Dalla A alla Z tutto quello che c'è da sapere per creare pavimentazioni intorno a casa e mantenerle nel migliore stato possibile.
Alternative: la terra battuta con la pioggia o la neve si trasforma in fango, rendendo impossibile il passaggio a piedi e facendo sprofondare le ruote dell’automobile; con il sole invece si asciuga, lasciando solchi sgradevoli e il suolo sconnesso; con il vento si solleva la polvere data dalle microparticelle di terra secca. L’erba con la pioggia o la neve bagna le scarpe e sporca gli ambienti interni; inoltre camminandovi sopra o ponendovi tavoli e sedie si dirada con un effetto estetico sgradevole e il ritorno alla terra battuta e al fango.
Ardesia: è una roccia metamorfica a grana fine da cui si ricavano mattonelle per pavimentazione dall’aspetto terroso e piuttosto grandi (30 x 60 cm circa), molto resistenti a tutte le condizioni atmosferiche e di lunga durata, soprattutto se la posa avviene in maniera corretta. Offre una superficie regolare, non scivolosa, impermeabile e antigeliva. Conferisce un aspetto particolarmente rustico grazie alla caratteristica disposizione irregolare.
Asfalto: assolutamente sconsigliabile intorno a casa, in primo luogo per l’estetica assolutamente discutibile; in seconda battuta per il calore che emana durante l’estate, riflettendolo su quanto lo circonda, cui si può aggiungere un concreto rischio di intenerimento con sprofondamento di eventuali carichi che vi insistono; da ultimo perché impermeabilizza il terreno su cui viene steso, comportando il ruscellamento delle acqua tutt’attorno e la possibilità di venire sollevato o spaccato dalle radici delle piante legnose attigue, che cercano appunto acqua e ossigeno. Questo materiale, peraltro molto economico, si può utilizzare solo nel caso di vaste aree carrabili, avendo cura di preparare adeguatamente il fondo e di scegliere una miscela non troppo tenera se si abita in zone a clima mite.
Autobloccanti: rappresentano una soluzione economica e veloce per risolvere definitivamente la pavimentazione degli spazi esterni, soprattutto se carrabili. I massetti autobloccanti in cemento sono indistruttibili, anche in presenza di forti e ripetuti carichi, antigelivi, resistenti a urti, abrasioni, agenti chimici e atmosferici, ben drenati, antisdrucciolo, privi di necessità di manutenzione e di lunghissima durata. Sono costituiti da un supporto in calcestruzzo ad alta resistenza miscelato con inerti silicei, con aggiunta di uno strato di 5 mm circa di quarzo in superficie che conferisce le proprietà antiusura. Oggi, a differenza dei primordi, alcune decine di anni fa, gli autobloccanti esistono in diverse forme e colori, anche simili a quelli dell’ambiente naturale, riuscendo ad armonizzarsi discretamente con il contesto esterno. E sono anche tra i materiali più economici.
Beole: sono pietre naturali che derivano da rocce metamorfiche di colore grigio chiaro, e sono disponibili in versione grigia, bianca o ghiandonata. Per la loro resistenza e durezza vengono utilizzate per le pavimentazioni veicolari pesanti e come elementi strutturali in edilizia, per es. per rivestimenti esterni e pavimentazione dei giardini. Sono praticamente eterne, se ben posata su fondo idoneo. Esistono anche beole artificiali, prodotte con calcestruzzo e inerti di cava lavati e selezionati, disponibili in cemento liscio oppure con sasso a vista in varie colorazioni.
Calcestruzzo: le tecnologie moderne permettono di ottenere manti in calcestruzzo di grande valore estetico, rifiniti con colorazioni naturali e lavorazioni anche a effetto levigato, che uniscono la gradevolezza alla vista ai pregi di questo materiale, come indistruttibilità, lunga durata, inattaccabilità agli agenti chimici e atmosferici, resistenza al carico, agli urti, alle abrasioni, al gelo, nessuna manutenzione, proprietà antisdrucciolo. È il caso del calcestruzzo stampato, che è dato da calcestruzzo ancora fresco, scolpito con stampi appoggiati e pressati fino a riprodurre esattamente il disegno e la tessitura di un pavimento in pietra naturale o mattoni, a un costo notevolmente più basso.
Ceramica: deriva dall’argilla, che viene lavorata mediante procedimenti elaborati ma di comune uso industriale, il che consente di ottenere un prodotto di buona fattura a un prezzo decisamente contenuto. Fra le ceramiche rientra anche il gres, che viene sottoposto a una cottura a temperature più elevate, che gli regalano una maggiore robustezza e resistenza all’usura. Accertatevi che si tratti di ceramica antigeliva.
Cotto: la terracotta o cotto si ottiene facendo essiccare l’argilla e cuocendola poi nella fornace; offre, oltre alla bellezza e all’inimitabile calore, una grande versatilità, in funzione della lavorabilità che consente di ricavare qualunque forma o dimensione. Le piastrelle possono essere fatte a macchina, meno costose, uniformi e lisce; fatte a mano, le più costose, con superficie irregolare e diverse una dall’altra; di recupero, con una patina che denuncia l’usura del tempo. Hanno tutte una durata illimitata, ma necessitano di un trattamento iniziale, di una manutenzione specifica e regolare nei primi mesi dopo la posa, e di attenzioni cadenzate per tutta la loro vita.
Doghe: prima della loro posa è necessario disporre una gabbia di listelli in legno a supporto della pavimentazione in legno; i listelli vanno messi lungo il perimetro e circa ogni 80 cm, per evitare che le doghe si imbarchino a causa dei carichi e delle variazioni di temperatura e umidità. Le doghe vanno poi distanziate di circa 1 cm una dall’altra per facilitare maggiormente il deflusso dell’acqua piovana.
Douglasia: chiamata anche abete americano, è una conifera proveniente dagli Stati Uniti, dov’è uno dei legni da costruzione più utilizzati e più importanti. È caratterizzata da un vivace contrasto di colore tra l'alburno esterno chiaro e il durame interno rosso-bruno, con una venatura longitudinale molto marcata. È uno dei pochi legnami adatti all’esterno, dove si scurisce con l’effetto della luce e tende a coprirsi di una patina grigio-argentea se non viene opportunamente trattato con l’apposito impregnante.
Ecogomma: dagli pneumatici esausti si ottiene questo materiale riciclato e a sua volta riciclabile. Può presentarsi sotto forma di scagliette di gomma derivanti dalla raspatura dello pneumatico, oppure sotto forma di pezzi grandi da comporre come piastrelle, provenienti dalla fusione della gomma. L’ecogomma è atossica, anche per bambini e animali domestici; inoltre è drenante, ammortizzante, antiscivolo, coibentante e insonorizzante, resistente alle basse temperature, non porta parassiti e muffe, non si decompone e non scolora. È l'ideale per l'arredo urbano e privato di parchi, aiuole e giardini, a bordo piscina, nel capanno degli attrezzi, in cantina o in magazzino, dove abbassa i tempi e i costi di manutenzione. Disponibile in vari colori, nella forma a quadrotti si applica con grande facilità.
Feltro: o moquette per esterni, può avere aspetto simile all’erba sintetica o appunto alla moquette. In ogni caso è un vero e proprio tessuto resistente all’acqua, antimuffa, eventualmente con un supporto drenante incorporato. Disponibile in vari colori, è inattaccabile dalla luce ma va pulito con regolarità per mantenerlo decente il più a lungo possibile. Va installato su superfici piane, lontano da alberi e arbusti che perdono petali, frutti o foglie e non su terra battuta (la pioggia che la trasforma in melma rende poi ingestibile il feltro). Fa molto “dehor del bar sottocasa”, ma ci si può pensare a bordo piscina se si è scelto un materiale sbagliato (scivoloso o ustionante) oppure in terrazzo nella zona solarium.
Fai-da-te: chi sa fare il muratore può posare da solo le lastre di pietra, tenendo presente che la posa a cemento richiede assoluta precisione nell’esecuzione dello scavo, del massetto armato, del sottofondo e della posa vera e propria delle lastre, nonché della stuccatura delle fughe, con un occhio alla pendenza per evitare ristagni. Più semplice è la posa su sabbia, che richiede soprattutto un accostamento omogeneo tra le lastre, ma non sarà in grado di portar il peso di un’automobile. Pari difficoltà anche per la messa in opera del parquet da esterni in doghe, dove la difficoltà maggiore sta nel far combaciare la rete di listelli d’appoggio con i listoni da fissare sopra. Veramente facile, infine, e alla portata di tutti è la posa delle quadrotte, della ghiaia, dell’ecogomma e del feltro.
Ghiaia: soluzione valida per vialetti e sentieri, semplicissima da realizzare, ma onerosa in termini di manutenzione. Un sentiero in ghiaia va preparato con cura, con uno scavo delimitato da un cordolo di contenimento (in pietra, cemento o mattoni) per evitare la dispersione del materiale, la stesura dello stabilizzato su cui posare un telo antialga dove immettere la ghiaia o il pietrisco, da compattare poi con un rullo. Il materiale deve essere reintegrato pressoché ogni anno e, in caso di maltempo, rende poco agevole il passaggio e tende a sporcare; tenete sempre un rastrello a portata di mano, con cui risistemarlo al proprio posto. È adatto per brevi tratti, come sentieri o vialetti dove però non debbano passare carriole e tosaerba, carrozzine per bambini e carrozzelle per disabili, automobili e cani di grossa taglia.
Graniglia: o agglomerato, è tra i materiali più economici, dato che è costituito da lastre in calcestruzzo posate su una base nel medesimo materiale e sormontate da graniglia, ghiaino o granulato di marmo, che forniscono un effetto estetico gradevole. Assicura proprietà antisdrucciolo, antigelive, di resistenza agli agenti atmosferici, agli urti, alle abrasioni e agli agenti chimici e atmosferici; sopporta anche discreti carichi, come quello determinato dal passaggio e parcheggio di autovetture. Si abbina sia a spazi rustici, sia ad ambientazioni moderne e si presta alla realizzazione anche di viali piuttosto larghi a bassa manutenzione.
Hickory: legno ricavato da Carya cordiformis, il noce americano, albero tipico del Canada, un tempo molto utilizzato per parquet anche da esterni e oggi molto più raro a causa del disboscamento.
Inverno: è il periodo ideale per decidere di rifare le pavimentazioni o i rivestimenti in esterni. Non è una stagione in cui si viva all’aperto, così i lavori di ristrutturazione non danno eccessivo fastidio e non impediscono una fruizione che al momento non esiste. Se le opere dovessero riguardare anche zone dove esistono piante, in inverno si possono spostare senza gravi danni, visto che sono a riposo. Infine ci si trova in primavera con i lavori già terminati, proprio in tempo per godersi il meglio delle nuove opere.
Idropulitrice: macchina eccezionale proprio per la pulizia di pavimentazioni esterne e vialetti lastricati, permette di riportare allo stato originario le superfici (a meno che non ci siano macchie petroleose o simili). Il getto di vapore bollente elimina anche muschio e alghe, così come ogni tipo di sostanza scivolosa, contribuendo alla sicurezza della camminata. Nel momento in cui lavorate, allontanate bambini e animali, dato che il vapore può provocare gravi ustioni. Operate in una giornata asciutta e almeno tiepida; se la temperatura è vicina allo zero, il calore può provocare rotture dei materiali da pavimentazione per lo sbalzo di temperatura, inoltre il velo d’acqua può ghiacciarsi in breve tempo rendendo rischiosa la camminata. Scegliete un modello con un ampio serbatoio, in grado di scaldare velocemente l’acqua, e con un cavo elettrico sufficientemente lungo per arrivare alla pavimentazione senza ricorrere a cavi di prolungamento.
Legno: insieme con la pietra, offre il risultato più naturale e armonizzato all’ambiente verde. Viene proposto in genere in quadrotti o listelli di singoli elementi uniti fra loro, con finitura naturale e trattamento impregnante a base di oli minerali per impermeabilizzarlo nei confronti degli agenti atmosferici. È possibile alternare quadri e listelli a erba o altri materiali come la pietra naturale. La superficie è antiscivolo, antigeliva e può risultare efficace anche come rampa d’accesso al garage, se il fondo è sufficientemente robusto. La spesa da prevedere non è sempre contenuta, ma la durata, se il materiale viene ben trattato e impregnato con regolarità ogni anno con un prodotto impermeabilizzante e protettivo, si aggira su alcuni decenni.
Mattoni: il loro caldo color cotto, derivante dalle argille naturali con cui vengono prodotti, si inserisce in qualunque contesto, purché non troppo elegante o minimal. La posa offre numerose soluzioni progettuali, con disegni di vario tipo (regolare, incrociato, a spina di pesce ecc.). Nelle zone più fredde e in presenza di carichi notevoli insistenti sulla superficie, la resistenza al gelo può non essere assicurata. La superficie del mattone grezzo è antiscivolo.
Neve: fermo restando che nelle zone con clima non mite è sempre necessario scegliere una pavimentazione di tipo antigelivo, quando viene ricoperta dalla neve può sorgere l’esigenza di liberarla, almeno dai vialetti che vengono abitualmente percorsi per entrare e uscire da casa. Nelle zone dove nevica spesso è bene pavimentarli con un materiale coerente e liscio, ancorché antisdrucciolo (quindi non con ghiaia o pietrisco, che verrebbero rimossi insieme con la coltre). Per evitare che, dopo la rimozione dei fiocchi, la superficie ghiacci, anziché il sale che rovina la pavimentazione, distribuite uno specifico prodotto antighiaccio: ne esistono anche di ecologici, che oltre a non danneggiare il materiale edile, sono poco nocivi per l’eventuale erba presente tra le fessure. Sulle rampe da garage è sensato inserire le serpentine elettriche sottomanto, che si attivano all’occorrenza e nell’arco di un’ora al massimo sono in grado di sciogliere la patina di ghiaccio o un sottile manto di neve: costano, ma permettono di uscire con l’automobile senza grande fatica.
Opus incertum: tipo di posa relativo alle lastre in pietra di forma irregolare, che necessariamente devono essere accostate non linearmente, lasciando quindi piccoli spazi tra una e l’altra e dando al sentiero o vialetto una forma non squadrata, dai margini netti, bensì irregolare, “incerta”. Indicata per contesti informali o addirittura rustici, permette anche a chi non è un esperto muratore di ottenere un buon lavoro, gradevole a vedersi.
Parcheggio: il luogo dove parcheggiare l’automobile necessita di attenzioni particolari rispetto alla restante area. Utilizzate un materiale in grado di sopportare il peso del mezzo, con un fondo di posa a regola d’arte per evitare avvallamenti e sconnessioni. Ghiaia e pietrisco possono trasformarsi in una trappola per le ruote, nel caso di piogge prolungate o neve. Preferite una pavimentazione che non si sporchi irrimediabilmente con le inevitabili gocce d’olio o di carburante, e sistemate una presa d’acqua e di luce vicino al parcheggio stesso, che vi potranno sempre essere utili. Calcolate bene le misure necessarie per evitare faticose manovre ogni volta che entrate o uscite da casa. Lo spazio medio per una normale berlina è 2,50 x 5 m; se prevedete di parcheggiare in diagonale, contate almeno 3,5 m di spazio per fare retromarcia e manovra senza diventare furiosi!
Pietra naturale: è il materiale più duttile perché, in base al progetto, può creare una pavimentazione a forma regolare o irregolare, liscia o grezza, con intarsi e disegni o uniforme, addirittura con un’alternanza a strisce d’erba, per offrire una maggiore naturalità all’insieme. Le pietre di provenienza locale offrono una migliore armonia con il contesto verde, ma devono essere scelte in colori e finiture che ben si abbinino all’edifico e agli altri elementi presenti in giardino. Fra le pietre più facilmente reperibili ci sono l’ardesia, in lastre o mattonelle, e il porfido, in cubetti, oppure sassi e ciottoli, i più indicati per chi vuole fare da sé ma non ha esperienza.
Pietra ricostituita: è un materiale ottenuto miscelando leganti selezionati (cemento portland 52,5 R, argille e sabbie) con polvere di pietre e marmi macinati. L’impasto viene colato in appositi stampiche permettono di creare innumerevoli pezzi di dimensioni e colorazioni differenti. Si ottengono in genere lastre, di varie dimensioni, che si posano a colla su quasi tutte le superfici (muratura, legno, cartongesso, ferro ecc.), in modo facile e rapido. Sono utilizzate soprattutto per come rivestimento in verticale, ma risultano indicate anche per zone dal carico non eccessivo (quindi non dove transita o sosta l’automobile). Permettono di riprodurre l'effetto di mattoni, pietre di fiume, pietre tagliate, spaccatelli, ciottoli e tutte le pietre naturali in genere. È un materiale naturale perché nella sua composizione entrano tutte componenti prelevate in natura, ma il costo è decisamente inferiore rispetto alla pietra vera e propria e la versatilità risulta maggiore perché il peso e lo spessore sono in genere fortemente ridotti; a favore anche la durata e il risultato estetico, spesso indistinguibile dalla pietra, ma con maggiore assortimento di forme.
Plastica: materiale elaborato negli ultimi anni, ora ha assunto caratteristiche nobili che gli permettono di competere con soluzioni più costose ed elaborate. Indeformabile, resistente agli agenti atmosferici e ai raggi UV, antigelivo e antiscivolo, in grado di sopportare carichi di medio peso, offre il grande vantaggio dell’economicità d’acquisto e di messa in opera, oltre a una buona durata e a un grado estetico che può imitare alla perfezione la pietra o il legno o, al contrario, rendere divertente il giardino con l’aggiunta di insoliti tocchi di colore.
Porfido: è una roccia di origine vulcanica, robustissima e inattaccabile agli urti, alle compressioni, alle abrasioni, agli agenti chimici e atmosferici; la superficie è ruvida (antiscivolo anche se bagnata) e antigeliva; viene tagliato in genere in cubetti di varie dimensioni, che possono essere disposti a realizzare un disegno o alternati ad altri materiali per comporre un motivo progettuale. Piuttosto economico, richiede però una certa esperienza nella posa, se si desidera un lavoro finale resistente nel tempo e di buon livello estetico.
Quadrotti: prefabbricati per creare pavimenti in legno, sono ideali per terrazzi o spazi di forma regolare come portici, patii, gazebo, pergole o ai bordi della piscina. Disponibili in diverse misure, ognuna è formata in genere da una serie di listelli con luce di circa 1 cm tra l’uno e l’altro, fissati a liste orizzontali sottostanti, che vanno a contatto con il terreno e li tengono rialzati dal sottofondo, assicurando l’aerazione del legno sulla faccia inferiore. Alcuni modelli prevedono anche un sistema di fissaggio a incastro rapido. La posa, che deve avvenire su un fondo ben livellato e omogeneo oppure su un telaio perimetrale in legno se avviene su una pavimentazione preesistente, è molto veloce, così come l’eventuale rimozione. Acquistatene almeno un 10% in più: avrete la possibilità di sostituire eventuali quadrotte danneggiate, ripristinando l’originario valore estetico. La superficie è in legno zigrinato antiscivolo; grazie alla buona levigatura può essere calpestata anche a piedi nudi (ma ogni anno è bene rinnovare la mano di impregnante).
Requisiti fondamentali: i pavimenti da posare in esterni devono possedere alcune caratteristiche irrinunciabili, che vengono molto prima del loro valore estetico. Al primo posto c’è l’elevata resistenza al gelo per evitare spaccature al primo inverno; poi viene il minimo assorbimento d’acqua per non avere un allagamento ogni volta che piove; segue un bassissimo o nullo grado di scivolosità, soprattutto quando esposti agli agenti meteorici, come pioggia e neve; infine, se saranno adibiti a passaggio carrabile, serve una notevole resistenza al carico (per esempio utilizzando formati piccoli e spessori maggiorati). Una pavimentazione ben scelta, cioè antisdrucciolo e antigelo, e ben posata, limita fortemente i pericoli di cadute accidentali, contribuendo alla messa in sicurezza della propria casa.
Sassi e ciottoli: pietre naturali in genere di provenienza locale, permettono di realizzare pavimentazioni gradevoli con una spesa decisamente contenuta, anche perché i sassi (di varie dimensioni e colori) si posano direttamente su letto di sabbia, a martello, riempiendo le fughe con terriccio dove far crescere l’erba; i lavori possono essere eseguiti anche da chi non ha praticamente esperienza. Gradevole a vedersi, non è molto pratico però per camminarci sopra spesso o per spingere carriole e tosaerba.
Scorciatoie: in fase di progettazione delle zone pavimentate, camminate molto nel vostro giardino! Non è un consiglio salutistico, ma di buon senso: solo passeggiando molto potrete capire quali traiettorie tendete a prendere, quali risultano le più comode e funzionali, quali sono invece obbligate, e quali non verrebbero mai utilizzate. Se saltate questo passaggio e vi affidate solo a un progetto su carta, che dispone i vialetti senza tener conto del loro ruolo e della loro destinazione, nove volte su dieci il prato verrà poi solcato da antiestetiche “scorciatoie”, sentieri alternativi a quelli esistenti, che si formano a forza di passare per comodità sempre negli stessi punti. Oltre che brutte a vedersi, le scorciatoie saranno in terra battuta, quindi esposte a fangosità e solcature e rilasceranno polvere e sporcizia.
Teak: in assoluto il legno più consigliabile per pavimentare l’outdoor perché non risente dell’umidità, tanto da venire utilizzato per realizzare i ponti delle navi. Grazie a una resina oleosa naturale che lo rende estremamente resistente, sopporta infatti molto bene le escursioni termiche, l'umidità, le piogge anche prolungate e gli altri agenti atmosferici, nonché l'attacco della salsedine e perfino quello delle termiti, tutte condizioni che mettono invece a dura prova qualsiasi altro tipo di legno. Il legno ha un colore che varia dal giallo pallido al bronzo e tende a volte al rosso, e le sue principali caratteristiche sono la durezza, la costante stabilità dimensionale, l'impermeabilità e la bellezza. Si ricava da alberi tropicali della famiglia delle Verbenacee, in prevalenza da Tectona grandis (teak comune), l’unico non in via d’estinzione e ampiamente coltivato in India e Indocina.
Usura: alcuni materiali da pavimentazione risentono più di altri del passare degli anni. Al primo posto troviamo il legno, che ogni anno in primavera va trattato con un impregnante di buona qualità, distribuito con cura, eventualmente in due mani se la zona vede di frequente agenti atmosferici estremi (neve abbondante ogni anno, piogge violente, sole intenso e cocente ecc.); esistono anche vernici ravvivanti del colore e della lucentezza originaria, da pennellare ad anni alterni; in ogni caso è difficile oltrepassare i 20 anni di durata massima. Seguono i mattoni e in generale il cotto che, se intensamente calpestati, a partire dal quinto-sesto anno possono iniziare a mostrare leggeri avvallamenti contro i quali non esiste soluzione; una volta l’anno è bene invece trattare la superficie con appositi prodotti protettivi che scongiurano il formarsi di macchie e sporcizia indelebile. I restanti materiali hanno invece una potenziale durata di almeno 30 anni, salvo rotture e sconnessioni, le prime dovute a urti e le seconde a un fondo di posa non a regola d’arte o a un carico eccessivo.
Vialetti: la loro progettazione deve prevedere a monte quali sono di servizio e quali ornamentali. Nel primo caso i passaggi devono essere ampi (2,5 m per il transito delle auto, circa 1 m per tosaerba e carriola) e quanto più brevi possibile, avendo una funzione di collegamento. I percorsi in mezzo al giardino, invece, possono essere stretti e sinuosi, se possibile facendo in modo che per il ritorno a casa non sia necessario ripetere a ritroso lo stesso percorso.
Traversine ferroviarie, sì o no? No!
- Per alcuni decenni sono state riutilizzate nei giardini italiani le traversine ferroviarie dismesse, materiale economicissimo e dall’aspetto vissuto. Oggi è meno facile reperirlo, ma è anche vietato dalla legge utilizzarlo!
- Il riutilizzo delle traversine ferroviarie dismesse è infatti vietato per legge, dalla Dir. Min. amb. 9-4-2002 che recepisce il reg. Ue 2557/2001, perché si tratta comunque di un rifiuto pericoloso, anche se viene "bonificato". Il creosoto e gli altri impregnanti (contenenti sostanze cancerogene), necessari alla tenuta del legno che deve unire le rotaie, non si eliminano in profondità con i trattamenti di bonifica, neppure con i prodotti più efficaci (peraltro sempre a base di sostanze chimiche non innocue).
- Le sostanze tossiche permangono comunque nel legno, venendo lentamente rilasciate nell'aria circostante e nel terreno con piogge e irrigazioni. È ovvio che il pericolo non è istantaneo, ma è la durata dell'esposizione alla fonte di rischio a preoccupare.
- Se volete risparmiare o cercate pezzi “vissuti”, provate a recuperare materiali provenienti dalla ristrutturazione o demolizione di edifici nelle vostre vicinanze, visitando di frequente la proprietà e accordandovi con il proprietario e/o con l’impresa che esegue i lavori per concordare materiali e prezzi.