genziana pietra corva
Fra i simboli della flora del Giardino botanico di Pietra Corva c'è la genziana.
La perla nascosta della Val Tidone, il Giardino di Pietra Corva, dà il via alla stagione 2025 con una nuova immagine e un ricco programma di conferenze.

Il Giardino Botanico di Pietra Corva, gioiello nascosto dell'Appennino Ligure, con oltre 1.200 specie provenienti dalle montagne di tutto il mondo, ha riaperto ufficialmente al pubblico per la stagione 2025 con un’immagine rinnovata e molte novità. Ricchissimo il calendario di eventi che accompagnerà i visitatori nei mesi primaverili ed estivi. Con la vegetazione già nel pieno del rigoglio, in attesa delle fioriture più rare della tarda primavera.

Le novità della stagione 2025

Le iniziative in programma per il 2025 puntano a rendere il Giardino Botanico di Pietra Corva un luogo sempre più aperto, accogliente e dinamico, punto di riferimento per gli amanti della botanica e della montagna e per l'educazione ambientale e meta imperdibile per un nuovo turismo familiare ed escursionistico. «Vogliamo valorizzare questa eccellenza naturalistica non solo come meta scientifica e didattica, ma anche come destinazione ideale per un turismo di prossimità, accessibile e sostenibile. Il nostro obiettivo è attrarre le scuole, i giovani, le famiglie, ma anche i visitatori curiosi, offrendo loro un luogo in cui immergersi nella natura e nei paesaggi della Val Tidone, per un fine settimana di relax e scoperta», spiega il presidente della Provincia e della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, Giovanni Palli.

Unica la posizione del giardino, a Romagnese (Pv), nell'Oltrepò Pavese, quasi a cavallo tra Lombardia ed Emilia Romagna. Incastonato a 950 metri di altitudine nell'Alta Val Tidone, si trova su un versante del Monte Pietra di Corvo, proprio sotto una enorme roccia ofiolitica di colore scurissimo (originatasi dai fondali oceanici), all'interno del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) della Rete europea Natura 2000, area di eccezionale valore naturalistico, con habitat e specie di flora e fauna che meritano particolare protezione.

Tante conferenze

«Per la sua storia e per la sua posizione geografica unica, Pietra Corva è molto più di un giardino botanico perché si sta rivelando anche un laboratorio di osservazione del cambiamento climatico. Nato negli anni ’60 come giardino alpino, oggi si confronta direttamente con le trasformazioni ambientali in atto. L’innalzamento delle temperature ci offre un’occasione unica per studiare sul campo gli effetti del riscaldamento globale e per coinvolgere il pubblico in una riflessione concreta sulla tutela della biodiversità», aggiunge il Sindaco di Romagnese e Assessore della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, Manuel Achille. Il Giardino è accessibile nei fine settimana dalle 10.00 alle 18.00, con aperture straordinarie in occasione degli eventi in calendario. Ricchissimo il ciclo di laboratori per i più piccoli e di conferenze estive tenute da illustri nomi della cultura e della divulgazione scientifica, dal meteorologo Andrea Giuliacci che approfondirà il tema delle estati sempre più calde (lunedì 2 giugno, 15:30) a Marco Cattaneo, direttore di National Geographic Italia, che affronterà il tema dell'acqua (domenica 22 giugno, 15:30), fino a Stefano Maggi, archeologo, che parlerà della presenza degli antichi romani nella Valle Staffora (sabato 19 luglio, 15:30).

A Pietra Corva imparare divertendosi

«Per noi in prima persona il Giardino botanico di Pietra Corva, con le sue collezioni di piante alpine provenienti da tutte le montagne del mondo e una storia tanto curiosa, ma anche poco conosciuta, è stata una grande scoperta. Così, abbiamo immaginato un programma che fosse prima di tutto un invito alla meraviglia: Pietra Corva, che sorpresa!», ha aggiunto Carlo Gariboldi dell’associazione Ticinum Festival (già organizzatore di Horti Aperti. festival del Verde in città, a Pavia) che dal 2025 si occupa dell'organizzazione del palinsesto culturale degli appuntamenti estivi del giardino, insieme con Valentina De Tomasi.

La conduzione dei laboratori è stata stati affidata alla società ADMaiora. «Educare significa prima di tutto coinvolgere, emozionare, creare connessioni profonde tra le persone e i luoghi. Il nostro percorso di fruizione del patrimonio si basa sull’approccio metodologico hands-on, brains-on, hearts-on, che si traduce in esperienze sensoriali che permettono di emozionarsi e apprendere divertendosi», ha sottolineato la presidente, Benedetta Scanni. Il calendario completo di attività, laboratori e visite guidate è disponibile anche sul sito www.pietracorva.com

Collezione alpina sotto la "roccia nera"

La storia del Giardino Botanico di Pietra Corva prende forma negli anni Sessanta grazie alla visione pionieristica di Antonio Ridella, veterinario e naturalista, che trasformò la sua passione per la flora alpina in un progetto ambizioso: raccogliere e custodire specie botaniche rare con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso escursioni botaniche su Alpi ed Appennini, ma anche Pirenei, Carpazi, Caucaso, Himalaya e Ande. Con il sostegno del giardiniere Cesare Soffritti, nel 1967 il giardino aprì al pubblico. Dopo la scomparsa di Ridella nel 1984, il testimone passò ad Adriano Bernini, che contribuì a rafforzare il profilo scientifico del sito, intrecciando rapporti con Orti Botanici internazionali. L’espansione proseguì nel 2001 con l’inaugurazione di un centro visite e, tre anni dopo, con la nascita del Centro Studi dell’Appennino Settentrionale. Dopo un’importante opera di riqualificazione, il giardino ha riaperto nel maggio 2023, con esposizioni aggiornate e tecnologie interattive. Da quest'anno, si aggiunge un ricco palinsesto culturale. Il centro visite, ristrutturato di recente, accoglie mostre multimediali, pannelli interattivi e un museo naturalistico che guida il pubblico alla scoperta dell’Appennino settentrionale.

Pietra Corva, viaggio tra le montagne del mondo

«Pietra Corva è un microcosmo di biodiversità montana, dove convivono specie provenienti da Alpi, Appennini, Pirenei, Ande e Nord America. La disposizione delle piante non segue una chiave sistematica come negli Orti botanici classici, ma è stata pensata per raccontare gli habitat montani in cui le piante vivono. Dal tappeto di rododendri che accoglie i visitatori, alle roccaglie su cui sbocciano delicate sassifraghe e bucaneve, fino alle torbiere dove vive la sorprendente Sarracenia purpurea, pianta “carnivora” americana, il percorso del giardino permette un viaggio intorno al mondo in pochi metri, nello scenario altrettanto interessante dal punto di vista botanico, ornitologico, entomologico e paesaggistico dell’Alta Val Tidone», spiega Il botanico naturalista Francesco Gatti.

Le piante vengono presentate secondo la provenienza geografica e le caratteristiche ecologiche e ambientali di crescita, in una serie di settori tematici, ognuno dedicato a specifici ecosistemi montani. All’ingresso, il visitatore viene accolto da un tappeto di rododendri. Nel Settore A dominano le fioriture precoci come bucaneve, anemoni e sassifraghe. Lo stagno del Settore B è invece il regno di ninfee bianche e orchidee palustri, mentre nel Settore Ctrovano dimora piante delle Alpi, del Gran Sasso e delle Dolomiti, tra cui spicca la rara Gentiana ligustica. Le sorprese continuano nelle torbiere del Settore F, dove prosperano specie tipiche degli ambienti umidi come la viola palustre e la straordinaria Sarracenia purpurea, pianta carnivora americana che cattura gli insetti in coppe colme d’acqua. Altri settori, come l’L e i più elevati O e P, ospitano esemplari provenienti dai Pirenei, dalle Ande e dal Nord America, fino a giungere alla suggestiva stella alpina dell’Appennino, che resiste tra rocce e ghiaioni.

Tra piante rare e curiosità botaniche

Tra le rarità, la Fritillaria montana, detta anche meleagride minore, un fiore discreto e affascinante, diventato simbolo stesso del giardino, che dal 2025 ha anche un nuovo logo, frutto di un attento lavoro di ricerca e progettazione grafica, pensato per racchiudere e valorizzare gli elementi più rappresentativi del parco: l’acqua dello stagno, la delicata fritillaria, la farfalla erebia e le caratteristiche foglie di faggio.

Tra le altre curiosità botaniche, due esemplari spettacolari: Araucaria araucana, conifera nota anche come “pino del Cile”, dal portamento scultoreo e preistorico; e Nothofagus pumilio, un faggio australe che racconta, con le sue foglie caduche, le storie dei boschi dell’emisfero sud. Dalla stessa regione arriva anche l’Adiantum chilense, una felce elegante e delicata, che ben si adatta ai microclimi umidi ricreati nel giardino. Chiudono l’elenco due orchidee spontanee europee, rare e affascinanti: la Dactylorrhiza maculata subsp. fuchsii, conosciuta come orchidea di Fuchs, e la Platanthera chlorantha, o platantera verdastra, entrambe testimoni di una biodiversità ancora viva nei pascoli e nei boschi del continente.

Area protetta di interesse comunitario.

Il Giardino Botanico di Pietra Corva, che si estende su 30.000 metri quadrati, rientra al centro dell'area protetta di interesse comunitario SIC (Sito di Importanza Comunitaria) Sassi Neri-Pietra Corva. Questo eccezionale patrimonio di biodiversità si estende su 667 ettari e include 5 habitat tutelati (formazioni erbose calaminari dei Violetalia calaminariae, unico sito in Lombardia; formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura di orchidee; praterie magre da fieno a bassa altitudine; sorgenti pietrificanti con formazione di tufi (Cratoneurion); faggeti dell’Asperulo-Fagetum. Le specie di interesse conservazionistico con altissimo grado di tutela sono: mammiferi, due specie: Canis lupus (lupo) e Miniopterus schreibersii (miniottero comune, pipistrello); 1 pianta (Himantolgossum adriaticum, orchidea); 2 anfibi, Triturus carnifex (tritone crestato italiano) e Speleomantis strinatii (geotritone). Nel sito sono tutelate altre: 69 specie di uccelli (tra cui l’aquila reale, altri rapaci, picchio verde); 45 di piante (molte specie di orchidee, sassifraghe, gigli, genziane, fritillaria montana); 5 di anfibi (tra cui rana italica e rana dalmatina); 8 di rettili (es. Natrix maura, Natrix natrix); 16 di insetti. Info: https://natura2000.eea.europa.eu/.

Riapre il Giardino Botanico di Pietra Corva - Ultima modifica: 2025-06-02T06:28:52+02:00 da elena.tibiletti@lupino07.it