guzmania
La guzmania rimane in fiore per mesi.
Godiamoci la guzmania fiammeggiante di rosso, arancione, giallo, rosa per alcuni mesi. E poi impariamo a ricavarne le piante figlie

La Guzmania colpisce per quel suo “fiore” strano, coloratissimo, rosso, rosa, arancione o giallo, che svetta in mezzo alle foglie eleganti e nastriformi. A casa nostra durerà per almeno un mese ma, se siamo bravi, anche fino a 3 mesi, e poi… Non facciamoci trovare impreparati al fatto che la pianta madre è destinata a deperire lentamente, fino a seccarsi del tutto. Ma non si tratta di un “usa e getta”, perché accanto alla madre, nel frattempo, saranno nati tanti germogli-figli, ciascuno una piantina autonoma, che possiamo mantenere insieme oppure staccare per avere una serie di nuove guzmanie, che dopo 3-4 anni fioriranno a loro volta, in giugno-luglio, seccandosi poco dopo e lasciando nuove figlie.

Riconoscere la Guzmania

La guzmania appartiene alla famiglia delle Bromeliacee, e ha corte radici rizomatose dalle quali nascono direttamente le lunghe (fino a 40 cm) foglie a nastro, dolcemente ricurve, verde smeraldo, disposte a rosetta. Dal centro di questa si forma un’infiorescenza formata da brattee (foglie modificate) rosse, rosa più o meno carico, arancioni o gialle fra le quali spuntano minuscoli fiorellini biancastri o giallognoli. Quando la acquistiamo scegliamo soggetti dai colori carichi e dalle foglie ben verdi, senza macchie o annerimenti sulle punte.

Come coltivarla

Coltivarla è elementare: mettiamola in un punto dove riceva molta luce, ma senza raggi diretti del sole (è una pianta originaria delle foreste tropicali dell'America centro-meridionale) e, se abbiamo la possibilità, in primavera-estate, spostiamola all’esterno purché in piena ombra. La sua termica ideale è compresa tra 15 e 25 °C, ma soffre già a 14 °C e quindi, a fine estate, deve ritornare in casa.

Poiché in natura è una pianta epifita, cioè vive appoggiata alle cortecce degli alberi senza infilarvi le radici, potremmo teoricamente coltivarla appoggiata in un vassoio di vimini, ma normalmente la troviamo in vendita già invasata, e lì può rimanere tranquillamente. Quando la acquistiamo non serve il rinvaso, proprio perché la pianta è destinata a morire; se però decidiamo di tenere le figlie nello stesso contenitore, dobbiamo rinvasare in un altro vaso di plastica, di una misura in più, con metà torba e metà terriccio per piante grasse, e 3 cm di argilla espansa sul fondo del vaso.

Deve essere irrigata solo quando il terriccio è asciutto, preferibilmente per immersione del vaso in una bacinella d’acqua per 15 minuti, lasciando sgocciolare per altri 10 minuti prima di rimetterla al suo posto. Va concimata ogni mese durante la fioritura e ogni 2 mesi nel caso delle piante figlie con metà dose di un fertilizzante per piante d’appartamento da diluire nell’acqua d’irrigazione durante tutto l’anno.

Vaporizzare le piante è utile se l’ambiente ha un tasso di umidità molto basso, ma l’acqua utilizzata non deve contenere calcare che, formando una pellicola sulle foglie, ne impedisce la respirazione.

OCCHIO AI NEMICI DELLA GUZMANIA

  • Se le foglie basali progressivamente appassiscono e si seccano, imbrunendosi, è la mancanza d’acqua; aumentare la frequenza di irrigazione, più che la quantità d’acqua.
  • Se l’apice delle foglie diventa scuro e secco, è la carenza d’umidità; vaporizzare ogni giorno, anche più volte, il fogliame; inserire il vaso in uno più grande contenente torba.
  • Se il fogliame giovane appare bolloso, non liscio, con insetti verdi o gialli, anche all’inserzione sulla rosetta centrale, sono gli afidi; eliminare con un aficida, insistendo sul cuore della rosetta fogliare.
  • Se la base della pianta diventa progressivamente nera, a partire dal colletto, è un marciume causato dall’eccesso d’irrigazione; trapiantare subito in terriccio nuovo e asciutto, senza bagnare; è però difficile che l’esemplare si salvi.

DA UNA GUZMANIA TANTE FIGLIE

Quando l’infiorescenza (che in casi eccezionali può durare anche 12 mesi!) comincia a diventare di colore marroncino e a seccarsi, può essere recisa alla base, in modo da continuare a godere del bel fogliame della pianta che avrà nel frattempo iniziato a emettere lateralmente diversi germogli.

Se i germogli vengono lasciati attaccati alla madre, man mano che diventeranno forti e robusti la pianta madre soccomberà; viceversa, se i germogli vengono opportunamente separati dalla pianta madre, quest’ultima continuerà a sopravvivere ancora per qualche tempo.

Per separarli, svasiamo la pianta e delicatamente apriamo il pane di terra, staccando con le mani dalla madre i germogli uno alla volta, facendo attenzione a non ledere le nuove radicine. Invasiamoli ciascuno in un vasetto da 16 cm di diametro, dove potranno rimanere per un anno, poi andranno rinvasati.

Per approfondire

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