La castrazione del cane o del gatto è un’operazione ormai di routine. Nella prima parte abbiamo visto le ragioni dei pro e dei contro alla sterilizzazione, mentre in questo post vediamo come si svolge l’operazione e cosa comporta dopo.
Castrazione del gatto, del cane e degli altri animali domestici
Nel maschio di cani, gatti, conigli e furetti, l’epoca migliore per effettuare la sterilizzazione è compresa fra i 6 mesi del coniglio e i 14 mesi di un cane di taglia grande, per ottenere il completo sviluppo dei testicoli ma evitare che l’animale vada in calore per la prima volta.
L’operazione è veramente non invasiva: dopo 8 ore di digiuno, viene effettuato un rapido controllo medico preliminare alla somministrazione di una leggera anestesia, che richiede la firma di una liberatoria da parte del proprietario. Appena l’animale è addormentato, il veterinario pratica una piccolissima incisione per togliere i testicoli. Indi inietta un antinfiammatorio che ha funzione anche di antidolorifico e un antibiotico retard, che copre l’animale per 15 giorni. Infine, somministra un farmaco che accelera lo smaltimento dell’anestesia e favorisce il risveglio.
Appena l’animale si è svegliato e il veterinario è dunque sicuro che il paziente stia bene, viene restituito al proprietario, che lo riporta a casa con la raccomandazione di mantenerlo tranquillo fino a risveglio del tutto completato. La sera l’animale può già consumare un pasto leggero. Il dolore è pari a quello di un banale taglietto su una nostra mano.
La sterilizzazione del cane femmina e delle altre specie
Nella femmina di cani, gatti, conigli e furetti, l’epoca migliore per effettuare la sterilizzazione è compresa fra i 5-6 mesi della coniglia e i 10-12 mesi di una cagna di taglia grande, per completare lo sviluppo dell’apparato riproduttivo, evitando che l’animale vada in calore per la prima volta e possa rimanere gravida.
La terapia anticoncezionale tramite gocce orali viene proposta dai veterinari solo come soluzione momentanea, (se prolungata nel tempo, favorisce lo sviluppo di tumori dell’apparato riproduttivo) se si desidera avere una cucciolata, in modo da procrastinarla dopo l’anno d’età della femmina, perché essa sia ormai del tutto adulta e possa così dare cuccioli più robusti e seguirli con più maturità dopo la nascita. Terminato l’allattamento, si procede con la sterilizzazione chirurgica.
La sterilizzazione nella femmina va effettuata in un periodo in cui non sia in calore. I preliminari (digiuno, controlli medici e anestesia) sono gli stessi che per il maschio. Durante l’operazione, il veterinario asporta utero e ovaie (lasciare l’uno o le altre espone comunque al rischio di tumori) attraverso un taglio di 2-6 cm a seconda della taglia dell’animale. I punti variano da 1 a 10 a seconda della lunghezza del taglio. La cicatrice scomparirà del tutto in mezzo al nuovo pelo. Anche in questo caso viene poi somministrato un antinfiammatorio, un antibiotico retard e l’antidoto all’anestetico. Poi il veterinario applica una garza di protezione della ferita e un’imbragatura di rete elastica per impedire all’animale di togliersi la garza, leccarsi la ferita e strapparsi i punti. Imbragatura e punti verranno tolti dopo 10 giorni.
Al ritorno a casa la femmina va lasciata tranquilla: soprattutto la gatta, ancora intontita dall’anestesia, deve rimanere per qualche ora nella gabbietta, perché potrebbe farsi male cercando di saltare e sbagliando l’appiglio. La sera può consumare un pasto molto leggero (es. mezzo omogeneizzato oppure 30 g di pollo lesso).
Gli effetti della sterilizzazione e della castrazione
Il carattere dell’animale non cambia assolutamente dopo la sterilizzazione. Cambia invece l’istinto alla fuga: difficilmente maschi e femmine si allontaneranno molto da casa. I maschi inoltre saranno meno aggressivi nei confronti dei loro simili maschi.
È vero invece che, avendo meno spinta a muoversi, maschi e femmine possono correre il rischio di ingrassare. Sta al proprietario somministrare un’alimentazione in dosi equilibrate, eventualmente scegliendo mangimi commerciali sterilized e mantenere attivo il proprio quattro zampe con attenzioni e giochi di movimento.
Nel cane e nel gatto, alcuni soggetti maschi possono mantenere un residuo tasso di testosterone più alto del normale, inducendoli a provare a montare femmine o altri maschi. È un comportamento che non deve assolutamente allarmare: è frutto solo dell’istinto e della fisiologia e non è comunque nocivo, né dà adito a procreazione.
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