Le palme sono oggi di grande attualità e non solo per la bellezza e la manutenzione minima, ma anche per la loro capacità di tollerare la siccità, un valore in crescita oggi che le riserve idriche tendono a calare costantemente tanto nelle campagne come negli agglomerati urbani.
Palme per climi freddi
Nonostante l’aspetto esotico, le palme sono piante facilmente coltivabili anche in climi più freddi, grazie alla loro particolare resistenza. Essenziale è però la scelta della specie giusta a seconda del clima del territorio i cui ci troviamo.
Tra le specie più idonee ai climi freddi ci sono la Chamaerops excelsa, palma himalayana dal portamento regale e dal tronco snello in grado di raggiungere i 12 metri di altezza e capace di resistere fino a -15 °C. Riescono a tollerare anche temperature fino a -20 °C la Nannorrhops ritchiana e la Trithrinax campestris, piante alte circa 3 metri dalle strette foglie nastriformi.
Per quanto riguarda la Chamaerops humilis, unica specie italiana detta anche “palma di San Pietro”, si tratta di una specie discretamente adattabile e in grado di sopportare fino a -10 °C. Si adatta facilmente a tutti i terreni ma necessita di un ottimo drenaggio e non tollera ristagno. È ideale per la coltivazione in vaso grazie alle dimensioni ridotte.
Palme per climi caldi
In zone con un clima più dolce, in particolare lungo i litorali, si adattano bene specie come la Phoenix canariensis, originaria delle isole Canarie e molto diffusa nelle aree mediterranee e subtropicali. Si tratta di una pianta il cui ambiente naturale si trova vicino al mare ma che si adatta facilmente anche in ambienti urbani. Tra le specie più decorative troviamo invece la Erythrea edulis, che presenta ampie foglie a ventaglio e spettacolari infiorescenze o la Washingtonia robusta, pianta californiana molto diffusa anche sul litorale ligure e mediterraneo.
Tra le specie che si prestano ad essere coltivate anche in casa ci sono l'Archontophoenix alexandrae, la Chamaedorea, e l'Howea. È necessario però che le piante siano sempre ben illuminate e areate. Nel periodo estivo è consigliabile inoltre spostarle all'esterno in un luogo ombreggiato, innaffiandole e concimandole abbondantemente.
Come piantare e coltivare le palme
Si può effettuare l'impianto "fai da te" da vasi fino a 50 cm di diametro. Per misure superiori è consigliabile affidarsi al vivaista o a personale specializzato che, previo sopralluogo, deciderà se impiegare la gru o meno. Conviene farsi garantire per iscritto l’attecchimento della pianta o la sua sostituzione.
Occorre piantare in una posizione riparata e rivolta a sud per beneficiare di ogni ora di sole anche in inverno, ancor meglio se nei pressi di un muro soleggiato. In realtà a fare la differenza è più il caldo che il sole: sono molte le palme che crescono bene anche in mezz'ombra, dove il clima è mite. Sono da evitare le aree esposte al vento di tramontana o maestrale. Bisogna assicurare acqua sul fondo, cioè fare in modo che le radici trovino umidità in profondità, e mantenere il colletto all’asciutto, disponendo del materiale drenante (argilla, lapillo) sulle pareti della buca. Se sul fondo l’acqua tende a ristagnare e il terreno è argilloso, la situazione è perfetta per palme come la Phoenix, per la quale vige il detto “piedi nell’acqua e testa all’asciutto”.
La buca dev’essere larga quanto le dimensioni del vaso in cui l’esemplare è contenuto in vivaio. Non accorciate le radici al momento dell’impianto e interrate tutta la zolla, una volta svasata. Non trascurate nelle prime stagioni l’irrigazione, che dev’essere abbondante: l’apparato radicale può scendere fino a 100 m di profondità per assorbire acqua, come avviene nel deserto.
Se diverse specie sopravvivono al freddo asciutto, nessuna può tollerare il freddo umido: il drenaggio deve essere perfetto, poiché contro il ristagno idrico unito al gelo non c’è alcuna soluzione.
Essendo le palme piante con una sola gemma, bisogna evitare di farla gelare: in inverno si possono avvolgere le foglie e il tronco con veli di non tessuto o stuoie e graticci, indispensabili soprattutto se l'esemplare è giovane; alla base del fusto si stende uno spesso strato di pacciamatura (corteccia o paglia), coperta con un telo di plastica per ridurre il rischio che il terreno diventi fradicio. Le palme in vaso sono ancora più sensibili al freddo e quasi tutte devono essere traslocate in serra; in alternativa possono svernare sotto una tettoia, in modo da non rimanere esposte alla pioggia invernale.
La potatura delle palme
- Le palme da giardino non esigono potatura, se non per fattori ornamentali o di sicurezza. L’operazione è complicata e deve essere fatta da mani esperte, meglio se da professionisti, per non arrecare danni irreparabili alla pianta.
- Nella potatura delle palme da giardino, non bisogna asportare la scorza protettiva: se raschiate lo stipite (il tronco) fino a raggiungere il tessuto chiaro che si trova sotto, renderete la pianta molto sensibile agli sbalzi termici e alla infezioni fungine.
- Non utilizzate ramponi acuminati per la risalita, potreste provocare ferite che diventerebbero una via d’ingresso del Fusarium oxysporum, che può essere letale per la pianta.
- Non eseguite potature drastiche della pianta: tagliare troppe foglie riduce la capacità di fotosintesi e provoca uno stress nutrizionale che porta la pianta ad utilizzare le riserve accumulate nello stipite.Questo può causare una strozzatura del diametro dello stipite con effetti sulla stabilità della pianta.
Le palme in città
• L'utilizzo delle palme per viali e parchi urbani trae origine dalla loro facilità di coltivazione e dal fatto che sono prive del fogliame deciduo, presente in altre alberature tipicamente urbane come platani e tigli e in grado di generare alti costi di gestione per la raccolta autunnale.
• La diffusione, elevata dal Lazio in giù, raggiunge punte in Sicilia, dove fa parte del paesaggio, come si vede nelle fiction del commissario Montalbano. Gli orti botanici di Catania e Palermo sono ricchi di specie e varietà pregiate.
• In Sardegna, a Cagliari, ci sono esemplari maestosi che, finora, hanno risentito meno del problema del parassita punteruolo rosso, che tanti danni sta facendo nel resto dell'Italia.