Ribes rubrum (ribes rosso, bianco e rosa), arbusto alto e largo fino a 1,80 cm, ramificato. Infiorescenze dalle gemme dei rami dell’anno precedente. Frutti a bacca, ø 3-5 mm, polpa trasparente avvolta da una pellicola rosso rubino o bianco o rosato con alcuni semi.
Ribes nigrum (ribes nero o cassis), arbusto alto e largo fino a 2 m, con fusti molto robusti. Foglie caduche a 3-5 lobi più grandi del precedente; nella pagina inferiore numerose ghiandole odorifere. Infiorescenze sui rami dell’anno precedente. Frutti ø 5-8 mm, nero opaco, con odore intenso.
Ribes rosso e bianco autofertili, nero autosterile. Impollinazione anemofila ed entomofila. Entrata in produzione dall’anno successivo all’impianto. Durata della pianta 40 anni. Apparato radicale superficiale.
Come coltivare il ribes
Temperatura, clima, zone d’Italia, esposizione: fra –30 e +28 °C, i ribes non amano il caldo né estivo né invernale. Coltivabili in altitudine, a mezz’ombra: sulle Alpi dai 500 m di quota, sull’Appennino a partire dai 600 m in Emilia e a salire man mano che si scende di latitudine, intorno ai 1.200-1.400 m sulla Sila e sull’Etna. In posizione semi- o del tutto ombreggiata in piena estate, solo leggermente ventilata.
Terreno, impianto e distanze: per ribes rosso sciolto, fresco, profondo, ricco di sostanza organica, ben drenato; per il nero stesse indicazioni più pH sub-acido; tutti temono i terreni argillosi. Distanza: almeno 2 m da altre piante o manufatti (1,5 m se in siepe).
Irrigazione: necessaria nel primo anno dall’impianto. Di soccorso durante la bella stagione per sempre (terreno sempre umido); 15 l/pianta ogni 10 giorni.
Concimazione: 1 kg/pianta di letame maturo o 100 g di stallatico secco all’impianto e ogni anno in novembre. Fertilizzante granulare a lenta cessione per pomodori in marzo, maggio, settembre, dose in etichetta. Per ribes nero concime per pomodori in maggio, per acidofile in marzo e settembre.
Forma d’allevamento: libera, naturale a cespuglio (esemplare isolato con funzione ornamentale). In siepe di recinzione dell’orto o della zona relax. A spalliera in filare con palatura.
Potatura: in inverno di rimonda. Di produzione da ottobre (per ricavare talee) in poi, tenendo presente che producono sui rami dell’anno precedente: dopo 4-5 anni eliminare i rami più vecchi (1-2 per volta) per rinnovare la pianta.
Malattie e parassiti: muffa grigia e oidio. Gli uccelli assaltano le bacche mature svuotando il cespuglio.
Cultivar: Jonkeer Van Tets (molto vigorosa, fino a 2 m d’altezza, sensibile a muffa grigia, fioritura e maturazione precoci, molto produttiva, grappoli facili da raccogliere, metà giugno-metà luglio, frutto rosso vivo, grosso); Rondom (molto vigorosa, rami radi, resistente a malattie e freddo, molto produttiva, metà luglio-inizio agosto, non soggetta a cascola, rosso vivo, enorme); White Hollander (medio vigore, luglio, bianco); Versaillaise Blanche (vigorosa, molto produttiva, resistente a malattie, fine giugno-fine luglio, bianco-verdastro o giallastro); Noir de Bourgogne (molto vigorosa e produttiva, non soggetta a cascola, maturazione uniforme, inizio luglio, nero); Titania (vigorosa, molto produttiva, luglio, nero).
Innesti: non si innesta perché si riproduce per talea, preferibilmente di rami di un anno, ma facilmente radicano anche i rami più vecchi ricavati dalla potatura in ottobre.
Coltivazione in vaso: possibile, discretamente produttiva. Contenitore ø min. 24 cm per pianta alta 40 cm, ideale ø 60 x 60 h cm per pianta alta 1,50 m. Terriccio per piante da orto (ribes rosso), metà per orto e metà per acidofile (ribes nero). Discreto drenaggio sul fondo. Annaffiare in primavera-estate per evitare ragnetto rosso e afidi, senza bagnare il fogliame. In posizione mediamente ventilata.
Ribes: raccoglierlo e conservarlo
Raccolta scalare tra inizio giugno-fine luglio a seconda delle varietà e delle zone italiane. Il colore aiuta (non nel bianco), ma la morbidezza (e l’assaggio) aiuta di più a capire il momento giusto. Tagliate con l’unghia il graspo a 3-4 mm dal rametto; non tirate perché si lesionano o schiacciano i chicchi e si staccano le gemme da frutto per l’anno successivo. Appoggiate i grappoli in cestelli di plastica (es. quelli da 2-3 kg delle olive).
Conservate questi piccoli frutti per 2 giorni fuori frigo e fino a 7 giorni in frigorifero. Se li congelate (dopo averli lavati e fatti asciugare all’aria in uno scolapasta), li potrete utilizzare solo per preparazioni cotte, per es. torte e dolci in genere.
Valore nutrizionale del ribes
Nonostante il sapore acidulo, dovuto all’elevato contenuto di acidi organici (soprattutto citrico e malico), tutti i ribes contengono una discreta quantità di zuccheri (6,6 g/hg) ma pochissime calorie (28 Kcal). Le fibre (3,6 g) li rendono moderatamente lassativi se ben maturi, mentre il potassio (370 mg) agevola la diuresi; sono anche una buona fonte di calcio (60 mg).
Eccezionale l’apporto di vitamina C: 200 mg in media, anche se nel ribes nero il valore sale: è un ottimo rinforzante nei confronti delle malattie da raffreddamento.
Ribes rossi ma soprattutto neri contengono anche gli antociani, pigmenti benefici riguardo all’invecchiamento delle cellule e per la salute del sistema circolatorio. I frutti neri sono anche disinfettanti delle vie urinarie.
I frutti rossi possono dare sensibilità ai denti per l’acidità.
I ribes da fiore
Esistono anche i ribes da fiore, come R. sanguineum che si ammanta in primavera di vistosi fiori rosa cui seguono frutti rossi, grossi ma insipidi, e R. odoratum (autosterile) che si riempie di corolle gialle che sanno di chiodi di garofano, a cui seguono frutti neri eduli buoni. Si possono utilizzare come impollinatori delle varietà tradizionali da frutto.
Le ricette con il ribes
Tradizionalmente i frutti del ribes vengono usati, soprattutto nelle zone alpine, per confetture, gelatine, sciroppi, succhi e liquori.
Confettura di ribes: in una capace pentola d’acciaio ponete le bacche di ribes già lavate e sgranate, e fate cuocere a fuoco medio e senza coperchio finché i frutti si saranno ammorbiditi e aperti. Togliete dal fuoco e, due mestoli per volta, passate al passaverdura con fori non piccolissimi tutta la polpa ottenuta, in modo da liberarla completamente dai semini. Pesate la passata e aggiungete zucchero in quantità pari al 60% del peso della passata. Rimettete sul fuoco e fate sobbollire a fuoco lento, mescolando spesso, finché la marmellata si è addensata, quindi invasettate a caldo rovesciando i barattoli appena chiusi per creare il sottovuoto. Per la gelatina il procedimento è identico, ma la passata va filtrata attraverso un colino a maglie finissime.
Ma i frutti si possono usare anche per macedonie, torte, crostate, su piatti salati come selvaggina, risotti, insalate, pesce, e come guarnizione di cocktail.