kiwi actinidia astoni vaso
Il kiwi o actinidia si pianta durante l'inverno.
Il kiwi o actinidia si pianta in inverno e se ne godono i fiori in primavera, le foglie ombreggianti in estate e i frutti in autunno

È di origine asiatica l’actinidia (conosciuto da tutti noi semplicemente come kiwi), il cui frutto è ormai divenuto da tempo un ospite fisso dei nostri cestini di frutta... ma sapevate che è possibile coltivarlo in proprio? È a mio avviso una pianta davvero graziosa: in questo articolo vi do i consigli per iniziare a coltivarla da subito!

La storia del kiwi o actinidia

Scovata da Robert Fortune nel 1850, è arrivata nel Vecchio continente qualche decennio dopo. Ai primi del ‘900 era già coltivata in Inghilterra. In Italia dopo un primo periodo di diffidenza, ha conosciuto grande successo e oggi è una vera e propria coltivazione al pari dei frutteti di mele, pere, pesche e ciliegie.

Una domanda che sicuramente vi sorge spontanea a questo punto è: ma da dove deriva il termine “kiwi”? Dovete sapere che l’actinidia arrivò in Nuova Zelanda ai primi del ‘900 e in quell’epoca prosperava (oggi però è a rischio d’estinzione) moltissimo un piccolo uccello dal nome alquanto curioso: si chiamava e si chiama tutt’ora proprio “kiwi”… e per via di una vaga somiglianza tra l’uccello e il frutto, la similitudine fu presto fatta, ma non solo: il kiwi è da sempre l’animale-simbolo del Paese stesso. Da qui il battesimo ufficiale di questo nickname: breve, facile da ricordare e fortemente patriottico.

Actinidia, pianta decorativa

È una pianta davvero decorativa: le sue liane si abbarbicano vigorosamente sui muri, vecchi alberi e cancellate. Cresce velocemente da 2 a 3 metri in un anno, le sue foglie sono molto grandi e a me ricordano quelle della Catalpa bignonioides. Per ottenere i frutti dovete piantare un esemplare maschio e uno femmina, poiché quella maschile dà solo polline, ma è proprio quella femminile che porta a maturazione i frutti. In botanica si dice che è una pianta dioica.

La specie che ha dato origine alle varietà più comunemente coltivate è Actinidia chinensis: con i frutti simili a grosse prugne dalla superficie pelosa e dalla polpa verde traslucida, è stata la capostipite di una lunga serie di cultivar. Provate la var. Hayward e la Bruno che è tra le più ricche di vitamina C. Ma una volta raccolti, occhio, mi raccomando di non sistemare i frutti vicino alle mele già mature, ma di conservarli al fresco per farli durare più a lungo. I gustosi frutti si originano da fiori che sbocciano tra maggio-luglio e sono davvero belli e molto profumati.

Personalmente vi consiglio di mettere a dimora l’actinidia in pieno sole, perché non teme il vento e i colpi di freddo non la danneggiano in maniera permanente: è così forte da riprendersi in un baleno. E se avete un muro all’ombra? Ho quello che fa al caso vostro: provate assolutamente Actinidia kolomikta! Il suo fogliame è variegato di rosa-verde chiaro e sì, anche i suoi i frutti sono commestibili.

Per approfondire

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