Normalmente le ore più calde della giornata sono anche quelle meno adatte all’irrigazione del prato e di tutte le piante in genere: perché si innesca un effetto-lente, ossia di ustione delle lamine fogliari imperlate d’acqua; perché lo shock termico fra la temperatura dell’acqua e quella della vegetazione è notevole; e perché l’acqua evapora rapidamente senza risultare utile alle piante.
Ma c’è un’eccezione: quando in estate le temperature salgono sopra i 32 °C, il sole batte e l’aria è stagnante, gli esili steli d’erba boccheggiano ed è il caso di rinfrescarli un po’, come facciamo noi quando prendiamo il sole e ci vaporizziamo con l’acqua.
Negli impianti automatizzati c’è infatti il “ciclo a siringa” o syringing, cioè la funzione di doccia rapida, indicata per raffrescare l’erba del prato nelle ore più calde della giornata: il raffreddamento viene determinato sia dall’acqua traspirata sia dall’acqua evaporata.
Gli irrigatori vengono attivati per uno-cinque minuti un paio d’ore prima dell’ora più calda della giornata, ed eventualmente anche due volte al giorno, se la calura lo rende necessario.
Ovviamente è una pratica che non deve essere di prassi, ma va applicata quando da 2-3 giorni la temperatura è elevata e l’aria afosa: evita che i fili d’erba ingialliscano.
Si attua anche manualmente, sempre all’occorrenza, con la doccetta dell’irrigatore.