In giardino, in terrazzo e perfino in casa le mani nude non bastano per svolgere bene le attività di giardinaggio. Servono gli attrezzi manuali, dalla paletta al sarchiatore, che agevolano l’opera del giardiniere: quelli a manico corto e con testa piccola (i cosiddetti “piccoli attrezzi” che, se con manico sottile, sono idonei anche alle piante d’appartamento) sono adatti al lavoro su vasi e fioriere, oppure in aiuole di piccole dimensioni o sulla roccaglia; quelli a manico lungo (della lunghezza di almeno 1 m) si impiegano solo in giardino e nell’orto.
In qualunque garden center la scelta è vastissima e districarsi può non essere facile, sia riguardo ai prezzi, sia riguardo ai singoli attrezzi, alcuni dei quali sembrano a volte oggetti misteriosi o inutili. Ecco una piccola panoramica per aiutarvi nella decisione.
Il prezzo e la bellezza
I cosiddetti “primo prezzo” sembrano più convenienti, ma il risparmio è dato dalla scarsa qualità dei materiali. Può capitare cioè che si pieghino o si spezzino (sia la testa sia il manico) contro un terreno appena un po’ indurito o una pietra: rimarrete senza attrezzo nel momento del bisogno e dovrete spendere nuovamente per riacquistarlo. Meglio quindi puntare su prodotti di marca, che assicurano una lunga durata (in genere per alcuni anni).
Occhio anche alla qualità del manico (vedi oltre) e alla possibilità di sostituirlo in caso di rottura. Da non trascurare nemmeno la possibilità di acquistare – nell’ambito di una stessa marca – solo le teste degli attrezzi con il manico intercambiabile (controllate però che l’innesto sia facile, veloce e solido: i migliori sono a vite e a baionetta). Poiché potrebbe capitarvi di utilizzare due attrezzi contemporaneamente, meglio premunirvi di almeno due (meglio tre) manici, magari di lunghezza diversa fra loro.
Un accenno anche all’estetica: i classici modelli in verde scuro e nero o tutti neri sono i più eleganti, ma se siete un po’ sbadati, meglio puntare su colori sgargianti e diversi dal verde, che vi faranno ritrovare l’attrezzo inavvertitamente abbandonato in giardino…
9 attrezzi da giardinaggio per lavorare la terra
- La forchetta. Pressoché indispensabile nei piccoli spazi (come quelli di un’aiuola o di una fioriera), con i suoi tre-quattro denti smuove superficialmente il terreno, sbriciolando le zollette e raccogliendo pietre e altri detriti. Da utilizzare anche prima di piantare erbacee dall’apparato radicale non molto profondo, per decompattare piccole porzioni di terra.
- Il ragno. Utile per grattare la superficie del suolo, così da rompere la crosta superficiale, sia nelle aiuole sia nelle fioriere; anch’esso con manico lungo e corto.
- La zappa bi-tridente. Presenta una forca a due denti da un lato e una zappetta (quadra o a cuore) dall’altro: la prima serve a estirpare le malerbe anche con radici profonde, la seconda a smuovere il terreno rompendo la crosta superficiale e a tracciare solchi di semina. È in commercio la versione con manico corto (zappetta bidente) e quella a manico lungo (zappa tridente). La zappa normale porta solo la lama, squadrata o cuoriforme.
- La forca. A tre-cinque punte, con manico lungo per lavorare in posizione eretta, è fra gli attrezzi più versatili, poiché serve a estirpare le malerbe cespitose, a forare il terreno smuovendolo e arieggiandolo senza danneggiare le piante coltivate (ideale anche per aerare il manto erboso), a dividere i cespi delle erbacee perenni, a mescolare il cumulo del compost. I denti possono essere cilindrici (per terreni sciolti), piatti (per suoli compatti), triangolari (per terre molto compattate), quadrati (per suoli pietrosi). Controllate che l’acciaio sia di buona qualità. Esiste anche in versione forca-coltivatore, con denti ricurvi.
- Il frangizolle. Le sue due-quattro ruote dentate o stellate consentono di frantumare finemente le zolle anche su terreni compatti. Agile e leggero, permette di arrivare dappertutto, anche dentro la fila della siepe, senza danni per le piante coltivate. A manico lungo o corto.
- La vanga e il badile. Un altro must: servono per smuovere in profondità il terreno, sollevando le zolle ed eventualmente rivoltandole; per scavare le buche d’impianto per arbusti e alberi o grandi cespi di erbacee perenni; per rifinire i bordi del tappeto erboso, e per mescolare i terricci. La lama può essere dritta ma angolata rispetto al manico (badile) o leggermente concava e diritta rispetto al supporto (vanga), con punta quadrata o triangolare: la prima è preferibile per terreni sciolti o comunque non molto compatti, mentre la seconda è utile su terra argillosa e pesante, che tende a formare un unico blocco. Attenzione: se la lama è molto grande, staccherà una zolla altrettanto cospicua di terra e movimentarla potrà non essere facile, dando magari luogo a feroci mali di schiena; unica eccezione sul terreno sabbioso e sciolto, dove una lama larga permette di trattenere una quantità maggiore di particelle di substrato, che tendono a scivolare giù.
- Il coltivatore. Munito di quattro denti ricurvi, lunghi 20-25 cm, acuminati o smussati, consente di lavorare la terra a una certa profondità, rimuovendo pietre e residui superficiali di una certa dimensione; permette anche di frantumare le zolle smosse colpendole con il retro dell’attrezzo.
- Il coltivatore con denti a lancia. Simile al precedente, con denti più corti (in genere 10 cm) e dotati di una piccola lancia a ogni estremità, si utilizza per lavorare in superficie la terra, eliminando nel contempo anche le malerbe meno approfondite.
- Il rastrello. Quello con i denti in linea serve a pareggiare la superficie e ad affinare le particelle di terreno prima della semina; quello triangolare (detto anche “scopa metallica”) è più adatto alla raccolta delle foglie cadute, della ghiaia dal selciato o dello sfalcio dell’erba. A un numero maggiore di denti corrisponde una velocizzazione del lavoro in giardino. I denti in alluminio si possono facilmente piegare contro gli ostacoli, a differenza di quelli in acciaio, quelli in plastica si possono spezzare. Esiste la verisone normale, con manico lungo, e quella da terrazzo (rastrellino) con manico corto. Tra i modelli più nuovi, quello autopulente (che si libera da solo dei residui vegetali, anche umidi) e quello aeratore (a doppia dentatura, utile sui manti erbosi).
3 attrezzi per piantare
- Il piantatore o foraterra. Si tratta di un cono metallico che si prolunga in un manico diritto o inclinato e serve per forare la terra, semplicemente facendo pressione sul substrato. Utile per piantare piccole erbacee in giardino.
- Il piantabulbi. Assolutamente indispensabile per piantare i bulbi in giardino o dove la terra è compatta e preesistente, è facilissimo da usare, poiché la semplice pressione sul substrato crea il foro nel quale inserire il bulbo. I modelli più evoluti presentano l’indicazione della profondità e un pulsante che consente automaticamente di inserire il bulbo nell’incavo dell’attrezzo e di sganciarlo in terra nel punto desiderato, a volte anche ricoprendolo con il terriccio appena spostato, senza sporcarsi le mani.
- Il trapiantatore (o paletta). A lama larga o stretta, lunga o corta, sempre concava longitudinalmente e a punta, serve in giardino per estirpare una piccola pianta coltivata con l’intero pane di terra e trasferirla in altra posizione, nonché per scavare buche di ridotte dimensioni, per colmare la buca di terra o per effettuare i rinvasi. Con il dorso convesso potete premere sulla terra smossa per compattarla. Il manico (sempre corto) sollevato rispetto alla lama evita il contatto della mano con la terra, a differenza di quanto accade con i modelli a manico diritto.
3 attrezzi per eliminare le malerbe
- L’estirpatore. È un’asta metallica più o meno lunga che termina con un doppio dente appuntito, ideale per scalzare malerbe a radice superficiale all’inizio del loro sviluppo e per tagliare le radici stesse. Si utilizza piantandolo a fondo al piede della malerba, girandolo nel terreno per sradicare la radice, ed estraendolo insieme con l’infestante: il foro sarà minimo, facilmente ricomponibile pressando la terra con le dita. Si può impiegare anche per scavare un foro perpendicolare nel quale inserire una talea, un tutore a canna, una piantina a radici nude.
- Il sarchiatore. Possiede una lama disposta perpendicolarmente al manico al quale è collegata da un corto braccio centrale o da due bracci laterali, tutti ad arco. Permette di ripulire superfici solide e lisce dalle malerbe (es. il vialetto, i gradini ecc.) tagliando la pianta alla base. In versione a manico corto (sarchiello) o lungo.
- La pompa. Serve per irrorare gli erbicidi e, in un giardino di medie dimensioni (entro i 500 mq), è sufficiente con un volume di 5 l. Non utilizzate la stessa pompa per distribuire il diserbante, gli anticrittogamici e gli antiparassitari: l’ideale sarebbe possederne tre diverse, ciascuna con una sola destinazione d’uso.
Altri attrezzi da giardinaggio
- La carriola. Indispensabile in giardino per movimentare piante, terra, sacchi di concime, raccogliere lo sfalcio (se il vostro tosaerba non è munito dell’apposito cestello). La versione a due ruote richiede uno sforzo minore rispetto alla classica monoruota; quella con vasca in alluminio può essere lasciata alle intemperie, mentre quella in plastica a lungo andare si altera.
- La scopa. Il modello in saggina “della nonna” rimane il più valido per ripulire portici, vialetti, scalini, rimuovendo anche residui appiccicati grazie alle setole rigide. Riponetela a testa in su, in modo che non si pieghi la paglia.
- Gli attrezzi per bambini. Le versioni “mini” degli attrezzi sono perfette anche per i bambini, che vengono così stimolati ad apprendere un’arte intelligente e rilassante, “lavorando in proprio”. Esistono comunque alcune linee di piccoli attrezzi studiate appositamente per i bambini dai 5 anni in su, ma nulla vieta che approfittino dei vostri, purché siano sicuri (niente lame taglienti o punte acuminate) e a misura delle loro manine.
I materiali
Il materiale tradizionale per tutti questi piccoli attrezzi è l’acciaio, in genere inox temprato, ancor meglio se rivestito da un trattamento antiruggine e che ne facilita lo scorrimento. Esistono anche gli utensili in ferro, il cui limite è l’arrugginimento, che si può verifica anche in caso di trattamento antiruggine se il trattamento riservato all’attrezzo non è dei più accurati. In alcuni casi vengono utilizzati anche l’alluminio e la plastica, il cui limite è dato dalla resistenza nei confronti di superfici dure: sono perfetti per utensili a manico corto, con i quali si presuppone di non dover esercitare grandi pressioni.
Quanto ai manici, quelli in legno tendono a screpolarsi se non trattati periodicamente con impregnanti e, spesso, sono causa di vesciche sulle mani dell’operatore. Più comodi quelli in plastica (ma spesso meno robusti) o in acciaio rivestito, che possono anche essere sagomati secondo i principi dell’ergonomia, per ridurre l’affaticamento del giardiniere.
Due parole sulla loro forma: quelli diritti servono per rastrelli, pale, vanghe, zappe, forche; quelli con impugnatura a maniglia o ad anello servono per le vanghe che devono entrare in profondità nel terreno, per i badili a lama grande e per le mani grandi; le impugnature a T, su vanghe e forche, assicurano un’ottima presa in ogni circostanza.
La manutenzione
Primo e indispensabile consiglio: non lasciateli mai abbandonati alle intemperie in giardino, men che meno appoggiati direttamente sul terreno, se non volete vederli rovinati in una sola stagione. Ogni sera effettuate una conta di ciò che manca nella rimessa, con ricognizione in giardino per provvedere all’eventuale recupero. Tenete presente che la stessa umidità della notte li danneggia: vietato quindi lasciarli all’esterno, nemmeno su un muretto o uno scaffale.
Dopo ogni utilizzo è buona norma ripulirli con uno straccio inumidito e una spazzola a setole rigide per togliere i residui di terra, asciugando bene l’eventuale umidità residua. A fine stagione, pulite le lame con benzina, affilatele con la lima e ingrassatele con vaselina, lavate i manici in plastica con candeggina e asciugateli bene, smerigliate con carta vetrata i manici di legno e ungeteli con paraffina.
7 attrezzi per potatura
- Il potatoio e la forbice. Indispensabili per tagliare rami e fiori recisi o appassiti, eliminare rametti secchi o morti, sfoltire le radici, cogliere frutta ecc. Esistono anche modelli per mancini, con manici ad anello per ridurre lo sforzo della mano, con lame che trattengono l’oggetto tagliato, con manici telescopici ecc.
- Le forbici tagliasiepi. Facilitano la manutenzione delle siepi. Meglio sceglierle con i manici in alluminio (più leggeri) e con un ingranaggio a cremagliera o demoltiplica, per alleggerire il lavoro. Esistono anche le versioni con lame trasversali, utili per tagliare siepi poco accessibili.
- Il troncarami. Utile per eliminare i rametti più grossi, esiste anche nel modello con ingranaggi a cremagliera o con demoltiplicatore, che consentono di risparmiare la forza da impiegare.
- Lo svettatoio. È una sorta di potatoio installato su un lungo manico, dove la lama è comandata da un ingranaggio a corda (incanalata in un avvolgitore per evitare che si attorcigli): serve per sfoltire i rametti di piccoli alberi.
- Il coltello. Quello a forma di roncola assicura tagli netti sulle siepi o su arbusti e alberi. Esistono anche numerosi modelli specifici per gli innesti, cioè per il tipo di taglio che devono praticare nel portinnesto e nella marza a seconda del tipo di innesto da praticare.
- Il segaccio. È un coltello pieghevole dal manico ricurvo: assicura un taglio preciso degli steli e rametti di arbusti e piccoli alberi.
(di Andrea Calanchi, Giardinaggio n. 6/2006)