Giardino dell'Impossibile
Giardino dell'Impossibile, un ingresso a una pirrera, fiancheggiato da esemplari di Agave attenuata.
I Giardini dell'Impossibile sono unici, parzialmente ipogei, con una vegetazione particolare intorno alla storia di 400 anni fa

Se è vero che i giardini sono frutto della visionaria caparbietà di chi li ha voluti, un posto d’onore spetta a questo giardino, il Giardino dell’Impossibile, nato per tappe successive nell’arco di 60 anni in un terreno brullo e sassoso, per nulla adatto a farci vivere le piante. Ma il luogo è speciale, nella zona dell’isola di Favignana (Tp) che porta alle spiagge più belle, e speciale si è rivelata la volontà della proprietaria, Maria Gabriella Campo. Attorno alla casa padronale tra il 1960 e il 1980 ha creato il primo nucleo del giardino, poi ampliato con l’acquisizione di terreni adiacenti, che per secoli erano stati adibiti a pirrere, ovvero cave di estrazione del tufo. Abbandonate negli anni ’70 del ’900 e utilizzate come discarica, tra il 1995 e il 2010 hanno impegnato i nuovi proprietari in un immane lavoro di bonifica e messa in sicurezza.

Il giardino di oggi, 4 ettari in cui trionfano centinaia di specie diverse di piante, nasce così, sfidando il dileggio di chi affermava con ostentata sicurezza che in un luogo destrutturato e maltrattato come quello sarebbe stato “impossibile” coltivarci un giardino. Dal lavoro di recupero delle cave è invece emerso nella sua unicità un paesaggio spettacolare di ambienti ipogei, che sono stati collegati con camminamenti e varchi. E da lì il Giardino dell’Impossibile è diventato Possibile, facendo convivere le vestigia di un sito di archeologia industriale con collezioni vive e colorate di piante ben adattate ai luoghi. Nel più totale rispetto del territorio e della memoria di un’attività che ha avuto grande importanza economica per Favignana, sono stati ricavati pergolati, fontane, una vasca di acquatiche. Ovunque, il verde lussureggiante racconta il potere delle piante baciate dal clima mediterraneo e la determinazione di chi ha saputo dare forma ai sogni impossibili.

Un gioiello fra campagna e mare

Il Giardino dell’Impossibile è un parco botanico per gran parte sviluppato negli ambienti ipogei delle antiche cave di “tufo bianco” (calcarenite) di Favignana. Situato in Contrada Corso, lungo una strada di transito incastonato tra l’assolata campagna e alcune tra le più rinomate località balneari dell’isola, la famosa Cala Rossa, il Bue Marino e Cala Azzurra per citarne alcune, si estende intorno a una dimora di campagna e ha una morfologia così inconsueta da renderlo paesaggisticamente tanto suggestivo quanto unico. La sua principale peculiarità consiste nell’inoltrarsi della vegetazione all’interno delle spazialità ipogee di alcune antiche cave, tra quelle che popolano il territorio isolano: le pirrere sono il frutto dell’intensa laboriosità estrattiva praticata sin dalla prima metà del ’600 a livello industriale e interrottasi negli anni ’50 del ’900 poiché divenuta antieconomica, con il conseguente abbandono dei siti oggi in gran parte di proprietà di privati.

Poco meno di 500 specie di piante tra alberi, arbusti, cespugli, erbe, rampicanti, succulente e Cycadee popolano quelli che sino a pochi decenni prima erano stati terreni rocciosi e poco fertili. Nascosti tra la rigogliosa vegetazione, alloggi autonomi e indipendenti, adatti al soggiorno turistico, consentono di vivere il giardino durante il periodo primaverile ed estivo.

Il recupero delle cave

È grazie alla caparbietà e alla tenacia di Maria Gabriella Campo se questa realtà ha trovato il suo compimento. Un grande amore per Favignana e il suo paesaggio, uniti all’incessante interesse ad approfondire le conoscenze acquisite nel tempo in campo botanico, hanno indotto lei e il marito a compiere un’impresa inizialmente definita da alcuni detrattori “impossibile”, ovverosia bonificare, recuperare e riqualificare a giardini e frutteti proprio gli ambiti ipogei di quelle antiche cave, dismesse ed ormai da decenni utilizzate come discariche. A giustificare l’iniziativa, anche l’intenzione di omaggiare la memoria del padre che in gioventù aveva lavorato come “cavatore” di tufo (pirriatore) proprio in quei luoghi. Dal confronto con un sito difficile e inadeguato, inoltrandosi con fatica tra gole e aggrottamenti, valutando attentamente i salti di quota tra una cava e l’altra e lavorando alla realizzazione di varchi e cunicoli atti a collegare le diverse spazialità, è venuta alla luce la suggestiva sequenza di giardini ipogei, nel cui nome c’è la dedica a quei detrattori.

La ristrutturazione di alcuni rustici esistenti nei terreni agricoli ha permesso di riconvertirli ad alloggi autonomi per vacanze che formano il complesso residenziale diffuso di Villa Margherita, completamente mimetizzato tra la vegetazione del parco.

Giardini dell’Impossibile, da pirrera a parco

La dismissione della enorme quantità di detriti accumulati ha riportato alla luce dedali di ambienti ipogei e aggrottamenti. Successivamente, la realizzazione di agevoli camminamenti, il recupero delle differenze di quota tra spazialità diverse come anche all’interno di ogni singola pirrera e la realizzazione di varchi per il collegamento tra cave adiacenti ove esse risultavano completamente isolate, hanno consentito alle numerose specie di vegetazione sia spontanea sia piantata di arricchire un paesaggio desertico già di per sé in grado di scatenare grandi suggestioni paesaggistiche. È così diventato un giardino sommerso nascosto tra cavità ipogee artificialmente realizzate e recentemente riconosciute in quanto beni culturali dal grande valore storico/antropologico e ambientale.

Nel tempo il giardino si è arricchito di ulteriori collezioni vegetali, tra cui Hibiscus rosa-sinensis ibridati, Plumeria (alba, rubra ecc.), Pelargonium, ninfee, queste ultime contenute all’interno di un’ampia vasca, il Ninfeo, che è uno dei luoghi più scenografici e suggestivi del parco, uno specchio d’acqua cui fanno da sfondo alte pareti di tufo caratterizzate dai tagli delle “mannare” utilizzare dai cavatori.

Il parco è stato poi arricchiti da fontane e pergolati aventi funzione di decorazione, ma anche di identificazione di determinati punti di passaggio tra le varie aree del giardino. Infine, un ampio padiglione funge da area relax sia per l’attività di visita che di ospitalità.

Patrimonio culturale dell’umanità

Nel 2003 il parco è stato aperto alle visite guidate per volontà della proprietaria. Nel giro di pochi anni gli unanimi consensi e il coinvolgimento emotivo di migliaia di curiosi e appassionati di botanica che lo hanno visitato hanno dato modo al Giardino dell’Impossibile di conseguire importanti riconoscimenti: dal 2010 l’iscrizione al Libro delle Espressioni del Reil Isole Egadi in quanto rappresenta un’alta espressione del patrimonio culturale dell’umanità, dal 2021 il patrocinio gratuito da parte della Regione Sicilia, e dal 2022 l’iscrizione al circuito Grandi Giardini Italiani.

L’isola e i suoi abitanti sono in grado di tramandare il proprio passato, la storia di una economia e di una comunità che vi ruotava intorno, di pirrere e pirriatori, della quale restano a testimonianza brevi scritti e rare immagini di repertorio, e la presenza dei loro manufatti, le cave, le fosse e gli attrezzi del cavare. Una visita al Giardino dell’Impossibile diventa quindi un percorso culturale naturalistico in un circuito museale diffuso di archeologia industriale a cielo aperto.

Il Parco è visitabile tutti i giorni, da maggio a novembre, con tour guidati della durata di 1 ora e 30 minuti circa, e per i visitatori stranieri con l’ausilio di audio-guida o guida personale in lingua inglese. Al tempo stesso, il Giardino è anche sede di eventi e manifestazioni, nonché set per shooting fotografici, videoclip musicali, cortometraggi ecc. Un’occasione per immergersi in una realtà lontanissima e per viaggiare anche con l’immaginazione attraverso i secoli, rimanendo ben ancorati al presente attraverso una vegetazione straordinaria che merita una visita.

Giardini dell’Impossibile, info utili

  • Da maggio a novembre, visite guidate su prenotazione suddivise in tre turni orari, tutti i giorni da lunedì a sabato. Turno mattutino, in lingua italiana e inglese (ore 10:00-11:30 e 11:30-13:00). Turno pomeridiano, solo in lingua italiana (ore 16:00-17:30, tranne luglio e agosto ore 17:00-18:30). La durata della visita è di circa un’ora e 30 minuti.
  • Ingresso con visita guidata: adulti 15 euro, bambini fino a 11 anni gratuito, soci Fai, Apgi, giornalisti 10 euro.
  • Contatti: Strada Comunale Corso 10, 91023 Favignana (Tp), 0923/921501, 333/4136673 (ore 9-20),www.giardinodellimpossibile.it
  • La tenuta include Villa Margherita Boutique Houses, un complesso di piccole dimore indipendenti nel cuore del Giardino; info e prenotazioni: 331/4601817, prenotazioni@villamargherita.it

Giardino dell'ImpossibileFrangipani, che profumo

Il frangipani (Plumeria alba, P. rubra) dà il meglio di sé nelle zone miti del nostro Paese, dove può vivere in piena terra, in posizione soleggiata e riparata dai venti invernali. Può vivere anche in vaso, nel Nord Italia, ricoverandola da metà ottobre a metà aprile in una stanza fresca (10-15 °C) e lasciandola senz’acqua. Durante la bella stagione va annaffiata senza eccessi e adeguatamente concimata con un prodotto per piante grasse.

 

Giardino dell'ImpossibileSedum ‘Burrito’, in basket

Ideale per cestini appesi oppure in alte coppe da dove i rametti possano ricadere, il Sedum ‘Burrito’ è perfetto per arredare i lati dell’ingresso, appeso a due ganci o su due pilastrini. Nel Sud può rimanere all’aperto per tutto l’anno, mentre nel Nord va ritirato in un locale fresco (8-15 °C) tra la fine di ottobre e la fine di marzo. Fiorisce in rosa fucsia, agli apici dei lunghi rami, tra giugno e agosto. Come tutte le piante grasse, si annaffia pochissimo.

 

Giardino dell'ImpossibileJacaranda color ametista

Ha le foglie piccole, simili a quelle della mimosa, ma sono talmente tante che l’effetto-ombra è garantito, anche grazie al diametro della chioma che raggiunge gli 8 m, per un’altezza massima di 12 m da noi. Jacaranda mimosifolia è indicata per le zone più miti, perché tollera fino a 0 °C o poco meno, e sopporta anche la salsedine. Ci farà innamorare in maggio, quando si coprirà di migliaia di fiori a trombetta color ametista e, a volte, lo spettacolo si ripete in ottobre…

 

Giardino dell'Impossibile‘Pierre de Ronsard’, la Rosa

Resiste dalle Alpi alla Sicilia questa raffinata rosa rampicante che arriva a 3,5-4 m d’altezza con uno sviluppo in orizzontale di 2,5-3 m. incanta per i fiori grandi, a coppa profonda e ricchi di petali che si aprono in diversi giorni. Il bocciolo è pieno, striato di un verde pastello che sfuma in avorio; man mano che si apre, si evidenzia il centro di color rosa acceso. A fioritura completata il rosa sfuma in una gradazione molto più chiara.

 

Giardino dell'ImpossibileUnique, gerani spettacolari

Anche i Pelargonium vivono splendidamente dalla Valle d’Aosta a Capo Passero, ma nel Sud il clima mite ne favorisce uno sviluppo rigoglioso, tanto che i gerani Unique allungano i rami e si ricoprono di centinaia di fiori. Gli Unique derivano dall’incrocio con i Regal ma assomigliano ai pelargoni a foglia profumata in quanto sempreverdi e arbustivi, con foglie profumate e fiori numerosissimi e di colore intenso.

 

 

Giardino dell'ImpossibileAgave, finché non fiorisce

Robusta succulenta, l’agave (Agave americana) vive in piena terra fino alla Val Padana compresa, ma anche in vasi perfetti per ornare pilastrini e colonne. Fiorisce al compimento dei 30 anni circa, con uno stelo alto anche 3 m; tuttavia la fioritura segna anche la morte della pianta, che viene sostituita dai polloni basali, già prodotti da tempo: queste piante figlie impiegheranno altri 2 decenni per fiorire a loro volta.

 

 

Giardini dell’Impossibile fra le cave del tufo - Ultima modifica: 2024-01-02T06:07:50+01:00 da Elena Tibiletti