Il dry garden (giardino senz'acqua) si può realizzare con i cactus, le piante appartenenti alla grande famiglia delle Cactacee. Pochissima acqua, pochissimo concime, attenzioni minime, e in cambio un vero spettacolo di forme e di colori, tanto più d'attualità ora che si parla molto, finalmente, di risparmio idrico e di giardinaggio ecosostenibile.
I cactus subdesertici per il dry garden
In natura, sul nostro Pianeta, moltissime sono le aree geografiche caratterizzate da un ambiente subdesertico, e non si trovano solamente in ambienti esotici e tropicali: tutto il Mediterraneo offre questa caratteristica nelle zone costiere o interne particolarmente calde e asciutte, dove prosperano specie succulente e altre tipologie vegetali capaci di adattarsi all'aridità magari seguita da un periodo autunnale piovoso. Diverso è l'ambiente desertico, in cui le piogge possono essere rarissime; si tratta di un ecosistema che riceve pochissima pioggia e nel quale la vegetazione si è adattata al basso tasso di umidità.
Oltre ai cactus veri e propri, creature gigantesche (alte anche più di 10 metri), ci sono moltissime specie succulente. Queste specie hanno foglie e/o fusti che immagazzinano una grande quantità di acqua per utilizzarla con estrema parsimonia. L'acqua assorbita durante i periodi di pioggia viene amministrata sapientemente, durante i periodi di siccità, migrando a ogni distretto dell'organismo della pianta in base alle necessità imposte dal suo ciclo biologico naturale. Per la presenza del tessuto succulento, foglie, fusti e radici di queste piante diventano carnosi e ingrossati, assumendo forme particolari quali quelle sferiche, colonnari, a rosetta, appiattite ecc.
Le succulente sono spesso indicate, erroneamente, col termine generico di 'cactus', che in realtà si riferisce a una determinata famiglia di tali piante, le Cactacee, tutte originarie delle Americhe. Mentre quasi tutti i cactus sono succulente, non tutte le succulente sono cactus.
Un aspetto particolare di cactus e succulente è legato alla loro fioritura, spesso assolutamente affascinante. Specie come il 'cuscino della suocera', Echinocactus grusoni dalla forma sferica, producono fiori grandi e profumati; alcuni Selenicereus fioriscono solo di notte, profumando l'aria; altri danno fiori piccoli ma numerosi, disposti a corona.
Nelle zone subdesertiche ci sono poi altri tipi di piante, non succulente ma comunque capaci di risparmiare risorse idriche e di resistere al vento, alla salsedine e agli attacchi di animali. Molte di esse sono diventate beniamine dei giardini e terrazzi a bassa manutenzione, come i vari tipi di yucca, l'elegantissimo Dasylirion, messicano, oggi ampiamente prodotto nei vivai italiani, e il Phormium o 'lino della Nuova Zelanda', arbusto sempreverde originario del continente australiano, con ampi cespi di lunghe foglie nastriformi, lunghe anche 120-150 cm.
Come realizzare un dry garden
La facile reperibilità di specie desertiche e subdesertiche ha reso interessante anche in Italia il dry garden o giardino secco, suggerito per tutte quelle situazioni in cui sia indispensabile un serio risparmio idrico ottenendo un aspetto estetico curato e affascinante.
Poche le attenzioni necessarie: un ottimo drenaggio (eventualmente provvedere a rialzare l'aiuola, creando uno spessore di ghiaia alla base); una scelta vegetale con armonia di forme e colori, considerando che molte specie offrono quasi sempre una gamma di varietà con effetti cromatici particolari o con variegature decorative vistose; l'uso di sassi, ghiaia e pietre con effetto architettonico (moderno e geometrico) oppure naturalistico, imitando la natura con creatività.
Prima di acquistare le piante documentatevi sulla loro capacità di resistenza al gelo; spesso è elevata in condizioni di assoluta siccità invernale, fattore da ottenere con serre oppure ombrelli posizionati sopra i cactus. E le irrigazioni? Seppure scarse, sono comunque da prevedere, soprattutto a fine primavera quando il fabbisogno è più elevato che in estate; con il caldo, le piante entrano in riposo, e lo lasceranno anche a voi!
Dall'Hylocereus ecco il dragon fruit
• Tra le tante specie di cactus comuni nei giardini e in vaso c'è il genere Hylocereus, una Cactacea epifita che vive sulla chioma dei grandi alberi delle foreste tropicali o su rocce umide e calde. La pianta sviluppa fiori composti molto grandi, lunghi fino a 30 cm, con molti petali a colori vivaci.
• Gli Hylocereus sono coltivati sia per la forma molto bella e curiosa, con i fusti triangolari e piccoli mazzetti di spine disposti geometricamente lungo la costa del fusto, sia per la fioritura vistosa ed effimera (molto breve), che di norma avviene di notte (di giorno il fiore si chiude) o viceversa. La fioritura del singolo fiore raramente dura più di un giorno o due, la pianta però produce diversi fiori.
• Recentemente, una specie di Hylocereus ha conosciuto un repentino successo: si tratta di Hylocereus undatus, i cui frutti sono noti come 'Pitaya' o 'Dragon Fruit', oggi facilmente reperibili nei supermercati soprattutto nel periodo natalizio.
Altre piante per il dry garden
• Le specie succulente e i cactus statuari sono le specie che più di frequente vengono associate all'idea del deserto, ma le zone subdesertiche sono popolate anche da molte altre piante capaci di resistere all'aridità e al vento, come le yucche, il Dasylirion (D. acrotrichum, D. serratifolium, D. longissimum), il Phormium.
• Si tratta di specie molto facili e resistenti, apprezzabili per l'aspetto scultoreo e per i colori particolari, che vanno dal grigio metallico (spettacolare il colore e la forma di Dasylirion glaucophyllum) al porpora come gli splendidi Phormium 'Red Sensation' e 'Purpureum', passando per le tipologie a foglia variegata in bianco. Ottime anche in vaso e di lunga durata, sono un po' sensibili al freddo invernale; nelle regioni padane sopravvivono in esterni se sono in zona protetta, ben avvolte in teli di non-tessuto e con uno spesso strato di pacciamatura sopra le radici. Altrimenti, meglio spostarle in una serra non riscaldata e molto luminosa.
Come maneggiare i cactus
• Le piantine di cactus crescono con rapidità e facilità: ecco perché è facile trovarle in vendita, piccolissime, per pochi euro. L'operazione di trapianto è subito necessaria perché i vasetti sono molto piccoli e nel giro di poche ore le radici si asciugano del tutto, inoltre è impossibile vederle crescere in così poco spazio. Trapiantatele sollevando la zolla radicale grazie a una striscia di carta avvolta intorno alla pianta spinosa.
• Così estratta, la piantina sarà messa a dimora in un nuovo vasetto; una matita o bastoncino aiuterà il terriccio a scendere lungo i lati. Dopo il trapianto pressate bene e innaffiate poco; dopo un quarto d'ora togliete l'acqua rimasta nel sottovaso. Aspettate una settimana prima di mettere la pianta in pieno sole.
• Per la pulizia utilizzate un pennellino morbido; pulite le piante almeno ogni 15 giorni.