Le fisiopatie sono stati di sofferenza causati da problemi ambientali, e non da malattie o parassiti (quindi non richiedono trattamenti con prodotti).
Tra le fisiopatie, una delle più importanti è lo stress da trapianto, dovuto al cambio di ambiente (da vaso a piena terra, da vaso più piccolo a vaso più grande), con conseguente variazione di esposizione, aggiunta di nuovo terriccio, eventuali danneggiamenti alle radici, al colletto o al fogliame durante l’operazione ecc.
Lo stress da trapianto colpisce indistintamente tutte le piante che, più o meno, sono sempre esposte a questo tipo di stress. Sono più sensibili le piante erbacee e quelle appena germogliate, le piante legnose di ogni età se spostate dal vaso alla piena terra e quelle legnose adulte o anziane o di grandi dimensioni. Alcune specie, in particolare, non sopportano i trapianti: è il caso di aceri giapponesi, edera, peonie, papaveri, carote, sedano, ravanelli ecc.
Come si manifesta e che danno provoca
Per le prime due-tre settimane seguenti al trapianto l’esemplare arresta la crescita e l’emissione di nuove foglie, germogli e fiori, rimanendo “fermo”. Trascorso questo periodo però, se l’esemplare è sano e sta bene, riprende a crescere e fiorire con più vigore di prima. Nelle piantine da orto si nota un appassimento che dura in genere fino a una settimana.
Se il trapianto viene eseguito correttamente e nel momento migliore (primavera-estate per i rinvasi, autunno e giornate meno rigide dell’inverno per la messa a dimora in piena terra), lo stress da trapianto è transitorio e non causa danni. In caso contrario può perdurare la stasi di crescita, seguita anche da un appassimento prolungato e da un deperimento: la causa va ricercata in qualche errore nell’esecuzione del trapianto.
Colpisce in occasione di ogni tipo di operazione sul substrato, compreso il raschiamento del terriccio in superficie nel caso di soggetti coltivati in grandi vasi che non si possono ingrandire ulteriormente. In genere rinvasi, trapianti, impianti e rinnovamenti si effettuano in primavera o in autunno.
Come si previene e si rimedia
Compiete questo genere di operazioni nel periodo più adatto, su piante sane, eseguendole in maniera corretta; lo stress per la pianta si ridurrà al minimo.
Durante il trapianto manipolare il meno possibile la pianta, evitare di tirarla per estrarla dal vaso, mantenere il più possibile integro il pane di terra. Dopo due-tre settimane dall’operazione, somministrate un prodotto integratore (biostimolante o corroborante), che aumenta la vitalità delle piante rinvigorendole e stimolandole a crescere.