aucuba pianta collassata
Pianta di aucuba collassata per eccesso di calore e di sole.
Se una pianta collassa in tarda primavera o estate, le cause sono un mix di condizioni meteo avverse e, spesso, un eccesso d’acqua

Avete avuto anche voi una pianta collassata, cioè appassita all’improvviso nell’arco di un paio di giorni? In genere capita da maggio a luglio, sia sulle piante d’appartamento sia su quelle da balcone o terrazzo in vaso. La prima cosa che viene da pensare è che manchi l’acqua: così la si annaffia abbondantemente. Ma la pianta non si riprende, rimane appassita e anzi, ancora più avvizzita, con le foglie tristemente pendenti come stracci e, spesso, con i rami erbacei rivolti all’ingiù anziché normalmente all’insù. E allora si annaffia di nuovo, anche tentando l’ultima carta: l’immersione nella bacinella piena per metà d’acqua. Spesso questo è il colpo di grazia: la pianta “si spiaggia”, molle e inerte, con tutti i fusti a penzoloni e le foglie raggrinzite.

Che cos’è successo? E perché?

Pianta collassata per… eccesso d’acqua

Partiamo dalla fine: è normale pensare che, quando una pianta appassisce, la causa sia la mancanza d’acqua, e quindi porre rimedio bagnando in abbondanza. Noi però vi consigliamo di tastare sempre il terriccio, per capire se veramente manca l’acqua. Eventualmente fate la famosa “prova dello spiedino”: inserite un bastoncino di legno tipo spiedino nel terriccio lungo il bordo del vaso e se, estraendolo, rimane pulito, la terra è asciutta, se invece esce con granelli di terra, il substrato è umido in profondità e non serve bagnare.

È intuitivo che, se il terriccio è secco, bagnare è la soluzione all’appassimento, ma se il substrato è bagnato, la pianta collassata non si riprenderà innaffiando, perché non è quello il problema.

Però, se la innaffiate su terra bagnata, quest’ultima si infradicia – anche perché le foglie appassite non succhiano acqua – e le radici muoiono per asfissia. E se le radici marciscono, voi potete solo buttare la pianta con tutta la terra, perché non c’è modo di farla riprendere.

Cause: temperature, umidità e aria

Allora, sorge la domanda: perché accade che una pianta erbacea ben bagnata appassisca come se fosse senz’acqua? La colpa è del mix “temperature elevate + alta umidità + aria stagnante”.

Fisiologicamente, le piante assorbono acqua dalle radici per svolgere la fotosintesi nelle foglie. Una parte dell’acqua, però, si trasforma in vapore acqueo (traspirazione o evaporazione) espulso dagli stomi (microscopiche aperture sulla pagina inferiore delle foglie) durante la fotosintesi.

La fotosintesi clorofilliana ha il suo optimum di svolgimento con temperature comprese fra 15 e 28-30 °C. Quando la termica supera i 30 °C, la fotosintesi rallenta. Quindi serve meno acqua nel substrato. Anche perché l’acqua viene assorbita dalle radici solo se il vapore acqueo esce dagli stomi: è questo il meccanismo dell’assorbimento idrico.

Inoltre, quando l’umidità dell’aria è notevole (oltre 50%, il che può capitare nelle abitazioni senza aria condizionata, ventilatori ecc.) il vapore acqueo fatica a uscire dalle foglie, soprattutto in assenza di ventilazione (aria stagnante, anche sui balconi coperti fino alla balaustra dalla tenda tirata giù…).

Comincia a esservi chiaro il meccanismo deleterio? Fa molto, troppo caldo. Voi bagnate molto, ma la pianta rallenta la richiesta d’acqua e non elimina quella in eccesso. Le radici si ritrovano circondate dall’acqua e non respirano più perché non c’è più ossigeno nel terriccio. Le foglie non smaltiscono il surplus d’acqua. Le radici marciscono e la pianta appassisce e collassa.

Vi stupisce la rapidità del fenomeno, che in genere dura un paio di giorni? Significa che la pianta stava già soffrendo senza che voi ve ne accorgeste, continuando imperterriti a bagnarla, e a un dato momento è arrivata al punto di non ritorno, dopodiché immediatamente tutte le parti aeree avvizziscono perché le radici sono già morte.

Hit parade delle piante collassate

Fra le specie colpite, in appartamento ci sono stella di Natale, violetta africana, spatifillo, anturio, clorofito, potos, aglaonema, singonio, caladio, pilea, peperomia, maranta, calatea ecc. Finora sono esenti i filodendri…

Fra quelle da balcone o terrazzo, petunie, surfinie e calibracoe, datura, gerani edera e parigini, bocche di leone, aucuba, fucsia ecc.

Invece si “inceneriscono”, ossia si bruciano completamente nell’arco di un paio di giorni Dianthus, Verbena bonariensis, loropetalo, gerani zonali, dipladenia, lauroceraso ecc.

Evitare il collasso

  1. Come si previene il collasso? Sicuramente rinvasando in primavera con un ottimo drenaggio sul fondo (3 cm di ghiaia grossolana) e utilizzando un terriccio di marca specifico per quel tipo di pianta (per piante verdi oppure per piante da fiore): non usate terricci universali, né substrati da supermercato (di bassa qualità).
  2. Fate attenzione alle annaffiature, anche quando la pianta vi sembra morire di sete: nell’incertezza, sempre la prova dello spiedino!
  3. Abbassate la temperatura con vaporizzazioni mattino presto e sera al tramonto.
  4. Ventilate l’ambiente: in casa attaccate il ventilatore, sul balcone non tirate giù la tenda del tutto ma lasciate almeno 50 cm di apertura per la circolazione dell’aria.
Pianta collassata: perché e che fare? - Ultima modifica: 2024-08-04T06:01:53+02:00 da Elena Tibiletti