Il terreno arido in estate richiede cure particolari, piccole operazioni che vanno ripetute con regolarità per aiutare le piante a stare meglio
Se il vostro giardino insiste su un substrato argilloso, che d’estate diviene duro come la pietra, crepacciato e secco, o è un terreno calcareo, tendenzialmente povero e asciutto, in luglio e agosto necessita di piccole, fondamentali cure per non diventare una trappola incandescente per le radici.
- Su tutti, un consiglio fondamentale da rispettare: in questa stagione lavorate il terreno sempre e solo nelle ore più fresche, la mattina presto o, al limite, dopo il tramonto.
- Se dopo un temporale estivo, sulla superficie si forma una crosta che rende asfittico lo strato sottostante, impedendo il passaggio di ossigeno, passate con una vanghetta o un rastrello attorno al piede delle piante, con delicatezza e senza urtarle. Quest’operazione va condotta ogni 10-15 giorni per tutta la bella stagione, anche se non è piovuto, in modo da garantire la sufficiente aerazione alla terra e alle radici.
- Se invece dovete piantare un nuovo esemplare proprio adesso, la sera precedente irrigate bene la zona prescelta, in modo da poterla lavorare senza troppa fatica l’indomani. Effettuate una vangatura, levando le zolle che vanno frantumate con un erpice e mescolando al terriccio sbriciolato sabbia e cornunghia. Poi procedete con lo scavo classico della buca, il tutto al tramonto. Se l’impianto verrà invece fatto a distanza di un mese, potete mescolare anche una pala di letame maturo.
- Sulle zone libere da piante effettuate una volta al mese una vangatura profonda circa 20 cm, in modo da incrementare l’aerazione, che favorisce l’assorbimento delle sostanze da parte degli apparati radicali.
- Fondamentale l’apporto d’acqua: bagnate sempre con regolarità, la mattina presto o dopo il tramonto, senza mai bagnare il fogliame (potrebbe ustionarsi o sviluppare malattie fungine). Se potete, utilizzate acqua a temperatura ambiente, non fredda né scaldata dal sole.
- Con l’impianto automatico optate per l’irrigazione a goccia al piede delle singole piante, anche per evitare la proliferazione delle malerbe, lasciate a secco; il getto della canna facilita invece la formazione della crosta; l’irrigazione a pioggia scongiura la crosta ma comporta un notevole spreco idrico (e conseguente spesa).