Il caminetto, bello ma poco efficiente, e il riscaldamento tecnologico alimentato a legna (molto efficiente) sono metodi molto adatti a chi sceglie la strada della vita naturale, ma – purtroppo – non ecosostenibile, perché la bruciatura della legna libera nell'atmosfera la CO2 sequestrata dalle piante legnose, nonché un'ingente quantità di polveri sottili che vanno a contribuire all'effetto serra e al cambiamento climatico. Questi mezzi di riscaldamento andrebbero quindi limitati a situazioni in cui non è possibile installare altri sistemi per riscaldare l'ambiente domestico, oppure a un utilizzo veramente sporadico, "per bellezza". Tanto è vero che, nel periodo invernale, quando intervengono le limitazioni alle emissioni inquinanti nell'aria, sussiste in molte Regioni il divieto di accendere stufe e caminetti se non è l'unico mezzo di riscaldamento domestico. In Provincia di Trento sono stati stanziati per il 2023-24 finanziamenti a fondo perduto per sostituire le vecchie stufe con apparecchi più performanti e soprattutto più ecologici, con tecnologie che limitano fortemente le emissioni nocive dalla legna bruciata.
Detto questo, vediamo come ottenere buona legna da bruciare in stufe e caminetti.
Come realizzare un boschetto da legna
Per ottenere una buona quantità di legna da bruciare si può pensare a una siepe o boschetto da legna, cioè a un insieme di specie da piantare per ricavarne legname combustibile. Per ottenere un buon risultato è consigliabile piantare un filare di alberi e arbusti a rapido sviluppo che produrranno legna di buona qualità per decenni, da destinare alla combustione.
Tra le specie adatte ci sono il platano ibrido, il carpino bianco, il pallon di maggio (Viburnum opulus) e il ligustro, questi ultimi garanzia di un effetto anche ornamentale quando, fra maggio e giugno, si riempiono di infiorescenze candide. Il platano da secoli viene coltivato a ceppaia per la produzione di legna da ardere, sfruttando l‘elevata capacità pollonifera, la duratura vitalità della ceppaia tenuta a ceduo, la notevole produzione di legna in breve tempo (2 tonnellate l‘anno per 100 m lineari di siepe) e l‘elevata densità. Il carpino bianco, pure ceduabile, ingentilisce il filare, ed è consigliato per impianti in ambienti collinari freschi.
La massima produttività di legna da ardere si raggiunge piantando la siepe lungo fossi o canali, che assicurano un‘umidità costante nel suolo. L‘impianto degli esemplari deve essere fatto con distanze di 2 m, inframmezzandoli ogni metro con un arbusto: si ottiene in questo modo una siepe biologicamente ricca (che sarà molto frequentata dalla fauna come piccoli mammiferi, uccelli e insetti) e in grado di limitare le malattie fungine grazie alla biodiversità.
La produzione inizierà nel giro di uno o due anni, inizialmente con pezzi di dimensione medio-piccola e successivamente con tronchetti di buona dimensione.
La legna raccolta andrà stivata in un luogo riparato dalla pioggia, eventualmente coperta da un cappuccio impermeabile. Da evitare il contatto con il terreno: meglio disporre sotto la legnaia una pavimentazione di mattoni leggermente sollevata rispetto al suolo e orientata in modo da far scivolare fuori l‘acqua e l‘umidità.
Qual è la legna migliore?
La migliore legna per il camino è quella di quercia, faggio, leccio, alberi da frutto come il melo e il pero; bene anche abete o pino per formare una fiamma vivace e profumata. La differenza è essenzialmente nel fatto che alcuni legni bruciano più velocemente (le Conifere) e altri meno, alcuni fanno brace (gli alberi da frutto e il faggio) e altri no.
Il parametro che indica quanta energia o calore sviluppi il legno durante la combustione è il potere calorifico, che indica quante calorie si sviluppano nella combustione completa di 1 kg di legno. Le caretteristiche che influenzano il potere calorifico sono la specie legnosa, l‘umidità del legno, la presenza di resine, la pezzatura e anche la tipologia del bruciatore o camino.
Le conifere hanno un potere calorifico teorico più alto delle latifoglie (4700 cal/kg contro 4350 cal/kg). Con l‘umidità del legno il potere calorifico cala sensibilmente fino a meno della metà.
(Pubblicato su Giardinaggio 10/2010)