Se pensate che dimenticarsi di bagnare le vostre piante non crei loro problemi, vi sbagliate: questi squilibri causano nei vegetali un grave stress idrico che, in più o meno tempo, le porta alla morte!
Che cos’è lo stress idrico
Si tratta di una fisiopatia determinata da un’estrema mancanza di acqua, indispensabile alle piante per effettuare la fotosintesi clorofilliana e la traspirazione fogliare, e per mantenere il turgore delle tenere parti erbacee.
Quali piante riguarda
Tutte le piante ma in particolare quelle erbacee, il cui turgore è determinato solo da una sufficiente pressione dell’acqua all’interno; quelle di nuovo impianto o appena trapiantate, perché le radici si devono adattare al nuovo ambiente esplorandolo alla ricerca di fonti idriche; o quelle appena germogliate, che per crescere hanno bisogno di moltissima acqua. Il problema è più frequente e drammatico nelle piante coltivate in vaso, che non hanno a disposizione ampie fasce di terreno da esplorare con le radici per cercare l’acqua in esso contenuta.
Come si manifesta lo stress idrico
Il primo segnale consiste in un rammollimento delle foglie, che non presentano il solito turgore tipico della specie; se la carenza persiste, le foglie appassiscono e, se la pianta è erbacea o appena germogliata, si piegheranno anche i rametti e il fusto. Se lo stress continua, subentra un ingiallimento delle foglie, che poi si seccano, fino alla morte rapida della pianta.
Che danno provoca
Se lo stress non è prolungato, la pianta mostrerà un arresto della crescita e/o della fioritura o produzione di frutti, ma sarà anche più vulnerabile all’attacco di malattie fungine e parassiti, come il ragnetto rosso. Dopo stress prolungati si instaura un punto “di non ritorno”, oltre il quale, anche fornendo ingenti quantità d’acqua, il vegetale non è più in grado di assorbire perché le radici hanno perso la loro funzionalità.
Quando colpisce
Durante la stagione vegetativa, quando gli esemplari assorbono grandi quantitativi d’acqua per favorire la naturale crescita, fioritura e fruttificazione. Il momento peggiore (quello in cui non bisogna mai dimenticarsi di annaffiare) si ha poco dopo la ripresa vegetativa primaverile, quando la pianta, oltre a emettere nuovi germogli e crescere, produce anche i fiori.
Un altro momento critico è dato dalle caldissime giornate di piena estate, quando la pianta richiede più acqua anche per abbassare la temperatura interna a causa della calura e del solleone.
Infine, anche l’inverno senza precipitazioni può portare, nell’arco dei mesi, a questa manifestazione.
Come si previene lo stress idrico
Assicurando la quantità d’acqua necessaria a ogni pianta secondo le condizioni ambientali e meteorologiche in cui si trova giorno per giorno. Se non è possibile bagnare con regolarità, premunitevi con vasi o terricci a riserva d’acqua, perle d’acqua, acqua complessata, conetti d’irrigazione, kit o impianti d’irrigazione automatizzati.
Come si rimedia
Annaffiare in abbondanza, con il sottovaso, facendo sgrondare l’eccesso rimanente dopo 30 minuti; non dimenticarsi di bagnare ogni volta che il substrato in superficie si è asciugato.