Il genere Acer comprende oltre 150 specie originarie di Europa, Cina, Giappone e America settentrionale.
Il nome, dal latino acer, cioè ‘appuntito’, si deve al botanico francese Joseph Pitton de Tournefort ed è un chiaro riferimento all’estremità affusolata delle foglie palmate, che possono presentare tre, cinque, sette o più lobi.
La bellezza degli aceri
In molti esemplari provenienti dall’Estremo Oriente e dall’America, considerati tra i più decorativi, la chioma assume colorazioni autunnali molto vivaci, dall’arancio al rosso e dal bronzo al porpora. Le collezioni di alcuni giardini botanici e i boschi spontanei di acero sono meta di turismo sia negli Stati Uniti e Canada sia in Giappone, proprio per le scenografiche esibizioni del fogliame a fine stagione. Il termine giapponese momijigari (‘caccia alle foglie di autunno’) indica infatti la tradizione di passeggiare nelle campagne per ammirarne i colori fiammeggianti.
Dai piccoli cortili urbani ai grandi parchi esiste un tipo di acero appropriato a ogni spazio e situazione: l’altezza varia da 1 a 30 m e la provenienza è solitamente una buona indicazione della futura taglia, poiché la maggior parte degli aceri di origine americana raggiunge grandi dimensioni, mentre quelli orientali sono piccoli e con forme scultoree.
Gli aceri rappresentano sempre una continua fonte di attrazione in ogni giardino. Cominciando dalla primavera con lo spuntare delle gemme e seguendo poi lo scorrere delle stagioni, gli aceri sono un susseguirsi di colori che ha il suo culmine in autunno, quando con i primi abbassamenti delle temperature notturne i pigmenti delle foglie virano di colore facendo assumere alla pianta l’aspetto di lingue infuocate.
Le loro tinte autunnali non hanno nulla da invidiare agli alberi o ai cespugli in fiore della primavera, spaziando maggiormente su tonalità più calde come l’arancio, il rosso, il bronzo e l’ambra, che ci proiettano verso atmosfere invernali nel tepore delle più raccolte ambientazioni domestiche.
Fiori e frutti degli aceri
Presi singolarmente i fiori sono poco vistosi, hanno infatti dimensioni ridotte e di norma colori poco appariscenti: quelli maschili sono riuniti in grappoli, chiamati in gergo tecnico “corimbi”, quelli femminili in “amenti” e nell’insieme sono lunghi pochi millimetri. Tuttavia in alcune varietà queste infiorescenze risultano più evidenti, presentando colorazioni che contrastano con quella delle foglie.
I frutti, anche questi di dimensioni ridotte, sono dotati di una piccola estroflessione membranosa a forma di ala (“sàmara”), che permette al seme di essere trasportato dal vento lontano dalla pianta madre, dove potrà germogliare senza entrare in competizione con questa per lo spazio e i nutrienti. In alcuni casi mostrano colorazioni sgargianti dall’aspetto estremamente decorativo.
Varietà di aceri
Oltre alle specie di aceri spontanei e di aceri giapponesi, esistono altre specie coltivate nel nostro Paese. Alcune tra le più interessanti sono:
- Acer negundo ‘Flamingo’, originario dell’America del Nord, ha portamento arboreo raggiungendo velocemente i 20 metri di altezza. Le foglie sono pennate e nella varietà ‘Flamingo’ presentano una meravigliosa screziatura bianca e verde e le nuove gemme mostrano delle sfumature rosse. La sua posizione ideale in giardino è nelle strette vicinanze di altra vegetazione dalle tinte più cupe così da poter giocare sul contrasto dei colori.
- Acer griseum è una pianta di origine cinese. Più che un albero ha l’aspetto di un grosso arbusto raggiungendo gli 8 metri di altezza e facendo crescere le ramificazioni già in basso sul fusto. La caratteristica più attraente di quest’acero è la corteccia che con il passare degli anni tende a esfoliarsi lasciando sul tronco delle zone lucide di colore più chiaro accanto a lembi opachi e più scuri. La crescita non è particolarmente rapida.
- Acer rubrum, proviene dall’America settentrionale dove cresce anche in terreni poveri di sostanza organica. Le foglie sono trilobate di colore verde intenso. La sua attrattiva principale sono le colorazioni autunnali che possono virare verso il rosso fuoco, offrendo in giardino uno spettacolo davvero eccezionale.
- Acer saccharum, oltre che essere famoso per le belle colorazioni del fogliame in autunno, questa pianta è nota anche per essere la fonte dello sciroppo d’acero, che si ricava dall’ebollizione della sua linfa. È un albero di grandi dimensioni che può raggiungere anche i 30 metri di altezza.
Come coltivare gli aceri
- Le condizioni ideali per la crescita degli aceri sono terreni freschi e leggeri, ben drenati ma non asciutti; ed esposizione al sole del mattino e ombra luminosa nel pomeriggio, specialmente d’estate se si superano i 28-30 °C.
- Queste condizioni possono rivelarsi difficili da ricreare nei centri urbani di solito fortemente surriscaldati, in particolare per quanto riguarda la coltivazione in vaso. Vanno evitate situazioni di pieno sole per tutta la giornata e l’eccessiva prossimità a pavimentazioni o pareti che riflettono il calore estivo sulle foglie.
- Posizioni che rimangono a mezz’ombra almeno per la seconda metà della giornata si creano sotto la chioma di alberature più alte e non troppo dense, che generano una luce filtrata, ma anche all’ombra di edifici o schermature che offrano rifugio agli aceri giapponesi nelle ore più assolate mantenendo così una migliore colorazione del fogliame, anche se va ricordato che i soggetti a foglia rossa preferiscono una buona illuminazione tutta la giornata.
- Gli aceri giapponesi richiedono protezione da venti freddi, che possono danneggiare la chioma e creare problemi fisiologici.
- I ristagni d’acqua possono causare gravi danni in poco tempo. È importante garantire un drenaggio ottimale e mantenere il colletto della pianta in una posizione leggermente sollevata rispetto al terreno. Se alcune radici rimangono scoperte, si possono comunque ricoprire poi con pacciamature adatte.
- Durante la stagione vegetativa e nei mesi estivi è necessario apportare irrigazioni regolari evitando di lasciare asciugare troppo il terreno per scongiurare il disseccamento del fogliame, che reagisce immediatamente tanto alla scarsità idrica quanto all’eccesso.
- Le varietà giapponesi sono talvolta soggette a verticillosi, una malattia fungina che colpisce i delicati organi interni di fusto e rami. L’unico rimedio è prevenirla con buone norme di coltivazione.
- La moltiplicazione si effettua con la semina per le specie e con talee o con innesto per le cultivar.
- L’acero giapponese è spesso ritenuto una pianta acidofila: Acer palmatum mostra una preferenza per i terreni neutri o acidi, ma sopporta abbastanza anche quelli leggermente alcalini, purché l’impasto e le irrigazioni siano conformi alle richieste di coltivazione. Nei terreni argillosi e calcarei si possono aggiungere torba e terriccio organico nella buca.
- È apprezzata una leggera pacciamatura con letame maturo o composta di foglie a fine autunno, ma si possono utilizzare altri tipi di concime anche a inizio primavera o in fasi successive, senza eccedere con prodotti ad alto contenuto di azoto che causano una risposta vegetativa dei germogli tardivi, che poi non riescono a lignificare prima dell’inverno e rimangono vulnerabili al gelo.
(tratto da “Aceri, fuoco d’ottobre”, di L. Ferrari, n. 10-2010)