Il polinesiano punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) è arrivato in Italia all’interno di una Cocos nucifera (palma da cocco, il suo alimento preferito) nel 2004, diffondendosi in tutto il litorale con l’esclusione – finora – dell’alto Adriatico. Attacca in prevalenza la palma delle Canarie (Phoenix canariensis), ma anche P. dactylifera, Washingtonia e, ultimamente, anche Chamaerops.
Com'è fatto il punteruolo rosso delle palme
È un coleottero Curculionide dal capo allungato a forma di proboscide, alla cui estremità si trova l’apparato boccale (il rostro), con cui l’insetto perfora i tessuti vegetali. Di colore dal ruggine al marrone-rossastro con striature nere, l’adulto è lungo tra 19 e 45 mm e largo da 11,50 a 15,50 mm e vola, poco elegantemente.
Dopo l’accoppiamento, in maggio-giugno, la femmina perfora la pianta alla base delle foglie o dei germogli, nelle ferite o nelle cicatrici, e vi depone un centinaio di uova. In una settimana nascono le larve che si nutrono dei tessuti più teneri, scavando gallerie nel picciolo fogliare e nello stipite, mentre le foglie minate alla base si afflosciano e si seccano. Infine le pupe costruiscono un bozzolo in cavità scavate alla base dei piccioli, da cui nel maggio successivo fuoriuscirà l’adulto. Il ciclo è uno solo per stagione.
Che danni fa
Danneggiata nei teneri germogli apicali, la palma non è più in grado di crescere e produrre nuove foglie. Ma l’insetto erode anche i tessuti alla base delle foglie provocandone il disseccamento progressivo, a cui segue la morte dell’intera pianta, che deve essere abbattuta ed eliminata secondo una precisa procedura. Gallerie numerose possono minare la stabilità della palma fino a determinarne la caduta.
Anche il punteruolo rosso è soggetto a lotta obbligatoria: sono già migliaia le palme abbattute sui nostri lungomari, alterando irreversibilmente il paesaggio, senza che ancora sia stato escogitato un rimedio risolutivo. I danni economici sono notevoli visto che una palma di 20-30 metri d’altezza può arrivare a costare anche 30mila euro. L’infestazione può essere a lungo asintomatica e manifestarsi solo in una fase avanzata.
Come prevenire e come combattere il punteruolo rosso delle palme
A livello preventivo, si consiglia di mettere a dimora solo esemplari certificati esenti dal parassita, mantenerli in ottima salute, evitare lesioni a carico del tronco, delle foglie e della zona apicale, raccogliere ed eliminare i residui di potatura, avvisare subito il Servizio fitosanitario regionale se si notano anomalie o seccumi nella chioma.
La lotta chimica prevede l’irrorazione di tutta la pianta, in particolare dell’apice e della chioma, con uno dei principi attivi larvicidi di anno in anno autorizzati dal ministero delle Politiche agricole. L’operazione, nel caso di esemplari cresciuti, richiede attrezzature e tecniche altamente specializzate.
Le stesse sostanze possono essere iniettate mediante endoterapia, da applicare una volta l’anno nel momento in cui si sono appena schiuse le larve: costa, ma in genere salva la palma.
La lotta biologica prevede l’impiego di trappole di cattura massale per ridurre la densità dei maschi; sono inoltre possibili le irrorazioni sulla chioma di preparati a base di nematodi Steinernema carpocapsae. Su esemplari di pregio, se l’attacco viene scoperto prima che la gemma apicale sia danneggiata irreversibilmente, è possibile far eseguire operazioni di dendrochirugia per asportare i tessuti danneggiati e provare a salvare la palma. Infine, è stato messo a punto un macchinario che inonda la pianta, dalla base alla chioma, di microonde che distruggono uova, larve e adulti presenti all’interno dei tessuti o sopra la pianta.
Alcune specie, quali la palma nana Chamaerops humilis, che sembrano essere immuni all’infezione, si sono rivelate in grado di produrre una secrezione gommosa che sembra impedire l’attecchimento del parassita. Sembra invece che anche le Cycas siano state occasionalmente attaccate da questo temibile parassita.