Pero e pere, coltivare la pianta per i frutti

Coltivare il pero è piuttosto semplice, a condizione di rispettare alcune condizioni. Solo così si avranno buone pere dolcissime

In Cina - in quell’Asia che le ha dato i natali - la pera suscita sentimenti ambivalenti. Amanti e amici, per esempio, evitano con cura di spartirsene una: non per avidità, ma perché in lingua cinese il termine Li significa tanto ‘pera’ quanto ‘separazione’ e la tradizione vuole che chi si divide un frutto un giorno si separerà. Sempre in Cina, il pero, con la sua proverbiale longevità, è un simbolo di immortalità, ma il suo fiore, fragile e delicato, rappresenta, proprio al contrario, il carattere effimero dell’esistenza. Ambivalenze a parte, la pera rimane un frutto molto apprezzato, in Asia come in Europa. E lo è da tempi immemorabili.

Presente sulla tavola dei Greci (Omero la definiva un “dono di Dio”), fu però diffusa in tutta Europa dai Romani; a loro dobbiamo, ben 3 secoli prima di Cristo, i primi suggerimenti su come potare e innestare il pero, così come lo sviluppo di numerose varietà: In Italia fu introdotta da Pirro che, ghiotto di questi frutti, ne piantava ovunque dopo i combattimenti. Tanto che alcuni etimologisti vedono un omaggio al condottiero nell’origine del nome latino della pera (Pyrus).

Oggi, nel mondo, sono presenti migliaia di varietà, tutte derivate da due sole specie: la pera cosiddetta asiatica (Pyrus sinensis) e la pera europea (Pyrus communis).

Pera deliziosa e salutare

Appartenente alla famiglia delle Rosacee, il pero è coltivato in quasi tutti i Paesi temperati, ma i produttori più importanti sono la Cina, l’Italia, gli Stati Uniti e la Russia. Secondo la varietà, il raccolto avviene a metà estate, ma soprattutto in autunno e perfino in inverno nelle zone più miti. Per poter gustare la polpa dolce, profumata e succosa, è consigliabile raccogliere i frutti prima della completa maturazione (nelle varietà europee): come l’avocado e la banana, infatti, la pera non matura bene sull’albero, dove la polpa diventa granulosa o sabbiosa. Ciò non vale per varietà asiatiche, che si lasciano maturare completamente prima della raccolta.

Coltivare un albero di pero 

Se volete allevare con successo il pero, piantate i giovani alberi preferibilmente a inizio primavera, in posizione soleggiata, distanziando le piante tra loro di 4 o 5 metri in previsione delle dimensioni future. Il terreno deve essere ricco, profondo, discretamente drenato, con pH da 6 a 6,5.
Ricordate che il pero è una pianta rustica, che tollera meglio gli inverni più rigidi rispetto alle estati torride e siccitose: teme però le gelate tardive, che danneggiano la sua precoce e delicata fioritura bianco-rosata. Non fate mai mancare l’acqua agli esemplari giovani: fino ai cinque anni d’età, i peri bevono molto e temono l’aridità. Sospendete le irrigazioni un mese prima della raccolta, ma coprite la base degli alberi con una spessa pacciamatura (paglia, foglie secche, corteccia...) che, oltre a trattenere l’umidità, fornirà preziosa materia organica.
Due apporti annuali - in primavera e dopo la raccolta - di letame ben maturo favoriranno la crescita. Non eccedete invece con le concimazioni azotate, che stimolano la crescita, ma aumentano anche la sensibilità al freddo del pero.
Un intervento necessario è quello di diradare i frutti quando raggiungono le dimensioni di una ciliegia, lasciandone al massimo due o tre per ramo: in questo modo otterrete frutti più grossi, sani e di migliori qualità gastronomiche.
Nei primi due anni, la potatura deve essere lieve, solo per dare forma all’albero, e va eseguita prima del risveglio vegetativo, una volta terminato il rischio di gelate tardive. Eliminate i rami secchi, danneggiati o che si incrociano, così come i succhioni e i rami che crescono nella parte inferiore del tronco, e cimate i rami principali per mantenere una dimensione ridotta e una silhouette armoniosa.

Le varietà di pera

William: è la pera più coltivata in Italia e la più conosciuta nel mondo. La pianta è molto produttiva e il frutto, di media grandezza, è tondeggiante, con buccia gialla sottile e polpa tipicamente aromatica e molto succosa. Ottima consumata cruda o cotta, è anche ampiamente utilizzata nella produzione di sciroppi e succhi. Si raccoglie a partire da agosto. Molto amata è la William rossa, che si arrossa sotto il sole, anche nota come Max Red Bartlett.

Abate Fétel: coltivata solo in Italia, è una varietà di pezzatura grossa, con il collo allungato, la buccia verdegiallastra e la polpa bianca, zuccherina e fondente. Matura a inizio settembre.

Decana del Comizio: selezionata a inizio Ottocento in Francia, è grossa e tondeggiante, con buccia verde-gialla e polpa molto profumata, fine e succosa, ottima fresca o per preparare marmellate, conserve e succhi. Si raccoglie a fine agosto.

Conference: selezionata in Inghilterra a fine ‘700, matura a fine agosto con frutti di media grandezza, buccia verdegiallastra e rugginosa, polpa succosa, dolce e rinfrescante.

Kaiser: è una delle pere più coltivate. Pianta molto produttiva, dà frutti di media grandezza, dalla buccia color bronzo rugginosa e dalla polpa soda, lievemente granulosa, zuccherina e fondente. Si raccoglie a fine settembre.

Martin Sec: è una varietà antica. La pianta, mediamente produttiva, regala frutti piccoli, con buccia rugginosa e polpa dolce e profumata, adatta alla cottura. Matura da fine dicembre a inizio primavera.

(tratto da “Pera, un frutto da re”, di S. Pareschi, Giardinaggio n.9, 2007)

Per approfondire

IL PICCOLO FRUTTETO
Come piantare e curare il frutteto familiare
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Pero e pere, coltivare la pianta per i frutti - Ultima modifica: 2021-08-10T07:14:00+02:00 da Redazione Passione In Verde