In autunno dal fruttivendolo le castagne sono sempre meno e costosissime: colpa (anche) della vespa cinese, per i tecnici “cinipide galligeno del castagno” (Dryocosmus kuriphilus), arrivata dal Nord della Cina nel 2002 in provincia di Cuneo e rapidamente diffusasi sul Tirreno fino alla Campania e poi in Lombardia, Veneto, Friuli ed Emilia Romagna.
Attacca indifferentemente sia il castagno europeo (Castanea sativa), selvatico o innestato, sia gli ibridi euro-giapponesi (C. crenata x C. sativa).
Il ciclo biologico della vespa cinese del castagno
L'insetto compie una generazione l'anno e si riproduce per partenogenesi, ossia senza la presenza dei maschi, che infatti sono totalmente assenti dal ciclo biologico poiché dalle uova si originano solo femmine.
Le larve svernano all'interno delle gemme, che non appaiono anomale: è con la ripresa vegetativa che le larve provocano la reazione delle piante con la formazione, nell'arco di un paio di settimane, delle galle. Le larve vi permangono all'interno per tre-quattro settimane, quindi s’impupano tra giugno e luglio e si trasformano in femmine adulte che fuoriescono dalle galle.
Le femmine (lunghe 2,5-3,0 mm) di colore nero non si nutrono e subito depongono le uova all'interno delle gemme. Verso la fine dell'estate (agosto-settembre), dopo 30-40 giorni dalla deposizione delle uova, si formano le larve svernanti.
I danni e la lotta obbligatoria
La formazione delle galle impedisce lo sviluppo dei fiori maschili, con conseguente assenza dei frutti. Inoltre il castagno negli anni si indebolisce, esponendosi all’attacco di altri parassiti.
Dato che al momento non esistono mezzi di lotta realmente e rapidamente efficaci, per evitare la perdita dei castagneti nazionali non stupisce che sia stato emanato il decreto di lotta obbligatoria al parassita. In caso di avvistamento del parassita, è d’obbligo (D. Min. 23/02/2006, G.U. n. 61) avvisare il Servizio fitosanitario della propria Regione.
Come combatterla
I trattamenti insetticidi non solo non hanno fornito risultati significativi, ma sono anche sconsigliati visto che andrebbero eseguiti in zone forestali di elevato valore ambientale, con un impatto notevole.
A livello familiare, si può intervenire sulle piante giovani (di dimensioni contenute), asportando le galle da metà maggio a metà giugno mediante potatura prima dello sfarfallamento delle femmine (indicativamente entro la metà di giugno) e distruggendole subito.
Nell’attesa di ottenere cloni vegetali resistenti alla vespa, si consiglia di piantare solo esemplari certificati sani dal punto di vista fitosanitario.
In Piemonte e nel Lazio, su castagneti infestati sono stati effettuati test di lotta biologica con l'imenottero calcidoideo Torymus sinensis, che da molti anni viene impiegato con successo in Giappone, e che anche in Italia sta dando buoni risultati, riducendo le popolazioni di vespa cinese.