Maggio è forse il mese in cui le piante in vaso su balconi e terrazzi hanno il maggior fabbisogno d’acqua, perché sono tutte in attivissima crescita e quasi tutte anche in fioritura. Le due condizioni abbinate moltiplicano la necessità d’acqua (e di concime). Siamo allora perfettamente regolari nelle bagnature e, soprattutto, accorti nel capire se siamo stati troppo scarsi nell’erogazione. In questa stagione, un ritardo nella fornitura o una carenza possono anche provocare la morte degli esemplari, e sicuramente compromettere la fioritura per parecchi giorni. Teniamo presente che in maggio la temperatura può già salire come in piena estate, e i raggi solari sono comunque cocenti; al tempo stesso può anche verificarsi una discesa termica drastica, magari a seguire un temporale violento. Le nostre piante vanno quindi seguite con molta attenzione per evitare loro shock in un senso o nell’altro.
Se il terriccio è molto secco
Se versiamo l’acqua in un vaso in cui il terriccio si è asciugato completamente, vedremo subito il liquido fuoriuscire dal foro di drenaggio e potremmo per questo essere indotti a pensare di aver annaffiato la pianta. In realtà il terriccio secco è pressoché impermeabile ed è necessario un po’ di tempo perché si imbibisca correttamente. L’acqua esce subito perché percorre il bordo del vaso e giunge subito sul fondo senza quasi bagnare la terra. In questi casi bisogna aggiungere un sottovaso versando l’acqua un po’ alla volta, attendendo che quella che scivola subito nel sottovaso venga lentamente riassorbita dalla terra.
Annaffiare senza bagnare foglie e fiori
Di regola si deve sempre evitare di bagnare le foglie quando annaffiamo: l’elevata umidità intorno alla pianta può infatti facilitare l’insorgenza di malattie fungine anche gravi o di difficile risoluzione. Tanto meno bagniamo a pioggia se le piante sono in fiore: rovineremmo le corolle e la fioritura senza alcun vantaggio pratico. Se annaffiamo con l’annaffiatoio con cipolla o con la lancia in funzione Shower (doccia), dirigiamo i rivoli direttamente sul terriccio: ancora meglio, utilizziamo l’annaffiatoio a becco lungo e la lancia con funzione Jet, senza però scavare solchi nella terra.
C’è infine un unico caso in cui si può bagnare il fogliame: quando vogliamo allontanare qualche parassita (gli afidi o il ragnetto rosso, ad esempio, sensibili all’acqua). Facciamolo di mattina, fra le 7 e le 9, per evitare da un lato ustioni fogliari e dall’altro le crittogame.
Quando annaffiare?
Possiamo annaffiare verso sera per dar modo alle piante di godere della terra umida per tutta la notte, senza che l’acqua evapori in poche ore. Oppure possiamo bagnare al mattino presto quando le piante si risvegliano e, pronte per lavorare, richiedono più acqua. In ogni caso evitiamo sempre le ore più calde per scongiurare shock termici.
È dimostrato che le piante in vaso (in terrazzo come in appartamento) muoiono più spesso per eccesso di acqua che per siccità.
Quale tubo scegliere
Se acquistiamo un tubo per irrigazione “primo prezzo” o comunque poco costoso, stiamo certi di passare il nostro tempo a liberare le strozzature o le pieghe, di vederlo annerire e tagliarsi se non lo arrotoliamo bene. Sarà pesante, rigido e ingovernabile, ma probabilmente ci abbandonerà dopo un paio d’anni, se lo lasceremo fuori d’inverno, perché si fessurerà con il gelo susseguente ai raggi roventi d’estate.
Un tubo più costoso è di buona qualità, perché incorpora una maglia al suo interno che ne impedisce la torsione e la piegatura; subisce inoltre un trattamento anti-UV che lo preserva dall’azione del sole e un altro antialga che impedisce formazioni melmose al suo interno (importante se si coltiva l’orto sul terrazzo), ed è destinato a durare molti anni senza rompersi né torcersi o ammalorarsi. Esistono anche tubi in plastica atossica, fatti apposta per irrigare le verdure dell’orto.
Perché è meglio l’acqua piovana?
L’acqua piovana è la migliore acqua con cui bagnare le piante: distillata per natura (in quanto risultato dell’evaporazione), può essere “sporcata” all’inizio della precipitazione, quando raccoglie le polveri sottili presenti nell’aria (in particolar modo in città), ma è pressoché esente da qualsiasi contaminazione. L’acqua del rubinetto può contenere cloruri, solfati, nitrati, potassio, sodio e calcio, ma anche tracce di cromo, benzene, piombo, nichel. Nessuna di queste sostanze è presente in misura tale da produrre danni all’uomo o alle piante, ma il calcio, benché necessario alle piante (fa parte dei microelementi), riduce sensibilmente l’acidità della terra, limitando l’assorbimento di alcuni preziosi elementi nutritivi. Per esempio, le acidofile, se bagnate regolarmente con acqua del rubinetto, vanno inevitabilmente incontro alla clorosi ferrica, causata dalla scarsa acidità del terreno e dalla limitata assimilazione del ferro.
Progettare l’impianto automatico d'irrigazione
L’irrigazione automatizzata andrebbe progettata contestualmente con il design del terrazzo, per essere sicuri di integrare l’impianto e nasconderlo in modo che non rappresenti un elemento a sé stante, ma un punto di forza del nostro spazio. Prevediamo soprattutto il tubo di mandata (che potremmo nascondere sotto il pavimento o lungo il perimetro) a cui potremo collegarci per annaffiare le piante che disporremo. Se non abbiamo un rubinetto sul terrazzo, esistono soluzioni che prevedono un serbatoio e una piccola pompa per l’irrigazione. Se optiamo per questa soluzione, dovremo anche prevedere piante o fioriere in grado di nascondere questi elementi antiestetici.
Montaggio semplice
L’impianto di irrigazione è qualcosa che possiamo montarci da noi con molta semplicità, in poche ore e senza far uso di particolari attrezzi. Tutti i componenti si uniscono a pressione e ci basta avere un paio di forbici per tagliare il tubo nelle misure utili. Disposto all’inizio della stagione o durante il rifacimento del terrazzo, sarà nascosto in ogni suo componente dalle piante stesse: fissiamo per lo meno il tubo principale in modo da averlo a disposizione quando vi collegheremo i gocciolatori; le piante crescendo nasconderanno il tubo.
I gocciolatori per i vasi
Per bagnare i vasi sul terrazzo, ma anche le aiuole del giardino, si possono usare i sistemi a goccia. Pratici ed economici, permettono di bagnare dove serve, senza sprechi e in modo preciso secondo le esigenze delle diverse specie. In commercio si trovano kit facili da montare e da comporre secondo le proprie esigenze, ampliabili al bisogno con i componenti sfusi della stessa marca.