photinia siepe terrazzo
La fotinia è fra gli arbusti ideali per una siepe in terrazzo.
Coprire una brutta veduta, nascondersi rispetto ai vicini, combattere un vento sferzante: tre buoni motivi per recintare con una siepe lo spazio esterno

Vivere il nostro terrazzo può essere bellissimo o antipatico: nel secondo caso le cause possono essere la vista sui capannoni industriali, i vicini occhieggianti a ogni nostro movimento, il vento che sferza incessante per 365 giorni l’anno, tutti problemi risolvibili con arbusti da siepe. Dando per scontato che lo spazio esterno lo vogliamo vivere pienamente in libertà, la soluzione a questi tre problemi è una siepe di recinzione, in ampie vasche, a schermare occhi e correnti regalandoci in cambio bellezza, relax e frescura.

I pro della siepe VIVA

Anche se la soluzione più immediata appare quella di schermare con pannelli o grigliati, che in poche ore risolvono il problema, la siepe verde è ancora più risolutiva, sebbene meno immediata (perché la crescita delle piante richiede un po’ di tempo, almeno un paio d’anni), mentre sulla manutenzione se la giocano: pannelli e grigliati in legno ogni anno richiedono una mano di impregnante e comunque di rado oltrepassano i 10 anni di vita; le piante vanno annaffiate (caldamente consigliato l’impianto automatico a goccia) e potate almeno in autunno.

Ma sono i plus della siepe a vincere: gli arbusti realizzano una cortina verde e viva che simula un giardino, anche con fiori e frutti; inoltre mitigano molto meglio le correnti d’aria perché lasciano filtrare i soli refoli, donandoci frescura in estate e stoppando i venti invernali impetuosi. A differenza di un pannello, contro il quale l’aria sbatte, s’impenna e ricade dall’altra parte ancora più veloce di prima…

Le SPECIE giuste per la siepe

Ovviamente non tutti gli arbusti sono indicati per una siepe da terrazzo. Servono specie sempreverdi, a crescita molto o abbastanza rapida e prevalentemente in verticale rispetto al diametro, tolleranti le potature, capaci di vivere a lungo in vaso, prive di spine, e con qualche motivo d’interesse in almeno una stagione: foglie particolari, fiori, frutti. Chiaramente l’elenco è più ridotto rispetto alle specie da siepe da giardino, ma permette ugualmente una buona scelta: alloro, corbezzolo, eugenia, fotinia, lauroceraso, laurotino, leptospermo, ligustro ovalifoglio, mirto, pittosforo, tuia. Quest’ultima è forse la meno interessante, da buona Cupressacea, ma la citiamo perché riesce a creare una barriera completa agli sguardi in un tempo piuttosto breve (in un paio d’anni si alza da 1,50 fino a 1,80 m, chiudendo la vista).

Due parole su Eugenia myrtifolia e Leptospermum scoparium: entrambe sono specie che temono il freddo, già a 5 °C, e quindi sono consigliabili per il Sud Italia; tuttavia, visto il riscaldamento climatico in atto, potrebbero trovarsi bene anche in Val Padana su un terrazzo esposto a sud e poco spazzato da venti di tramontana in inverno.

Come coltivarle in VASCA

Per una bella siepe in terrazzo, bisogna mettere a dimora le piante in contenitori grandi: vasche preferibilmente di plastica di almeno 80 x 50 x 50 cm per 2 piante e fino a 120 x 60 x 60 cm per 3 piante. Non preoccupiamoci perché gli esemplari ci sembrano troppo radi: cresceranno velocemente e occuperanno tutti gli spazi vuoti. Sul fondo poniamo un telo geotessile da 100 g/mq per evitare che esca la terra dai fori di drenaggio durante le annaffiature (non deve essere presente il sottovaso). Sopra mettiamo 5 cm di ghiaia, disponiamo le piante e riempiamo con un buon terriccio universale, pressandolo bene. Pressoché obbligatorio è l’impianto automatico d’irrigazione a goccia: si accende da aprile a settembre, e deve erogare con temperature superiori a 25 °C almeno 10-15 l per vasca da 60 cm ogni 2-3 giorni. Ogni anno in marzo, maggio e settembre distribuiamo per ogni arbusto una manciata di concime granulare per arbusti (es. per rose), interrandolo bene. Prima ancora, in marzo, grattiamo i primi 5 cm di terriccio superficiale, sostituendolo con substrato nuovo. Potiamo per ridurre l’ingombro in settembre e in aprile: attenzione, perché con le forbici perderemo rispettivamente i frutti e i fiori.

Se le vasche di sempreverdi ci sembrano monotone, vivacizziamole già all’impianto. Interriamo lungo i bordi alcune bulbose di piccola taglia: bucaneve, campanellino, piè di gallo, croco, muscari, scilla, Fritillaria meleagris, Tricyrtis, Montbretia, colchico occupano tutte poco spazio. Fioriranno fra gennaio e settembre, e si riproporranno per parecchi anni all’appuntamento

Se piantiamo, insieme con gli arbusti, anche qualche Campanula poscharskyana o C. portenschlagiana (ne bastano 5 per 60 cm), avremo fiori quasi tutto l’anno in tutta la vasca (si allargano man mano). Ma non daremo disturbo ai cespugli: le radici di queste campanule sono superficiali

Per approfondire

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