L’aglio è una pianta erbacea, perenne (ma coltivata come annuale) e bulbosa, dotata di forti radici fibrose e un fusto liscio che raggiunge anche gli 80 cm di altezza. Porta fino a metà delle lunghe (50-60 cm) foglie lineari appuntite e termina con un’ombrella fiorale avvolta in una brattea; i fiori sono biancastri, verdognoli o, talvolta, anche rossastri e compaiono tra aprile e luglio dal secondo anno. Il bulbo sotterraneo è costituito da numerosi spicchi (bulbilli, 6-15) ricoperti da tuniche.
Aglio, quando e come coltivarlo
Semina/trapianto: normalmente si parte dai bulbilli (singoli spicchi con la “buccia” o tunica) perché il seme raramente si forma. Dopo aver preparato il letto di semina colmando eventuali avvallamenti delle prode, in modo da impedire i ristagni idrici, scegliete i bulbilli più esterni del bulbo, cioè quelli di forma più arcuata. Tracciate sul terreno file distanti 25-30 cm l’una dall’altra e posizionate i bulbilli sulla fila a 10-15 cm uno dall’altro interrandoli a una profondità di 3-5 cm, sempre con l’apice verso l’alto. Irrigate leggermente a pioggia subito dopo. La semina, invece, si effettua nel periodo primaverile (febbraio-aprile) nelle regioni settentrionali, in autunno (ottobre-dicembre) nel Sud Italia. La semina autunnale produce bulbi di maggiori dimensioni.
Cure: si alleva facilmente in tutta Italia escluso l’arco alpino. Predilige un clima temperato e asciutto, ma sopporta anche temperature intorno ai 10-15 °C: l’esposizione deve essere ben soleggiata anche d’inverno. Non ha preferenze in fatto di terreno, che non deve essere sassoso o troppo compatto, né umido. Considerando che, nel Sud ma anche nel Nord con semina precoce, si sviluppa durante mesi generalmente piovosi, evitate terreni poco drenati, prediligendo invece quelli sciolti e soleggiati, orientati a sud. Mantenete il terreno ben sarchiato per frantumare la crosta superficiale, oltre che per facilitare lo scolo dell’acqua; irrigate il meno possibile (solo in caso di siccità prolungata); asportate regolarmente le malerbe. In caso di fioritura precoce tagliate alla base lo scapo fiorale per non sottrarre sostanze nutritive allo sviluppo dei bulbi. L’unico apporto nutritivo richiesto è la normale concimazione minerale (non organica) di fondo effettuata durante la lavorazione del terreno prima dell’impianto.
Malattie e parassiti: può essere attaccato da parassiti animali (criocera, nottua, tignola e mosca) e malattie fungine (peronospora e soprattutto ruggine). Si consiglia di non ripiantarlo nello stesso sito dell’anno precedente; evitate inoltre eccessive concimazioni di fondo e l’utilizzo di compost o letame.
Varietà: si suddividono in due gruppi principali, a bulbo rosa e a bulbo bianco. Il primo, con spicchi piccoli e leggermente rosati, viene piantato in ottobre-novembre ed è quindi una varietà precoce; particolarmente apprezzato per il delicato sapore, è bene consumarlo fresco perché poco resistente all’umidità e facile preda di marciumi; fra le varietà: Rosso di Sulmona, che si conserva bene e ha un sapore deciso, Aglio Rosa, precoce e dal sapore poco intenso per consumo fresco. L’aglio bianco ha invece un’aroma molto più accentuato del precedente, è più rustico e di più facile conservazione; viene interrato tra gennaio e marzo; fra le varietà: Aglio Bianco, la più coltivata, Aglio bianco piacentino, uno dei migliori di grande pezzatura, famoso per le sue qualità di sapore e ottima conservabilità.
Consociazioni e rotazioni: si associa bene alle Apiacee (carota, sedano, prezzemolo ecc.), dalle quali allontana le mosche parassite di queste piante, ma anche a lattuga, spinaci e ravanelli. Può seguire carote, fagiolini, insalata, pomodoro, ravanelli, melone; non segue mai se stesso (o altre Liliacee), barbabietola, cavolo, patate.
Aglio come raccoglierlo e conservarlo
Si raccoglie quando le foglie incominciano a ingiallire e a piegarsi: in giugno-agosto nel Nord e in marzo-maggio in Meridione; il sapore è più delicato nelle raccolte precoci. Estraete l’intera pianta afferrandola al colletto e tirando, eventualmente aiutandovi con una piccola forca, delicatamente per non ferire i bulbi. Lasciate le piante per una settimana (di più se dovesse piovere) sul campo appoggiate in cassette di legno, oppure raccoglietele e stendetele su un bancone di legno in luogo aerato e soleggiato a seccare; poi pulite i bulbi dalle tuniche esterne piene di terra, dalle foglie e dalle radici.
Conservare le teste appese in trecce o mazzi, in cassette di legno o in vasi di terracotta, in luoghi bui, asciutti e arieggiati. I bulbi destinati invece alla semina dell’anno seguente, andranno suddivisi in spicchi e conservati in un ambiente umido a circa 7 °C così da favorirne la germogliazione.
Aglio, perché fa bene
Oltre a un olio essenziale, l’allicina, che ne caratterizza l’aroma, presenta sali minerali, oligoelementi, vitamine (A, B1, B2, PP, C) e ormoni vegetali. Dal punto di vista terapeutico viene considerato uno straordinario alimento nutraceutico che non dovrebbe mai mancare nelle pietanze. Particolarmente efficace per combattere dolori reumatici e artritici, catarri, vermi intestinali, febbri; inoltre, grazie all’indiscussa proprietà antibatterica, è un’eccellente prevenzione contro le malattie infettive.
È però controindicato per chi soffre di irritazioni allo stomaco e all’intestino, ai malati di fegato e alle donne che allattano (l’odore si trasmette al latte).
Chi lo ama invece, cerchi quotidianamente di consumarne 2-3 spicchi, preferibilmente crudi, perché più ricchi di principi attivi e più digeribili. Se cotto (purché non soffritto), l'aglio conserva ugualmente una piccola quantità di olio essenziale (che è molto volatile): aumentate le dosi.
Per migliorare l’alito masticate qualche foglia fresca di prezzemolo, o di salvia, o di menta, o 2-3 chicchi di caffè, oppure bevete un bicchiere di latte.
Aglio, come usarlo in cucina
Il sapore leggermente piccante e l’aroma intenso fanno dell’aglio un protagonista di primo piano in moltissime pietanze: bruschette, insalate, sughi, minestre, verdure cotte, sformati, arrosti di carne e di pesce ecc., fino all'olio aromatizzato ottimo per condire l'insalata o la pizza. Quest'ultima è un'idea da suggerire a chi vuole beneficiare degli effetti del piccolo bulbo, pur senza amarne esageratamente il gusto.
In particolare va utilizzato nelle pietanze particolarmente grasse perché, data la proprietà di stimolare i succhi gastrici, ne facilita la digestione. La quantità di utilizzo dovrà sempre essere calcolata secondo il gusto personale. Particolarmente apprezzati dagli intenditori di questo aroma sono gli agli freschi primaverili, cioè le teste d’aglio ancora giovani, poco sviluppate e dal sapore molto delicato.