In primavera, durante una passeggiata nel bosco, ma anche nel giardino di casa o sul marciapiede, può capitare di trovare un nidiaceo, cioè un piccolo di uccello, caduto dal nido. L’istinto indurrebbe a raccoglierlo e portarlo a casa per “allevarlo”. Questo comportamento, sicuramente lodevole in quanto dimostra sensibilità nei confronti della natura, non sempre si rivela il migliore per la salute del volatile.
Quando vanno LASCIATI LÌ
Gran parte dei nidiacei abbandona spontaneamente il nido (merli, passeri, civette…) quando ancora non sa volare bene, ed è seguito a distanza e alimentato dai genitori. Raccogliere uno di questi uccellini significa strapparlo alle cure dei genitori, certamente più valide del più esperto e attento veterinario per volatili. Allevandoli si corre inoltre il rischio di “imprintarli” sull’uomo, facendone animali con un’identità specifica deviata in modo irreversibile e non più in grado di affrontare una normale vita libera. Quindi il piccolo, anche se intenerisce, va lasciato là dove si trova, senza avvicinarsi troppo per non spaventarlo, né toccarlo per non spingere i genitori ad abbandonarlo perché “contaminato” con il nostro odore.
Uccellini, quando vanno RACCOLTI
Diverso è invece il caso dei nidiacei feriti o in reale stato di pericolo (minacciati da gatti, cani o altri predatori, finiti in mezzo alla strada…): per sopravvivere hanno bisogno di cure da parte dell’uomo. Il piccolo va raccolto con grande delicatezza e deposto in una scatola di cartone di poco più grande di lui, forata sulla parte alta per il passaggio dell’aria e ben chiusa perché l’animaletto non scappi. La scatola va posta in un luogo tiepido, buio e silenzioso, per tranquillizzare l’uccellino. Eventualmente, se fa freddo si può accostare esternamente alla scatola una borsa dell’acqua calda o una bottiglia di plastica con acqua calda; non porre invece la scatola su stufe o termosifoni accesi.
Subito dopo, cerchiamo sul sito www.lipu.it (dove si trovano molti altri consigli utili), nella sezione Le Oasi e i Centri, il Centro di recupero (o l’Oasi) più facilmente raggiungibile per portarvi l’uccellino: ognuno è elencato con gli orari, la mail e il telefono a cui rivolgersi.
Nel frattempo, poiché il piccolo deve bere (soprattutto se fa molto caldo) e mangiare (ogni 2-3 ore), bisogna far scivolare l’acqua nel becco dal nostro dito o con un contagocce o una siringa senz’ago, somministrargli nello stesso modo omogeneizzati di carne allungati con acqua e pezzettini di carne in un piattino.
ACQUA per gli uccellini
In estate gli uccelli hanno spesso difficoltà a trovare liquidi per dissetarsi e ancor più per fare un bagno, attività indispensabile. Mettere a loro disposizione una fonte idrica è uno dei modi per favorirne la presenza in giardino, dato che i volatili distruggono un’enorme quantità di insetti nocivi. Inoltre è un modo per salvaguardare almeno in parte la frutta che matura nel giardino e che spesso gli uccelli danneggiano in modo consistente proprio per dissetarsi.
Per consentire un accesso facile e privo di pericoli agli uccelli, i recipienti utilizzati devono essere poco profondi, dai 5 ai 10 cm con un rapporto profondità:diametro di circa 1:10 e un diametro di 30-50 cm. L’abbeveratoio più semplice è fatto con un grande sottovaso di cotto dove, in mezzo all’acqua, si sistemano alcune pietre piatte appena sporgenti dallo specchio d’acqua sulle quali gli uccelli possano appoggiarsi comodamente.