Prodotto di montagna, il marchio che dà reddito

Il logo Prodotto di montagna è riservato alle produzioni in altitudine, è facilissimo e gratuito da ottenere e porta tanti vantaggi all’agricoltore/allevatore

“Prodotto di montagna” è un logo autorizzato dal D.M. 2 agosto 2018, ma ancora poco conosciuto dagli agricoltori e dagli allevatori. Valido su tutto il territorio italiano, e dedicato alle produzioni in altitudine (in “zone svantaggiate”), fino a ottobre 2019 è stato assegnato a solo 486 aziende agricole e allevamenti in tutta Italia.

Eppure è un marchio facile da ottenere, a costo zero, e remunerativo in termini di vendite…

 Prodotto di montagna: quali vantaggi

Il marchio Prodotto di montagna ha un potenziale vastissimo: fin da subito consente di distinguere il proprio prodotto fra decine di analoghi e gli dà una visibilità immediata agli occhi del consumatore, che tende a preferirlo perché lo associa a un’idea – del tutto fondata – di maggior qualità rispetto all’analogo di pianura. Già nel 2006 un’indagine statistica dimostrava che il 67% dei consumatori era disponibile a pagare di più per il prodotto “nato in montagna”.

prodotto di montagna
Farina di castagne prodotta nell’Alta valle del Reno (Bo) con marchio Prodotto di montagna (Foto Fabrizio Dell’Aquila).

In secondo luogo si inserisce spontaneamente nelle diverse Strade e Vie dei sapori allestite in tutta Italia e implementate dai Gal, richiamando così un turismo enogastronomico che negli ultimi anni sta prendnedo sempre più piede, portando visitatori anche nelle aree di montagna poco frequentate dai flussi turistici. Al tempo stesso, sempre i Gal stanno lavorando per includere i Prodotti di montagna nella ristorazione, valorizzandone la presenza.

In terza battuta consente un facile inserimento nei vasti cataloghi di vendita online, permettendo così di incrementare il fatturato con una platea potenzialmente sterminata (mondiale!).

Infine, nel momento in cui il logo sarà “a sistema”, cioè capillarmente diffuso su tutto il territorio italiano, sarà possibile anche un georeferenziamento delle aziende produttrici,che consentirà di incrementare ulteriormente le visite e, di conseguenza, la vendita diretta.

Le condizioni da rispettare

Il Prodotto di montagna, secondo il Reg. Ue 1151/2012, è qualunque prodotto alimentare a uso umano le cui materie prime (inclusi i mangimi per gli animali) provengano dalla montagna, e la cui trasformazione (termica, affumicatura, salagione, stagionatura, maturazione, essiccazione, marinatura, estrazione, estrusione) si svolga in loco.

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Il frumento e gli altri grani, se coltivati in montagna, possono fregiarsi del logo Prodotto di montagna (Foto Fabrizio Dell’Aquila).

Comprende dunque Latte e prodotti caseari, Carni fresche, Carni trasformate, Uova, oltre ai Prodotti ortofrutticoli e cereali trasformati e non, nonché Prodotti dell’Alveare.

Le condizioni che danno adito a fregiarsi del logo Prodotto di montagna sono quelle riportate nell’allegato I del Reg. Ue sopra citato. Per comodità di lettura, abbiamo riassunto i dettami per ciascuna filiera nelle tabelle 1, 2, 3, 4 e 5.

Tab. 1 - Filiera del latte e dei prodotti caseari
Allevamento degli animali Alimentazione degli animali Trasformazione
Gli animali devono essere allevati in zona di montagna. I mangimi devono provenire essenzialmente da zone di montagna. Questo requisito si considera soddisfatto se la proporzione della dieta annuale degli animali prodotta nelle zone di montagna, espressa in percentuale di materia secca, supera: in generale, il 50%; per i ruminanti, il 60%. Le operazioni di trasformazione devono essere effettuate in zona di montagna, oppure: in impianti di trasformazione in funzione il 3 gennaio 2013 situati a una distanza non superiore a 10 km misurata in linea d'aria dal confine amministrativo della zona di montagna.

 

Tab. 2 - Filiera delle carni fresche o trasformate
Allevamento degli animali Alimentazione degli animali Trasformazione
Gli animali devono essere allevati in zona di montagna, oppure: allevati per almeno gli ultimi due terzi del loro ciclo di vita in montagna; se transumanti, allevati per almeno un quarto della loro vita in montagna. I mangimi devono provenire essenzialmente da zone di montagna. Questo requisito si considera soddisfatto se la proporzione della dieta annuale degli animali prodotta nelle zone di montagna, espressa in percentuale di materia secca, supera: in generale, il 50%; per i ruminanti, il 60%; per i suini, il 25%. La macellazione di animali, il sezionamento e disosso delle carcasse devono essere effettuate in zona di montagna, oppure: al di fuori di esse purché la  distanza dalla zona di montagna in questione non sia superiore a 30 km misurata in linea d'aria dal confine amministrativo della zona di montagna.

 

Tab. 3 - Filiera delle uova
Allevamento degli animali Alimentazione degli animali
Gli animali da cui derivano i prodotti di montagna devono essere allevati in zona di montagna. I mangimi devono provenire essenzialmente da zone di montagna. Questo requisito si considera soddisfatto se la proporzione della dieta annuale degli animali prodotta nelle zone di montagna, espressa in percentuale di materia secca, supera il 50%.

 

Tab. 4 - Filiera dei prodotti ortofrutticoli e dei cereali non trasformati o trasformati
Coltivazione Trasformazione
Le piante devono essere coltivate esclusivamente nelle zone di montagna. La trasformazione deve avvenire in zone di montagna. La spremitura dell'olio d'oliva può essere effettuata al di fuori di esse, purché la distanza dalla zona di montagna in questione non sia superiore a 30 km.

 

Tab. 5 - Filiera apistica
Raccolta Trasformazione
La raccolta di nettare e polline deve avvenire esclusivamente nelle zone di montagna. Lo zucchero e altre sostanze zuccherine utilizzate nell'alimentazione delle api non devono obbligatoriamente provenire da zone di montagna.

 

Come aderire al Prodotto di montagna

Aderire al Prodotto di montagna è veramente facilissimo, nonché del tutto gratuito. Basta compilare, entro 30 giorni dall’avvio della produzione, il modulo (allegato 1 al D.M. 26 luglio 2017) semplicissimo, allegando copia del documento d’identità, e inviarlo tramite PEC alla Regione dove è situato l’allevamento o l’azienda agricola o lo stabilimento di trasformazione dei prodotti. Non è richiesto il versamento di alcuna cifra di denaro.

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Sono 39 le aziende emiliane autorizzate ad apporre il logo Prodotto di montagna sulle proprie forme di Parmigiano-Reggiano (Foto Fabrizio Dell’Aquila).

Se non manca il documento d’identità e la richiesta non è incoerente (l’azienda deve essere in montagna!), l’autorizzazione è pressoché immediata. Subito dopo il nominativo viene trasmesso al Mipaaf, nonché inserito nell’elenco regionale aggiornato ogni sei mesi.

Una volta rilasciata l’autorizzazione (gratuita), il logo deve essere utilizzato per tutte le produzioni che sono state registrate, attraverso l’etichettatura e nella comunicazione aziendale (es. sito web o pagina Facebook).

Naturalmente le aziende devono continuare a rispettare le condizioni previste riguardo alla rintracciabilità (Reg. Ue 178/2002) in ogni fase della produzione, trasformazione e commercializzazione, e a rispettare i Regolamenti Ue e le prescrizioni del D.M. 2 agosto 2018. Gli operatori sono soggetti a controlli da parte dell’Icqrf, Regioni, Province autonome e altri organi di controllo ufficiali.

Simona Caselli: il logo Prodotto di montagna è facile da ottenere

«Abbiamo creato nel 2018 il marchio Prodotto di montagna, molto importante ma poco conosciuto da agricoltori e allevatori, che rimangono convinti sia molto difficile da ottenenere: non è vero, perché l’iter è semplice e a costo zero! La Regione Emilia-Romagna si è anzi battuta contro l’idea di inserire controlli di vigilanza, che infatti non ci sono». Simona Caselli, assessora all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna spiega così l’andamento del logo Prodotto di montagna.

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Simona Caselli durante l’incontro a Sasso Marconi per la promozione del logo Prodotto di montagna (Foto Fabrizio Dell’Aquila).

«Chi l’ha adottato ha ottenuto notevoli riscontri economici, sia attraverso la vendita diretta o nei mercati, sia soprattutto con l’e-commerce, arrivando a già conquistare una clientela europea.

Anche questo logo si inserisce nella nostra politica regionale di valorizzazione delle produzioni agricole, che, se non possono diventare Dop o Igp per questioni numeriche, possono divenire presidi Slow Food, come il Carciofo violetto di San Luca».

Prodotto di montagna, il marchio che dà reddito - Ultima modifica: 2019-10-28T23:05:38+01:00 da Elena Tibiletti