È una sorpresa incastonata in pieno centro storico: la Reggia di Colorno (Pr) e il suo straordinario Giardino (https://reggiadicolorno.it) appaiono al visitatore all’improvviso, appena il percorso della tipica via Cavour svolta a sinistra, svelando sulla destra piazza Garibaldi e la facciata del palazzo rinascimentale con, sulla destra, l’ampio spazio verde di pertinenza. Visitare la Reggia e il Giardino è un vero piacere per gli occhi, in ogni stagione: e se per il palazzo è consigliabile una visita guidata in giorni e orari prestabiliti, per il giardino l’ingresso è libero e gratuito in ogni stagione, eventualmente con l’ausilio (caldamente raccomandabile) dell’audioguida che ve ne svelerà i segreti.
Si parte dalla Reggia
La chiamano anche “Versailles dei Duchi di Parma”, perché la Reggia fu la dimora estiva dei duchi di Parma, Farnese, Borbone e di Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone. Sontuosa e monumentale residenza delle due dinastie di regnanti, deve l’aspetto attuale agli interventi, succedutisi nei secoli, voluti dalle famiglie che l’hanno abitata: dai Sanseverino ai duchi Farnese, che affidarono il ridisegno delle facciate a Ferdinando Galli da Bibbiena. Nella seconda metà del Settecento l’architetto Ennemond Alexandre Petitot, su incarico di Filippo di Borbone e della moglie Luisa Elisabetta di Francia, figlia di Luigi XV, rinnovò gli arredi interni e progettò la Cappella ducale di San Liborio. Nel secolo successivo la duchessa Maria Luigia d’Austria impresse agli appartamenti ducali, e al grande giardino, il segno indelebile del suo gusto facendone una delle più prestigiose residenze italiane. La Reggia custodisce infatti grandi sale da parata ornate da preziosi arredi, stucchi e affreschi che ostentano il lusso delle corti ducali. Nella Reggia visse anche la bellissima Barbara Sanseverino, donna affascinante, intelligente e di grande cultura, famosa per la sua bellezza tanto da essere omaggiata dal poeta Torquato Tasso in un celebre sonetto. Sono visitabili anche l’Osservatorio astronomico e la maestosa Cappella di corte.

Anche per eventi memorabili
Al di fuori dei normali orari di visita guidata, è possibile visitare la Reggia da soli o in piccoli gruppi, ma anche organizzare concerti privati con fortepiano o con l’Organo Serassi nelle sale del piano nobile del palazzo. È anche possibile sposarsi con rito civile nella Grand Salle, il grande salone settecentesco, che regala un panorama mozzafiato sul Giardino antistante: la Reggia e il Giardino sono in grado di ospitare splendidamente ogni tipo di evento, banchetto e cena di rappresentanza, su concessione della Provincia di Parma che è la proprietaria della Reggia e del Giardino. Durante l’anno, infine, vengono organizzate visite tematiche e laboratori per bambini. Dal 2004, negli spazi un tempo occupati dalle cucine e altri ambienti di servizio della Reggia, ha sede Alma - La Scuola internazionale di cucina italiana.

Giardino fin dal XV secolo
Il Giardino storico, grazie alla Provincia di Parma, oggi ha recuperato il fasto dell’architettura del periodo farnesiano grazie a una ricostruzione storica che ha ripristinato il parterre centrale, i giochi d’acqua, i berceaux laterali e ricreato il laghetto.
Il primitivo giardino venne infatti pensato nella seconda metà del 1400 da Roberto Sanseverino. Si trattava di un giardino all’italiana con aiuole, pergole, siepi, labirinti e, all’interno, agrumi e piante da frutto. Il giardino, mantenendo l’originaria impostazione, venne poi ampliato e arricchito da Barbara Sanseverino sul finire del 1500. Con l’avvento di Ranuccio II Farnese e sua moglie Margherita Violante (o Iolanda) di Savoia (1660) furono realizzate le mura di cinta e i riporti di terra vicino alla Reggia, che creano il dislivello tra giardino alto e basso.

Da “all’italiana” a “alla francese”
Le grandi trasformazioni avvennero però al tempo del Duca Francesco Farnese (tra il 1690 e il 1719) quando il giardino si arricchì di magnifiche e imponenti fontane come quella di Proserpina e quella del Trianon (oggi al centro dell’isola nel laghetto del Parco Ducale di Parma) scolpite nel marmo da Giuliano Mozzani. Nel 1718 arrivò dalla Francia il celebre ingegnere idraulico Jean Baillieul, inventore della Torre delle Acque sul torrente Lorno (che forniva acqua alle fontane del giardino) e della Grotta Incantata con statue simulanti Apollo, Vulcano, Orfeo e i Ciclopi mosse dalla pressione dell’acqua. Le condutture delle fontane furono danneggiate durante la guerra di successione polacca del 1734 e mai più riattivate. L’architetto di corte Bibbiena iniziò anche la trasformazione da giardino all’italiana a giardino alla francese ma, con l’estinzione della dinastia Farnese alla morte di Francesco nel 1727, il giardino attraversò un periodo di decadenza. Con l’arrivo a Parma di Don Filippo di Borbone e della moglie Luisa Elisabetta nel 1749 il giardino all’italiana farnesiano venne in pochi anni definitivamente trasformato in giardino alla francese. Il ministro Guillaume Du Tillot chiamò a Colorno l’allora giardiniere di Versailles François Anquetil, detto De Lisle che, su disegno di E.A. Petitot, realizzò il parterre ad aiuole e fiori. Idea dominante del De Lisle fu la creazione del cannocchiale prospettico di tre viali lunghi oltre 4 km, lievemente divergenti che si innestavano dal fondo del parterre a fiori e sembravano rettilinei all’infinito dalla sommità dello scalone progettato dal Petitot.

E poi “all’inglese”
Passata alla Francia, nel 1807 la Reggia viene dichiarata “palazzo imperiale” per poi pervenire, dopo la Restaurazione, a Maria Luigia d’Austria che, nei primi anni di regno (1816-1823), trasformò il giardino alla francese in giardino all’inglese avvalendosi della collaborazione di Karl Barvitius, giardiniere boemo e presidente della Botanical Society di Londra, assunto dalla duchessa di Parma per dirigere i giardini delle residenze extraurbane della corona. Barvitius introdusse a Colorno molte piante rare tra cui un olmo del Caucaso, Zelkova carpinifolia, tuttora esistente, creò il laghetto con isola dell’amore e fece costruire nuove e moderne serre per la coltivazione di violette e piante da frutto esotiche, come l’ananas.
Il parco, dopo un periodo di decadenza seguito all’Unità d’Italia e ai danni di guerra, fra il 1998 e il maggio del 2000 è stato oggetto di un intervento che ha ricostruito, sulla scorta dei progetti originali del Delisle, il parterre alla francese posto di fronte alla Reggia.

Il restauro recente
L’intervento si è sviluppato su 24.000 m2: due gallerie verdi laterali di Carpinus betulus, lunghe 120 m, delimitano il parterre con un camminamento finestrato. All’interno dello spazio centrale troneggiano quattro grandi aiuole geometriche in bosso (Buxus sempervirens). Al centro una fontana circolare ha come contrappunto due fontane nella parte alta. Nel giardino sono collocati 50 vasi in terracotta, con stemmi dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia d’Austria, contenenti piante di limoni e aranci. Il parterre è recintato da siepi di Tilia cordata che, nell’ellisse finale, si collegano a una siepe di Taxus baccata. Fuori dal parterre e in asse con il disegno complessivo si trova l’ottocentesco laghetto con l’isola dell’amore che conduce al parco all’inglese, oggi percorribile per una gradevole passeggiata tra alberi secolari in un’atmosfera carica di storia e suggestioni romantiche.
Il giardino è visitabile liberamente e gratuitamente tutti i giorni dalle 7 alle 18 (in ora solare) o alle 20 (in ora legale). Vi consigliamo di richiedere alla biglietteria della Reggia la App che contiene l’audioguida da ascoltare comodamente sullo smartphone: costa solo 3 euro e vi spiega passo per passo cosa state vedendo lungo il percorso nel Giardino.