L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio uno dei settori trainanti del made in Italy, quello del florovivaismo, con un miliardo di fiori e piante che nell’ultimo mese sono appassiti e andati distrutti con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali ma anche per il blocco della mobilità. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sugli effetti economici delle misure di prevenzione adottate.
Niente fiori per gli innamorati, per la mamma, nei cimiteri chiusi come i mercati settimanali, i fioristi e i centri giardinaggio. E in difficoltà – precisa Coldiretti – sono anche le esportazioni con i blocchi al confine e in dogana di tanti Paesi, Ue ed extra-Ue, i ritardi e le difficoltà del trasporto su gomma.
I numeri del crollo del florovivaismo
In Italia– riferisce Coldiretti – sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini.
All’estero molti Paesi, come Croazia, Albania, Grecia e Romania, ma anche Spagna e Francia, dove sono dirette le piante da esterni made in Italy, da giorni stanno facendo blocchi o richiedono quarantena agli autisti anche se loro concittadini, mentre in Austria i controlli causano decine di km di code alla frontiera.
Una vero disastro per un settore dove sono impegnate 27.000 imprese una filiera che occupa oltre 200.000 persone, che ora si trovano in gravissime difficoltà – afferma la Coldiretti, che invita a mettere fiori e piante nei propri giardini, orti e balconi come segno benaugurante con l’arrivo della primavera che segna il momento del risveglio #balconifioriti. Il giardinaggio, l’orticoltura e la cura di piante e fiori su balconi e terrazze, sono uno dei più potenti anti-stress conosciuti, tanto che esistono attività riabilitative che si basano proprio sugli effetti del verde nel dare maggiore serenità alle persone. E non poter vivere il verde nel momento in cui si apre la stagione ed esplode la natura – precisa la Coldiretti – è una sofferenza per tanti.
Una stagione da buttare
Per questo, oltre a Coldiretti, anche Aicg, Anve, Assoiride, Assoverde,Federfiori, Confagricoltura Lombardia, Sia, Associazione Arboricoltori, Ancef, Etp, Afi, Aidtpg, Aipv e molte altre associazioni, tutte riunite, hanno sollecitato il Governo a intervenire prontamente per salvare il comparto.
L’allarme è stato rilanciato anche da Myplant & Garden, la più importante manifestazione italiana del verde, prima a essere rimandata a settembre 2020 allo scoppio del l’emergenza sanitaria: «Si tratta di un duro colpo per tutti gli attori del comparto orto-florovivaistico italiano, internazionale e per noi. La lunga semina stava dando buoni segnali: il mercato del giardinaggio italiano era cresciuto di 100 milioni di euro negli ultimi 2 anni, toccando quota 2,863 miliardi di euro alla vendita. Il valore alla produzione del florovivaismo era giunto a 2,57 miliardi di euro e toccando il nuovo record dell’export con 884 milioni di euro (+7,6%)».
Fino a metà febbraio 2020, l'andamento stagionale caratterizzato da un clima mite e una buona intensità luminosa, aveva permesso di ottenere fioriture che non si osservavano da parecchi mesi: «Ora è tutto fermo».
Il mancato svolgimento di Myplant & Garden, rinviata al prossimo settembre 2020, ha impedito la commercializzazione di prodotti e servizi nella stagione tradizionalmente più ricca e proficua, in cui le imprese registrano tra il 60 e l’80% del fatturato annuo.
«Allo stop degli ordinativi domestici – prosegue Mpyplant & Garden – , sono seguiti la chiusura dei punti vendita e il totale blocco delle merci, sia nei luoghi di produzione (serre, vivai, terreni, imprese, laboratori ecc.), sia nei luoghi di interscambio (hangar aeroportuali, porti e magazzini ferroviari), sia alle frontiere.
Il blocco frontaliero, di là dai problemi strettamente logistici viene segnalato dalle principali associazioni di categoria anche come ‘pretestuoso’, ‘discriminante’ e privo di senso, dovuto alla richiesta di Paesi esteri di non meno specificate certificazioni ‘virus-free’ dei prodotti italiani.
Fiori destinati alla distruzione
Si tratta di centinaia di milioni di euro di prodotti vegetali in deperimento, molti dei quali saranno presto sradicati, distrutti, fresati ed eliminati. Parliamo di prodotti stagionali che stanno ipotecando il destino delle produzioni seguenti, tra trapianti, innesti e lavorazioni su nuove colture che non possono essere rimandati.
Ciò comporta un gravissimo danno per l’intero sistema produttivo italiano e per il made in Italy, vera e propria eccellenza riconosciuta internazionalmente. Le imprese, gli addetti, l’indotto sono allo stremo delle forze.
Ora tutto il comparto in Italia è al collasso e si trova in un evidente stato di grave necessità e il supporto del Governo in questa delicatissima fase – con una prospettiva di peggioramento continuo della situazione nelle stagioni a venire – è la conditio sine qua non per la sopravvivenza stessa delle decine di migliaia di imprese del settore, per la vitadelle centinaia di migliaia di addetti e per la continuità degli appuntamenti fieristici di riferimento.
L’intervento pubblico – conclude Myplant & Garden - è necessario perché questo momento gravissimo non divenga fatale per il settore».
La risposta della ministra Bellanova
La ministra Bellanova, interpellata dal coordinamento Agrinsieme (composto da Cia, Copagri, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), ha dato una risposta confortante, annunciando misure compensative. Al momento, tuttavia, il decreto legge “Cura Italia” ancora non contiene interventi specifici.