: è comunque meglio non lasciarlo esposto alle intemperie (va ritirato all’asciutto in inverno). Si pulisce con un panno inumidito d’acqua e succo di limone filtrato, risciacquando con una spugnetta umida e lasciando asciugare bene all’ombra.
- Cotone: tessuto comunemente utilizzato per i cuscini outdoor. Attenzione: controllate che sia sanforizzato, cioè che abbia subito un trattamento di finissaggio tessile effettuato in pezza allo scopo di incrementare la stabilità dimensionale del tessuto al lavaggio. In sostanza, una fodera realizzata in cotone sanforizzato, quando verrà lavata, subirà accorciamento nullo o inferiore rispetto a una realizzata con tessuto non sanforizzato: è infatti irrestringibile.
- Cuscineria: i tessuti che la compongono devono avere precise caratteristiche, come l’impermeabilità o idrorepellenza (per impedire all’imbottitura di bagnarsi), l’inalterabilità ai raggi UV e alla luce in genere, l’oleorepellenza, la resistenza alle macchie e alle muffe, nonché alle escursioni termiche. Si tratta di tessuti sintetici specifici per l’outdoor, realizzati in vari materiali come il poliolefinic, l’ecopelle e altri. I migliori, oltre che belli, colorati, morbidi e antipilling (non fanno le “palline” con l’uso), sono spesso antiallergici, antibatterici, atossici, ecologici e riciclabili; possono anche resistere al cloro della piscina, all’acqua di mare o alla salsedine dell’aria. È preferibile che le fodere siano asportabili per lavarle; valutate anche se è possibile lavarle in lavatrice. L’imbottitura, spesso in poliuretano espanso, va invece lavata a secco, se necessario.
- Ecopelle: è un tipo di cuoio o pelle a ridotto impatto ambientale secondo la norma Uni 11427:2011, i cui requisiti in materia di salute e sicurezza, prestazioni del pellame, rispetto dei limiti delle sostanze chimiche e dei parametri ambientali devono essere rispettati. Non riceve alcun trattamento e deve essere lavata a mano con panno umido e sapone neutro. Attenzione: c’è anche chi definisce “ecopelle” un particolare tessuto ecologico, simile alla pelle naturale solo nell’aspetto, in quanto non deriva da pelli di animali, ma è costituita da materiali plastici e sintetici; ha i vantaggi di essere molto meno delicata della vera pelle, più facile da pulire e più economica.
- Ferro battuto: lega di ferro forgiata a caldo, quando diviene duttile e malleabile, e battuta (o sbalzata e intagliata) con il martello sull’incudine dal fabbro, fino a ottenere le forme desiderate. Se ne ricavano tavoli, sedie, lettini, panchine, pergole, tralicci e fioriere, oltre che recinzioni e cancelli. Per l’impiego outdoor, subisce la zincatura (bagno in vasche piene di zinco), oppure la cataforesi, o l’autoforesi o la verniciatura a polveri di poliestere, che lo rendono inattaccabile dagli agenti atmosferici. Un tempo solo nero, oggi è disponibile in numerosi colori. Attenzione: anche i mobili da giardino in acciaio dolce possono essere definiti “in ferro battuto”, perché quest’ultimo è una tipologia di acciaio e gli arredi sono battuti (o lavorati) a mano. Si pulisce con una spugna umida e un goccio di detergente delicato, tipo sapone di Marsiglia, asciugando bene con pelle di daino. Vedi anche Acciaio.
- Fibre artificiali: materiali sintetici, formati da diversi strati di polietilene ad alta resistenza, in genere riciclabili, che riproducono l'aspetto delle fibre naturali, es. midollino, rattan o vimini, e che garantiscono un utilizzo all'esterno assolutamente inattaccabile dagli agenti atmosferici (resistono tra –35 e +70 °C) e dal trascorrere del tempo. ogni grande azienda di mobili outdoor offre intrecci esclusivi, diversi uno dall’altro, ma tutti robustissimi, bellissimi e dalle finiture che li rendono perfettamente naturali al tatto e alla vista. In genere si possono lavare con la canna e il sapone neutro, o con l’idropulitrice a temperatura massima di 40 °C. Tra le più pregiate ci sono Polycore, Solana, Hularo (Dedon), Viro, Raucord (Rehau), Etwick, WarProLace ecc., tutte certificate dall’etichetta di garanzia. È invece molto economico il Polyrattan, di fabbricazione cinese, adatto per forniture bar, locali contract ecc. Si lavano con acqua e detergenti delicati (sapone neutro) sfregando le parti intrecciate con una spugna; per una pulizia profonda delle intercapedini si può usare uno spazzolino da denti. Evitate i detersivi aggressivi che possono corrodere o intaccare il materiale.
- Fibre naturali: abacà, bambù, banano, cocco, croco, giacinto acquatico, giunco, grey kubu, malaka, rattan e sea grass. L’abacà (o àbaca), dal colore variegato, viene ricavata dalle guaine fogliari di Musa textilis, un banano originario delle Filippine, lavorate in cordoncini compatti applicati a supporti in legno e trattati con collanti e vernici (spesso ecologiche, a base d’acqua) ed è molto resistente. Le foglie di banano vengono fatte essiccare e lavorate a mano fino a formare lunghe e resistenti corde, intrecciate per piccoli mobili; di aspetto gradevole, ma di scarsa durezza e soggetto a formazione di muffe se tenuto in luoghi umidi. Il cocco è la fibra che avvolge il guscio delle noci di cocco in India, che viene ammorbidita nell'acqua marina per poi intrecciarla. Il croco deriva dalla corteccia del rattan, è dotato di buona durezza e resistenza anche in esterni. Il giacinto acquatico deriva dall’omonima pianta infestante (Eichornia crassipes), i cui lunghi stoloni radicali, nell’Asia tropicale, vengono essiccati e poi intrecciati a mano per mobili color giallo paglierino, laccati, flessibili e resistenti. Il giunco (Juncus) è una canna piena, con midollo spugnoso, molto flessibile ed elastico; non è sinonimo di rattan. Il grey kubu è una fibra di rattan dalla tipica colorazione tendente al grigio. La malaka (o corteccia di malacca), variante pregiata di rattan, deriva dalle radici di Calamus ascipionum, le cui durezza e impermeabilità la rendono eterna in esterni: non teme né l’umidità né l’acqua; ha un colore inizialmente marrone scuro che, con la maturazione, assume varie tonalità di rosso per un particolare aspetto tigrato. Il sea grass è un’alga marina (Posidonia) della Cina e del Vietnam, la cui fibra viene asciugata e lavorata in corde da intrecciare. La multifibra ha una trama ricavata dall’intreccio di giacinto acquatico, banano, sea grass e rattan, lavorati dalle abili mani di esperti artigiani. Per le cure, vedi box.
- Ghisa: lega di ferro e carbonio caratterizzata da grande durezza e resistenza all'abrasione, ma maggiore fragilità. La grande quantità di carbonio esercita una notevole attività antiruggine, tanto che, anche in esterni, la verniciatura serve solo per motivi estetici. Economica e resistente all’usura e agli agenti atmosferici, si impiega per tavoli, pergole e vasi, nella certezza che non subiranno alcun danno né, dato il peso elevato, si rovesceranno. Per la pulizia, vedi Acciaio.
- Idropulitrice: ottimo strumento da utilizzare sugli arredi in plastica o in fibra sintetica, avendo l’accortezza di aggiungere acqua con disciolto una piccola quantità di sapone o altro detergente neutro, regolare la temperatura dell’acqua entro i 40 °C (se è una macchina ad acqua calda) e il getto a una pressione moderata (max 50 bar).
- Impregnazione: trattamento del legno finalizzato a renderlo più resistente contro gli attacchi di agenti esterni quali funghi, muffe e marcescenze varie, indispensabile per legni teneri come il pino e l’abete. Esistono diversi tipi di impregnazione: a pennello, a spruzzo, a immersione e in autoclave; i primi tre si limitano a proteggere il legno superficialmente mentre il procedimento di impregnazione in autoclave permette ai sali preservanti di penetrare nell’alburno (la parte esterna che avvolge il cilindro centrale) in profondità garantendo maggior protezione. Si effettua immergendo il legno in una soluzione salina all’interno dell’autoclave e creando stati di vuoto e pressione alternati; durante la fase di vuoto si elimina l’aria all’interno delle cellule del legno permettendo una penetrazione profonda dei sali, introdotti nella cisterna a una pressione di 10-12 bar. La durata del procedimento e la concentrazione di sali utilizzata variano in funzione della tipologia di legno e della sua destinazione d’uso, ed è più alta per i prodotti destinati al contatto diretto con il terreno. Le migliori aziende seguono le direttive Ral, volte alla salvaguardia della salute e dell’ambiente, e lo indicano nel certificato di garanzia del prodotto.
- Irrecuperabili: un arredo da giardino è irrecuperabile quando costituisce un pericolo per chi lo utilizza e non è più possibile ovviare per rimetterlo in sicurezza. Per es. piani in vetro scheggiati o fratturati, gambe spezzate o incrinate, sedute quasi sfondate ecc. obbligano a sostituire il mobile con uno nuovo. Anche un’estetica rovinata (per es. il legno ormai opaco, scolorito e usurato, la cuscineria irrimediabilmente macchiata o strappata) rappresenta un buon motivo per la sostituzione, eventualmente anche con prodotti economici (di qualità e durata inferiore rispetto a quelli di marca). Laddove invece è possibile effettuare, su un prodotto di qualità, una riparazione soddisfacente, che non comporti ulteriori rischi, è preferibile conservare un arredo che può durare ancora molti anni.
- Legno: le conifere (pino, abete e larice) sono le tipologie più economiche per realizzare mobili da esterni; viceversa acacia e teak vanno a costituire prodotti di fascia alta, anche perché si tratta di legni tropicali, mentre quelli di conifera provengono dall’Europa e in genere da zone di approvvigionamento che seguono severe politiche di riforestazione, risultando così anche ecocompatibili. I legni provenienti dal Nord Europa sono più pregiati perché il clima rigido porta a legnami più compatti, robusti e resistenti nel tempo. Attenzione: tutti i mobili in legno vanno sempre ricoverati in luogo protetto, fresco e asciutto, durante la cattiva stagione e, quando sono in uso, vanno subito asciugati con un panno morbido dopo una pioggia. La pulizia si effettua con una spugnetta imbevuta d’acqua e sapone neutro o di un detergente specifico per legno, passandola nel verso delle venature, quindi si ripassa con una spugnetta imbevuta di sola acqua e si asciuga con un panno morbido. Se necessario, a fine stagione potete passare i mobili con cera o con un ravvivante apposito. Non usate mai detergenti aggressivi, che rovinano il legno.
- Midollino: proviene dalla parte più interna del rattan, che viene trafilato in diversi diametri e con sezione cilindrica o piatta-ovale. Si ottengono così lunghi filamenti sottili e flessibili, facilmente intrecciabili a mano se vengono prima immersi in acqua. Si ottengono trame fitte e morbide, e tessiture dai disegni più vari, che possono essere colorati. È un materiale delicato, che va protetto dal sole e dall’umidità, altrimenti tende a ingrigirsi.
- Nyatoh (Solid Wood): legno asiatico, ricavato da Palaquium hexandrum (albero della guttaperca, Sapotacee) e altre specie, dalla naturale, tipica colorazione rossastra non uniforme, è meno resistente del teak e viene consigliato per un uso in esterno coperto. Eventuali spacchi o fessurazioni sono da ritenersi normali, così come la perdita della colorazione se viene esposto al sole, dove diviene grigio chiaro. Si consiglia un periodico trattamento con olio di teak per ravvivare i colori e la lucentezza.
- Plastica: data in genere da polietilene lineare o polipropilene, è indeformabile, resistente agli agenti atmosferici, ai raggi UV e alle escursioni termiche (non è indispensabile coprire o ricoverare il mobilio in inverno), resistente ma leggerissima, durevole e molto economica. Gli arredi in plastica sono facilissimi da montare (in genere a incastro), ma spesso banali (vengono stampati in serie) e poco decorativi (anche le colorazioni sono monotone, per mantenere basso il prezzo). Per evitare aloni è meglio sgrondarli e asciugarli dopo ogni pioggia. Si puliscono con uno straccio umido per non caricare elettrostaticamente la superficie, che altrimenti attira la polvere, aggiungendo se necessario un po’ di sapone o detergente neutro per rimuovere le macchie; poi si ripassa con sola acqua e si asciuga con un panno in microfibra. Attenzione: da evitare detersivi in polvere, paste abrasive e pagliette che possono graffiare; i solventi (acetone, trielina, ammoniaca) e i detergenti che li contengono anche in minime quantità perché intaccano la plastica; e l’alcool etilico che opacizza la superficie.
- Pulizia: tutte le fibre naturali sono soggette a usura nel tempo, all’aggressione degli insetti e alla formazione di muffe se tenute in luoghi umidi: non tollerano le intemperie, gli sbalzi climatici né il sole estivo. L’ideale sarebbe collocarli in una zona in ombra o soleggiata per poche ore al giorno, coprendoli con un telo di notte e in caso di pioggia. In inverno vanno tassativamente ricoverati in un locale chiuso, asciutto e non troppo freddo, come una cantina, un magazzino o perlomeno un portico: in questo caso però vanno coperti bene. La pulizia incomincia togliendo la polvere e le particelle di smog con l’aspirapolvere o una spazzola morbida asciutta. Poi si eliminano eventuali tracce di muffa passando uno straccio inumidito con acqua e ammoniaca. Le macchie si tolgono con una spugnetta imbevuta di detergente neutro. A fine stagione è bene stendere con un pennello un impregnante neutro, lasciando asciugare bene prima di coprire i mobili.
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Rattan: quello vero proviene dal Calamus rotang, una palma dell’Asia sud-orientale caratterizzata dai fusti nodosi o privi di nodo ma soprattutto esili e cilindrici, molto elastici, flessibili e leggeri, ma robusti e durevoli. Dai fusti, attraverso le lavorazioni di scortecciatura e trafilatura, si ottengono: il croco, il grey kubu e il midollino.
- Resina: materiale plastico di qualità più elevata, impermeabile, immune a muffe, umidità, salsedine, raggi UV ecc. in grado di rimanere all’aperto senza subire modificazioni nella sua struttura e rimanere intatta per decenni. È costituita da polimeri complessi e ne esistono di diversi tipi; con le lavorazioni viene modellata in qualsiasi forma, colorata a piacere e infine indurita in superfici molto resistenti, ma leggerissime. L’aspetto imita quello della resina vegetale, ma può essere decorata con diversi effetti che la fanno somigliare ad altri materiali come marmo, legno e vimini, pur risultando sempre piuttosto economica. È preferibile pulirla ogni giorno, con un panno umido o con acqua e sapone neutro, asciugandola subito dopo.
- Salsedine: nemica di alcuni materiali d’arredo outdoor, perché tende a corrodere le superfici danneggiando le vernici e i materiali stessi. Nei giardini delle case al mare sono sconsigliabili arredi fissi in ferro, che tende ad arrugginirsi, o in legno che può formare muffe e marcire. Le fibre sintetiche, la plastica e la resina sono i materiali migliori per questo tipo di ambiente.
- Scelta: oltre che dalla disponibilità economica e dal gusto personale, la scelta dipende essenzialmente dall’uso e dallo spazio a disposizione. Se il posizionamento fisso non è fattibile, la leggerezza o comunque la facilità di trasporto diventano elementi fondamentali. Così come i modelli impilabili o richiudibili sono necessari quando lo spazio verde serve anche ad altri usi (es. il gioco dei bambini) o quando il locale di rimessaggio invernale è piccolo. Valutate anche la resistenza agli agenti atmosferici e l’inalterabilità nel tempo di colori e finiture. Preferite modelli con cuscineria separata rispetto alla struttura del mobile, in modo da poterla facilmente ritirare in caso di pioggia improvvisa e lavare a fine stagione.
- Teak: ricavato da alberi tropicali asiatici della famiglia delle Verbenacee, in prevalenza da Tectona grandis (teak comune), è un ottimo legno per mobili da giardino perché, grazie a una resina oleosa naturale che lo rende estremamente resistente, sopporta molto bene le escursioni termiche, l'umidità, le piogge prolungate e gli altri agenti atmosferici, nonché la salsedine. È tuttavia sconsigliabile approfittarsene e lasciare gli arredi all’aperto in inverno... Per mantenere inalterato il color miele originario, che altrimenti tende a divenire grigio-argento, spalmatelo a inizio e a fine stagione prima con l’olio apposito e, dopo una settimana, con la cera. Per la pulizia, vedi Legno.
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Vimini: dal latino vimen, ossia “intreccio”, sono i rami giovani e flessibili del Salix viminalis, presente anche in Italia, intrecciati a mano. Il vimini viene prelevato durante l'inverno; nel caso venga scortecciato, assume seccandosi la tipica colorazione bruna; se invece i rami vengono lasciati a bagno tutto l'inverno, una volta scortecciati e seccati assumeranno un colore chiaro. Anche per queste fibre è necessario l’ammollo in acqua per permetterne la lavorazione. Oltre che per cesti, viene utilizzato per sgabelli, poltroncine e tavolini. È sensibile agli agenti atmosferici e va ricoverato in inverno. Per la pulizia, vedi Bambù.