L’aglaonema è una pianta tropicale, originaria dell’Asia sud-orientale, che assomiglia molto alla sudamericana Dieffenbachia. Fra le tante specie esistenti, vengono comunemente coltivate Aglaonema oblongifolium e A. commutatum, le due specie che raggiungono le maggiori dimensioni (fino a 1 m di altezza e diametro). La loro bellezza risiede nelle foglie di forma ovale, oblunga o lanceolata, spesso variegate di bianco o di argento, sorrette da lunghi piccioli.
A. commutatum cresce facilmente, ma perde pian piano le foglie basali e tende a inclinarsi: legate i fusti a un sostegno rigido. A. oblongifolium è reperibile nella varietà ‘Curtisii’, di lento accrescimento e con foglie verde glauco screziate da strisce trasversali di color grigio-argento; la pianta ha un portamento denso e compatto, ma quando cresce si spoglia anch’essa alla base, soprattutto se l’ambiente è troppo secco.
Come coltivare l'aglaonema
Posizione: in un punto luminoso se desiderate mantenere la screziatura del fogliame; con scarsità di luce diurna, le foglie diventeranno uniformemente verdi. In estate spostatela all’aperto in mezz’ombra. Il terriccio migliore è a base di terra di foglie, compost, sabbia e torba in parti uguali.
Temperatura: resiste fino a 12 °C. Sopporta malissimo il caldo: in estate va tenuta in luogo fresco e molto aerato e va vaporizzata ogni giorno.
Acqua: bagnatela in abbondanza in estate e anche in inverno con il riscaldamento acceso. Se è in una stanza fresca bagnatela poco, ogni 15 giorni. Più difficile della dieffenbachia da coltivare, perché ha bisogno di molta umidità, sia nel substrato, sia nell’ambiente, ma teme i ristagni idrici che fanno marcire le radici carnose. Va quindi bagnata e vaporizzata con regolarità.
Concimazione: da aprile a ottobre, ogni 15 giorni, con un prodotto liquido per piante verdi.
Moltiplicazione: per divisione dei cespi o per talea. La divisione dei cespi si svolge in aprile-maggio: una volta svasata la pianta, si separano i cespi radicali con un coltello affilato, facendo in modo che ogni cespo porti almeno tre-quattro germogli; i cespi si invasano con il terriccio del tipo per piante verdi. Le talee sono i germogli basali o i polloni con almeno due foglie, da prelevare in aprile-maggio. Si possono utilizzare anche le talee apicali o di fusto (che portino almeno tre nodi), da prelevare, nel mese di giugno, quando il fusto si è spogliato alla base. La talea apicale si interra in posizione verticale, quelle di fusto si appoggiano, orizzontali, su un substrato di torba e sabbia, da mantenere sempre inumidito ma non fradicio, in ambiente fresco. Evitare assolutamente l’esposizione delle talee al sole.
I nemici dell'aglaonema
Se sui fusti e sulle foglie (soprattutto sulla pagina inferiore) compaiono minuscoli fiocchetti bianchi, si tratta della cocciniglia cotonosa, il parassita più frequente dell’aglaonema. Significa che l’ambiente in cui vive la pianta è troppo caldo e secco: migliorate l’umidità ambientale vaporizzando ogni giorno il fogliame e ponendo il vaso in un sottovaso con ghiaia coperta da un filo d’acqua. Indossando guanti di lattice, schiacciate fra le dita le cocciniglie se sono ancora poche; in caso contrario trattate con un insetticida anticocciniglia.
Se le foglie ingialliscono uniformemente, dalla punta verso il picciolo, e diventano molli e poi nerastre, la causa è un eccesso d’acqua. Svasate subito la pianta, togliete delicatamente il terriccio troppo bagnato e sostituitelo con una miscela di terriccio asciutto. Rinvasate ponendo due dita di ghiaia o argilla espansa sul fondo del vaso come drenaggio. Riducete le annaffiature, ma vaporizzate con regolarità il fogliame. Se però le radici sono già nere, molli ed emanano cattivo odore, non c’è più nulla da fare...
Se le foglie tendono a ingiallire ma, prima di essere completamente gialle, incominciano a seccarsi, la causa è una mancanza d’acqua e d’umidità. Vaporizzate acqua ogni giorno, anche due volte, mattina e sera; aumentate anche la frequenza delle annaffiature, ma togliete sempre56 l’acqua stagnante nel sottovaso.