Quando e quanto irrigare
Di solito, è necessario irrigare artificialmente, a seconda della zona, da maggio-giugno fino ad agosto-settembre. In media, ogni metro quadro d’erba richiede 4-6 l d’acqua al giorno. Se però si innaffia ogni due-tre giorni, bastano 10 l/mq, perché si hanno minori perdite per evapotraspirazione. Quindi, il consiglio è di irrigare abbondantemente, ma non eccessivamente, a giorni alterni, anziché dare poca acqua ogni giorno. Il momento migliore per innaffiare sono le prime ore del mattino (in piena estate entro le 9), perché il manto erboso può asciugarsi in fretta senza rischiare le ustioni dovute all’“effetto lente”, o lo sviluppo di malattie fungine. Se però, nelle giornate in cui non avete irrigato, il caldo dovesse essere veramente eccessivo, è concessa una breve innaffiatura (al massimo 3 minuti) nelle ore più calde, per abbassare la temperatura dell’erba e del suolo, la quale, se è troppo elevata, provoca comunque un ingiallimento del manto erboso.
Impianto manuale o automatico?
A meno che il prato non sia veramente molto piccolo (entro i 50 mq), e che qualcuno non sia sempre disponibile per bagnarlo durante l’estate (vacanze comprese), è meglio ricorrere a un impianto centralizzato. Quello interrato va previsto e alloggiato prima della semina del tappeto erboso, mentre quello di superficie si può agevolmente installare in qualunque momento, dato che utilizza tubi e irrigatori appoggiati sul terreno (e quindi facilmente spostabili all’occorrenza). Ancora meglio se l’impianto è anche automatizzato, per risparmiare tempo e fatica, e per avere una distribuzione regolare. L’ideale è una programmazione per le primissime ore dell’alba, quando la disponibilità e la pressione dell’acqua sono maggiori, e l’erba ha tutto il tempo di asciugarsi prima che i raggi solari la ustionino. Gli impianti più moderni hanno anche il “ciclo a siringa”, cioè la funzione di doccia rapida, indicata appunto per rinfrescare l’erba nelle ore più calde della giornata.
Irrigatori giusti nel posto giusto
La collocazione degli irrigatori deve seguire una logica ben precisa, senza sovrapposizioni di ricaduta dell’acqua, e valutando diversamente eventuali zone più ombrose rispetto a quelle in pieno sole. Lo scopo è di evitare difformità ingiustificate, come pozzanghere all’ombra (e successivo muschio) e pioggerellina al sole (e conseguenti funghi). Se la superficie è tutta a prato, orientatevi su irrigatori a impulso, che coprono fino a 20 m di diametro. Per le aiuole fiorite ecco gli irrigatori circolari a bracci che fanno ricadere dall’alto una pioggia sottile che non danneggia le corolle. Su terreni non molto estesi ma suddivisi fra orto, prato e aiuole, scegliete irrigatori a più testine che variano la forma del getto fra un cerchio completo, un’ellisse, un quadrato, una striscia, adattandolo cioè alla situazione. Per zone con piante alte, c’è il treppiede su cui si può montare l’irrigatore più adatto. Su prati molto grandi avvaletevi di irrigatori a turbina, che bagnano uniformemente e in sequenza dal settore più vicino a quello più lontano. Quando la forma è rettangolare o quadrata, fino a 350 mq, ci sono gli irrigatori circolari, che consentono di modificare a piacere la lunghezza e l’ampiezza del getto, nonché il flusso d’acqua. Esistono anche irrigatori oscillanti semiautomatici con timer incorporato: trascorso il tempo impostato (da 5 a 120 minuti) interrompono da soli il passaggio dell’acqua senza che si debba chiudere il rubinetto o utilizzare una centralina di controllo.