È ancora in fiore, a partire dal giugno scorso, e lo resterà sino a fine settembre l’eritrina (Erythrina crista-galli), una Leguminosa arbustiva, semirampicante, dai lunghi fusti (fino a 4 m), spinosi, molto ramificati, volendo indirizzabili su grigliati (ai quali vanno legati).
I suoi grappoli rossi color del fuoco non riescono a passare inosservati: lunghi fino a 30 cm, pendono lungo i rami. Da agosto in poi vengono affiancati dai lunghi baccelli di colore nerastro in mezzo al fogliame lanceolato, verde intenso.
Il fogliame è persistente, ma può cadere se la temperatura si abbassa sotto i 5 °C: per evitare danni anche gravi, lungo le coste dell’alto Adriatico (come nel Nord Italia padano o montuoso) è preferibile coltivarla in vaso (almeno 50 cm di diametro) da spostare in serra fredda in ottobre.
Sopporta infatti solo fino a +3 °C, a patto di essere in posizione soleggiata d’inverno e riparata dai venti freddi, preferibilmente piuttosto asciutta. Il terreno deve essere fertile e ben drenato, non sassoso né troppo arido.
Va annaffiata con regolarità in estate, quando la terra è ben asciutta. La concimazione si effettua, ma non è indispensabile, con un prodotto a lenta cessione per giardino in marzo, maggio e ottobre.
Si può utilizzare come punto focale addossato a un muro, a un traliccio, al gazebo, alla recinzione, a una colonna, ma non in punti di passaggio, per scongiurare il rischio di venire graffiati dalle spine.