Le rucole sono in realtà di due tipi: la rucola selvatica (Diplotaxis erucoides), che non si trova in vendita dal fruttivendolo ma si può solo coltivare per averla, è un’erbacea perenne dalle foglie piccole e dal sapore intenso, quella coltivata (Eruca sativa) è un’annuale dalle foglie larghe ma con aroma meno accentuato.
Entrambe presentano una rosetta di foglie allungate e lobate, prima appiattite al suolo e poi erette, lievemente carnose in Eruca e, dalla base, innalzano gli steli fiorali che portano infiorescenze di piccoli fiori bianchi in Eruca e gialli in Diplotaxis, a cui seguono frutti a siliqua, ricchi di semi minuscoli.
Come coltivare la rucola
Semina/trapianto: entrambe le rucole si riproducono da seme, ma Diplotaxis si autorisemina con tale facilità da divenire letteralmente infestante nell’orto. Si semina sempre direttamente a dimora (non sopportano i trapianti!), in piena terra o in vaso, da febbraio a maggio e da settembre a novembre, scalarmente a distanza di 15-20 giorni, nell’orto su file distanti 25-30 cm e diradando ogni fila a 10 cm di distanza tra le piantine, oppure anche a spaglio.
Cure: l’Eruca si coltiva in tutta Italia indifferentemente in vaso o in piena terra; la Diplotaxis in piena terra fino alla Val Padana, in vaso sulle Alpi e l’alto Appennino per poterlo ricoverare in inverno in una stanza fresca; la parte aerea di Diplotaxis può scomparire in inverno nelle aree geografiche più fredde. Il vaso di plastica deve avere diametro minimo 18 cm per una singola pianta, con un terriccio per fiori o per orto e un ottimo drenaggio sul fondo. Il terreno nell’orto deve essere leggero, sciolto e molto sabbioso per Eruca, solo leggermente sabbioso per Diplotaxis, sempre ben drenato, non acido, né troppo povero di sostanza organica. Richiede il pieno sole o al massimo la mezz’ombra; nel cuore dell’estate, però, è bene che le piantine in vaso non stiano in pieno sole nelle ore centrali della giornata: potrebbero subire ustioni sulle delicate foglie. In vaso bisogna annaffiare con regolarità e abbondanza per tutta l’estate, con moderazione invece in piena terra. Nell’orto è sufficiente concimare con letame o stallatico secco durante la lavorazione autunnale. La concimazione in vaso (su Diplotaxis) si effettua in settembre e in marzo, sempre con un prodotto biologico come lo stallatico secco, l’humus di lombrico o (poca) pollina.
Malattie e parassiti: non ha particolari nemici.
Consociazioni e rotazioni: non devono essere poste vicine ad altre appartenenti alla famiglia delle Crucifere, come cavoli, rape e ravanelli. Si consociano bene alle Solanacee e alle Composite.
Raccogliere e conservare la rucola
La raccolta si effettua quando le foglie raggiungono i 10-15 cm di lunghezza, per tutto l’anno nel Centro-Sud e con una pausa in dicembre-marzo al Nord. Si recidono le foglie alla base, senza strappare le gemme al colletto.
Le foglie recise durano per 3-4 giorni in frigorifero, avvolte in uno strofinaccio appena inumidito. Essiccazione e congelamento compromettono il gusto e la consistenza della rucola, pertanto sono sconsigliati.
Valore nutrizionale della rucola
La rucola apporta benefici perché ha proprietà vitaminizzanti e antiscorbutiche (è ricca di vitamina C), aperitive e digestive grazie all’olio essenziale a base di sostanze solforate. Qualche foglia fresca masticata lentamente funge da aperitivo stimolante dell’appetito.
Le ricette con la rucola
Le foglie crude e fresche danno un gusto speciale a insalate, salse, tramezzini, pizze, frittate, formaggi molli, pasta o riso freddi, carpacci di carne o di pesce, funghi crudi. Quelle di Diplotaxis vanno aggiunte con parsimonia perché hanno un gusto più intenso.
La cottura annulla completamente l’aroma, e lo stesso fanno l’essiccazione e il congelamento: tutte queste pratiche sono assolutamente sconsigliate.