C’è chi si lamenta che la Phalaenopsis duri quanto un mazzo di rose recise… Sì, se si sbagliano le cure, dura pochissimo…
- Rinvasarla appena arrivata a casa. È il sistema migliore per far sì che cadano tutti i boccioli! Aspettate quando la fioritura sarà finita e non ci saranno ulteriori steli fiorali pronti a spuntare.
- Metterla al buio. La Phalaenopsis deve stare in una stanza molto luminosa, ma senza ricevere sole diretto sulle foglie o sui fiori.
- Metterla al caldo. La temperatura ideale è fra 16 e 20 °C, e la pianta deve stare lontana da fonti di calore (termosifoni, termoconvettori, stufe, riscaldamento a pavimento).
- Aprirle finestre o porte in faccia. Per quanto non ami il caldo, la Phalaenopsis detesta l’aria gelida che fa cadere i boccioli e afflosciare le foglie.
- Mettere il vaso in un coprivaso opaco. Anche le radici – verdi – della Phalaenopsis partecipano alla fotosintesi clorofilliana: coprirle ne impedisce l’azione. Utilizzate un cache-pot di vetro trasparente e pesante.
- Non mettere un coprivaso (trasparente) pesante: attenzione, perché, man mano che si sviluppa la spiga fiorale, la pianta può ribaltarsi, spezzando lo stelo e perdendo i boccioli.
- Annaffiarla troppo. Ogni 4-5 giorni prendete in mano il vaso: se è leggero, annaffiate, se ha ancora un certo peso, riprovate il giorno dopo. Se esagerate con l’acqua, i boccioli diventeranno marroncini pur restando umidi, e cadranno.
- Annaffiarla troppo poco. Premesso che la Phalaenopsis preferisce essere bagnata di meno piuttosto che di più, c’è un limite di siccità oltre il quale i boccioli si seccano e le foglie si accartocciano.
- Tenerla nell’aria secca: se manca l’umidità nell’aria (le orchidee vorrebbero l’80% di umidità…), compare facilmente il ragnetto rosso, di cui vedrete solo le ragnatele tra le foglie scolorite.
- Vaporizzare i fiori. La nebulizzazione giornaliera è indispensabile, soprattutto se l’aria di casa è troppo secca, ma va fatta solo sulle foglie e sulle radici, perché sui fiori provoca chiazze marroni orrende.