Nel giardino in montagna fanno ancora in dicembre bella mostra di sé i cinorrodi della Rosa rugosa, a volte già un po’ appassiti, ma rosseggianti sui rami ormai seminudi, coperti solo da qualche foglia ingiallita. Si aggiunge la dolce mollezza dei rami, allungati e ricurvi, ornati qua e là dalle “palline” rosse.
Questa splendida rosa botanica è tanto generosa in ogni stagione, dalla primavera quando il fogliame nuovo è color verde pisello, passando attraverso i mesi da giugno a settembre quando spiccano le semplici corolle color rosa carico, e terminando con il periodo da agosto a dicembre quando sono già pronti i frutti scarlatti, penduli sui rami grigi e spinosissimi.
Come tutte le rose, non teme il gelo né la neve, che in genere non spezza né danneggia i rami flessuosi. Non ama invece il caldo intenso, né i ristagni idrici. Da adulta, tollera la siccità anche prolungata.
Desidera un posto in pieno sole, lontano da altre piante, in modo che i rami si espandano a piacimento: è perfetta come punto focale in giardino. Non può essere coltivata in vaso, dove non ha spazio a sufficienza per le robuste radici.
La potatura deve essere leggera: eliminate i frutti ormai appassiti o secchi, anche nel corso dell’estate, tagliando l’apice appena sopra la seconda foglia dall’alto. Eliminate i rami secchi e rifinite il taglio di quelli eventualmente rotti. Sopporta tagli anche abbastanza drastici, ma è un peccato rovinare un così aggraziato portamento…
Rispetto ai rosai floricoli, difficilmente viene colpita da avversità: macchia nera o tentredini non si avvicinano a questa bellissima pianta, che è invece soggetta a seccumi improvvisi di interi rami vecchi (da tagliare alla base).