perovskia
La perovskia resiste al caldo più infernale e al secco.
Scomposta e rigogliosa, la perovskia si fa notare per la fioritura lunghissima e ininterrotta che avviene anche in vaso con generosità

La chiamiamo ancora con il nome di perovskia (Perovskia atriplicifolia), comunemente detta “salvia russa” anche se le ultime ricerche biomolecolari l’hanno trovata così affine al genere Salvia da doverla rinominare come Salvia yangii. Poco importa del nome, perché è la fioritura che conta: una cascata ininterrotta da luglio a ottobre di fiorellini classicamente blu-violetti amatissimi dalle api. Ed è una pianta affascinante anche per le foglie grigio-argentee, che in primavera emanano un aroma effettivamente simile a quello della salvia.

Tra le varietà, ‘Blue Spire’ ostenta fusti quasi bianchi in inverno, ‘Blue Haze’ si ricopre in estate di fiorellini color lavanda, mentre ‘Blue Mist’ sfoggia una fioritura azzurro chiaro.

Si tratta di un'erbacea perenne suffruticosa, cioè lignificata alla base che si spoglia, mentre le numerose ramificazioni erette, semilegnose alla base ed erbacee nella parte superiore, possono raggiungere i 120 cm di altezza e di estensione. Produce agli apici spighe di fiorellini minuscoli di colore blu-viola.

In vaso poca acqua

Per dare il meglio, la perovskia richiede una posizione soleggiata e un vaso piuttosto grande (32 cm ø per una pianta alta 50 cm), con un ottimo drenaggio sul fondo e un buon terriccio universale a riempire gli spazi. Il rinvaso si effettua ad anni alterni nei primi 6 anni, poi può bastare il rinnovo del terriccio superficiale, oppure un rinvaso ogni 3 anni fino alla massima dimensione.

Ama il caldo e resiste all’aridità: sopporta oltre 40 °C, ma sopravvive anche al freddo fino a –8 °C perché perde la parte aerea che spunta nuovamente in primavera.

Le annaffiature devono essere mediamente abbondanti ma non troppo frequenti, neanche in estate: è meglio dare 3 l ogni 4-5 giorni in piena estate, piuttosto che meno acqua ma più ravvicinata. L’apporto va calibrato in base alla stagione, alla fase fenologica (se cioè sta fiorendo o no) e alla temperatura, tenendo sempre presente che il ristagno idrico è comunque un grande nemico della perovskia: basti pensare che, in piena terra, non ha quasi bisogno d’acqua. L’eccesso di acqua fa subito ingiallire le foglie e poco dopo marcire il colletto. È quindi una pianta in linea con le nuove esigenze determinate dalle estati siccitose, perché anche in vaso richiede meno acqua rispetto, per esempio, a un’ortensia o a una surfinia.

La concimazione si può eseguire con un prodotto granulare per piante da giardino distribuito in marzo, maggio e settembre, oppure con uno liquido per piante da fiore da aggiungere all’acqua d’irrigazione ogni 15 giorni da marzo a ottobre.

L’inverno al freddo o al caldo

Per quanto la perovskia sia una pianta rustica, resistente al gelo, e non richieda pertanto alcuna protezione, può capitare che le intense gelate danneggino i rami e facciano cadere le foglie: il problema si risolve con la potatura primaverile (fine febbraio-inizio marzo), in seguito alla quale l’esemplare colpito si riprenderà e vegeterà di nuovo con vigore. Laddove invece il clima è mite, la pianta rimane vitale anche nella parte aerea, ed è possibile potarla in gennaio per ridurre l’ingombro e favorire la fioritura: si taglia a 15 cm dal terriccio, con la certezza che germoglierà più ricca di prima.

Per le seconde case

Valorizziamo la perovskia ponendola come punto focale in terrazzo, oppure creando una bordura lungo la recinzione. Più esemplari saranno graditi non solo dalle api, che si sfamano, ma anche dalle farfalle, che potremo osservare numerose in tutta la loro bellezza. È ottima per le terrazze e i giardini delle seconde case, perché resiste a lungo senz’acqua e fiorisce per parecchi mesi (quelli di vacanza).

Si riproduce per talea tagliando in settembre dai fusti non fioriferi porzioni di circa 10 cm semilegnose e mettendole a radicare in un mix di torba e sabbia umida. Le piantine così ottenute vanno fatte svernare in un luogo protetto e piantate a primavera, in piena terra o in vaso.

I parassiti la disprezzano abbastanza: in primavera può capitare uno sporadico attacco da parte degli afidi, da combattere con piretro prima della fioritura e con olio di Neem durante la fioritura.

IN GIARDINO, SENZ’ACQUA

  • Mettiamola a dimora laddove riceva almeno 4 ore di sole giornaliere: in mancanza, gli steli diventano teneri e tendono a piegarsi e sdraiarsi al suolo.
  • Desidera un terreno leggero, povero o poco fertile, sempre ben drenato; si può coltivare anche in suolo calcareo ed è particolarmente adatta per i litorali marittimi.
  • Nelle aiuole va collocata al centro o nello sfondo come quinta per piante più basse o anche come bordura di vialetti larghi o come siepe bassa e informale. Prima della piantagione, da effettuare possibilmente in autunno, è consigliabile eliminare le erbacce; nella buca è obbligatorio porre 5 cm di ghiaia grossa come drenaggio, mentre non è necessario aggiungere concime.
  • In piena terra le annaffiature sono necessarie, sempre in quantità limitata e solo se non piove a lungo, per il primo anno dopo l’impianto; dopodiché saranno sufficienti le piogge, e solo in piena estate se non piove a lungo dovremo fornirle mezzo secchio d’acqua giusto per inumidire il terreno.
  • La concimazione non è necessaria né all’impianto né successivamente: pianta frugale, la perovskia si accontenta di quanto offre il suolo, seppur povero.

• In febbraio è bene potare la chioma a 30 cm d’altezza.

Perovskia, il blu che fa innamorare - Ultima modifica: 2024-09-16T06:45:45+02:00 da Elena Tibiletti