Piante aromatiche: il finocchio SELVATICO

Il finocchio selvatico o finocchietto regala foglie, fiori e semi aromatici con cui creare squisiti piatti in cucina. Ecco come coltivarlo

Il finocchio selvatico o finocchietto è una pianta spontanea tipica delle zone calde del nostro Paese: è diffusissima ai bordi delle strade e nei campi incolti di tutto il nostro Meridione costiero. Questa disponibilità ha fatto sì che, nei secoli, si siano consolidate molte ricette di cucina a base di parti del finocchio selvatico.

La pianta è facilmente coltivabile anche in vaso, quindi pure nel Nord Italia.

Com’è fatto il finocchio selvatico

Originario delle regioni mediterranee, spontaneo e molto comune nel Centro-Sud, il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare), appartenente alla famiglia delle Apiacee o Ombrellifere, è un’erbacea perenne intensamente odorosa, alta 50-200 cm, con radice a fittone e fusto eretto, ramificato, color verde-bluastro, glabro e striato.

Le foglie, dotate di una guaina che abbraccia il fusto, sono pennate, ampie, con segmenti filiformi di 1-5 cm, di colore verde scuro, simili a piume o a trine ricadenti.

Fiorisce da maggio ad agosto producendo ombrelle di 4-10 cm di diametro, composte da numerose ombrellette di piccoli fiori gialli.

I frutti sono acheni costoluti, di colore verdastro o grigiastro.

Dove e come si coltiva

  • Si può mettere in piena terra nel Centro-Sud Italia, in posizione soleggiata; in vaso in Val Padana, da spostare all’aperto da marzo a novembre; si tratta come annuale sulle Alpi e l’alto Appennino.
  • Si coltiva in vaso di plastica del diametro minimo di 24 cm. Vuole un terreno calcareo misto a sabbia, molto ben drenato. La posizione deve essere riparata ma ben illuminata dal sole per gran parte della giornata.
  • Richiede molta acqua durante la bella stagione se vive in vaso; quasi niente in piena terra.
  • Si semina in primavera direttamente in piena terra (due-tre semi in buchette distanziate l’una dall’altra di 30 cm circa) oppure in autunno in semenzaio, bagnando molto fino alla germinazione, poi si diradano le piantine lasciando le più vigorose, che si trapiantano in aprile. Non richiede assolutamente concimazioni.
  • Teme il freddo del Nord Italia e i ristagni idrici che causano marciumi radicali. Attenzione al ragnetto rosso, che colpisce le piante in vaso poco bagnate.
  • Si autorisemina facilmente divenendo infestante, quindi, dopo la prima semina, probabilmente non avrete più bisogno di ripetere l’operazione. Dopo la raccolta dei semi si recide la pianta alla base perché si formino nuovi germogli.

Come si usa in cucina

  • Il sapore dolciastro ma intensamente aromatico si accompagna a piatti salati e preparazioni dolci.
  • Le foglie sono l'ingrediente principale della pasta siciliana con le sarde e, crude, aromatizzano le insalate miste.
  • I semi insaporiscono zuppe, salse, carni come lo spezzatino di coniglio alla marchigiana, pesci, marinate, salumi come la finocchiona toscana, conserve come le olive in salamoia, i fichi secchi, le castagne e il vin brulè.
  • In liquoreria si utilizzano le foglie, i semi e l'olio essenziale per aperitivi, bevande e liquori.

Curiosità sul finocchio selvatico

  • Questa spezia non ha nulla a che fare con il finocchio che si consuma in cucina, che è una varietà diversa (azoricum), appositamente selezionata e coltivata per ottenere l'ingrossamento dei fusti.
  • Il finocchietto era un ingrediente base della gastronomia degli antichi Romani.
  • Contro l’alitosi masticate 3-4 semi dopo la colazione e i pasti.

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28838 - Ultima modifica: 2019-08-13T18:07:19+02:00 da Elena Tibiletti
Piante aromatiche: il finocchio SELVATICO - Ultima modifica: 2019-08-26T08:00:39+02:00 da Elena Tibiletti